• L’autore analizza il recente Documento dell’International Labour Organization, «Lavorare per un futuro migliore», in cui si elabora una idea di sviluppo «centrata sulla persona». Il progetto, articolato su tre «pilastri» di «investimenti» e dieci gruppi di «raccomandazioni», propone una innovativa idea di sviluppo delle qualità del lavoro («lavoro dignitoso») e della crescita economico-sociale, in cui viene meno la tradizionale separazione dei «due tempi», l’economico e il sociale, che ha a lungo ostacolato l’azione del movimento del lavoro. In questa maniera, infatti, si prefigura la possibilità di un processo unitario di lotta per la libertà e qualità del lavoro nei luoghi di lavoro e la lotta per una società democraticamente e socialmente più avanzata.
  • Il sogno di un lavoro stabile che si infrange contro una malattia e poi il lutto dei familiari. È il filo che unisce le storie raccolte in questo libro dedicato alle vittime del lavoro. Ronchetto e Rossi, entrambi giornalisti, ci raccontano le storie di lavoratori che hanno perso la propria vita sul lavoro. Gianni, entrato in acciaieria da ragazzino, come saldatore. Carlo, tipografo che ha vissuto il passaggio dal piombo al computer; Fiorenzo, vetraio. E ancora, Pietro, dipendente aziendale; Salvatore, vigile del fuoco; Daniele, operaio. Un racconto intenso che è un omaggio alle tante vittime del lavoro e un monito per tutti perché si lavori di più sul fronte della prevenzione.
  • Nell’era dell’industrialismo, l’importanza che si accordava al lavoro sul piano individuale corrispondeva al rilievo conferitogli nella vita sociale. Si costituivano anche così le congruenze della civiltà del lavoro (Accornero, 1997). Poi, con il declinare di quest’ultima, che si accompagna al superamento dell’industrialismo, tali congruenze si dissolvono. Lo stesso lavoro non occupa più sul piano individuale una posizione corrispettiva a quella ricoperta nella vita sociale. Mentre infatti non costituisce più fattore culturale strutturante della vita sociale pur rimanendo elemento...
  • Una analisi che su basi empiriche si confronta con le teorie della produzione snella e della specializzazione flessibile nel modello organizzativo della piccola impresa. La rilevanza dei profili occupazionali prevalenti nelle imprese italiane. Il grado di qualificazione e delle competenze agite.
  • Analizzando il «nuovo» capitalismo attraverso la filosofia del lavoro, emerge con chiarezza come l’ideale lavoristico che aveva dominato il mondo occidentale sia ormai in declino: il lavoro vocato, con la sua aura di sacralità, nasce all’interno della tradizione cristiana e viene successivamente assorbito dal pensiero liberale, che ne ha fatto il pilastro ideologico del modo di produzione capitalistico fino al fordismo. Il «nuovo» capitalismo, che sta sorgendo come reazione alla grave crisi in cui il capitalismo stesso è caduto a partire dagli anni ’70, ha dato vita ad un nuovo paradigma imprenditoriale, il post-fordismo, che si alimenta della traduzione occidentalizzata di quella forma orientale di organizzazione del lavoro detta toyotismo ed è incompatibile con il principio del lavoro vocato. Il nuovo capitalismo post-fordista sta sostituendo il lavoro vocato con un nuovo ideale lavoristico che può essere definito lavoro flessibile e che si sta già manifestando come un potentissimo strumento di asservimento dell’uomo alle necessità del capitale.
  • Oltre alla rassegna degli interventi all'Assemblea, al volume è allegato il fascicolo contenente le delibere approvate dal comitato direttivo
  • Una riflessione sul lavoro nel mondo della comunicazione si scontra con un primo problema: cosa è giusto comprendere in questa classificazione e cosa escludere? I numeri, di conseguenza i fattori più qualitativi, cambiano se consideriamo solo chi contribuisce direttamente a produrre apparati e servizi o se, come fanno alcune ricerche, includiamo anche chi utilizza saltuariamente o continuativamente le tecnologie della comunicazione. In un caso parliamo di qualche centinaia di migliaia di addetti, nell’altro ci avviciniamo al milione di unità, nell’accezione più larga arriviamo ad alcuni...
  • Un ricordo del giornalista Gianni Toti; del suo impegno nella Cgil del dopoguerra
  • Un ricordo del giornalista Gianni Toti; del suo impegno nella Cgil del dopoguerra