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Il Piano del Lavoro ieri e oggi
La riflessione di Guglielmo Epifani sul Nuovo Piano del Lavoro della Cgil, segno concreto di come si possa e si debba cambiare, senza attendere che l’inerzia dei processi determini il nostro futuro, senza rassegnarsi e considerare i giovani d’oggi la generazione perduta di questo inizio millennio
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Il Piano Dgb: potenziali e limiti di un’idea per battere la crisi
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Il Piano Marshall e la ricostruzione dell’Europa: appunti per una ricerca
Il saggio ha un doppio livello di analisi. Il primo è focalizzato sulla recente crisi dell’Europa, sia economica sia politica, e sulla proposta della Dgb di un «Nuovo Piano Marshall » per un’effettiva ricostruzione dell’Europa. Il secondo è di carattere storico ed è legato alla ricostruzione del Piano Marshall, a partire dal ruolo rivestito sul piano economico, politico e culturale nella ricostruzione delle economie europee occidentali nel secondo dopoguerra, oltre che sulle relazioni transatlantiche.
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Il Piano Solare Meditteraneo: motivazioni, stato attuale e prospettive
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Il pilastro del diritto del lavoro
In realtà, probabilmente, quanto è accaduto in Spagna negli ultimi anni è l’esempio più chiaro dell’asimmetria che esiste tra politica economica e politica occupazionale: i risultati positivi della Spagna negli ultimi anni sono infatti legati agli indicatori generali di politica economica, ma questo, come vedremo, si è tradotto in un tipo di impiego che non è quello che auspichiamo. La Spagna si può indicare come un esempio, di fatto negli ultimi tempi viene presentata come tale perché mantiene una crescita economica elevata e sostenuta. ...
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Il pipistrello di La Fontaine
13.00
€
Se il 1989 sembrava aver segnato la sconfitta storica non solo del socialismo sovietico ma anche di qualsiasi versione delle idee socialiste, l’esplosione della grande crisi riapre il discorso capitalismo/socialismo, entrambi peraltro figli della cultura dell’Occidente. La crisi che si è prodotta rappresenta uno spartiacque culturale e politico: è quindi a partire da essa, dall’analisi delle sue evoluzioni e implicazioni economiche, sociali, geografiche, che va ripensata la missione della sinistra, cioè la sua identità e la sua organizzazione. La sinistra italiana, pur con una ricchissima storia politica alle spalle, presa e attardata nel suo duello ventennale con il fenomeno Berlusconi, non ha colto nell’esplosione della crisi l’occasione e la necessità di una sua generale ridefinizione e riorganizzazione, ripensandosi come forza socialista all’altezza del tempo in grado sia di aprire un dialogo fecondo con le forze di contestazione innescate dalla crisi sia di reinnestare una dialettica conflittuale con le forze – i cosiddetti animals spirits, il cosiddetto Mercato – che stanno alla base dell’attuale congiuntura. Così, nel pieno della più grande crisi del capitalismo, in Italia si assiste al paradosso che non esiste una forza politica di massa che si richiami esplicitamente alle culture e alle analisi socialiste dei processi. Le riflessioni che vengono proposte in questo volume vogliono essere un contributo alla ricostruzione di una strategia e di una forza neosocialista. Di una forma-partito che, come il mitico pipistrello di La Fontaine, sappia essere, di volta in volta, roditore e uccello, sia cioè capace di aderire a tutte le pieghe della condizione sociale e di produrre, innervandovi la sua presenza, il massimo di socialità collettiva.
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Il Pnrr e il Mezzogiorno: 80 miliardi, un totale in cerca di addendi
Scopo del lavoro è analizzare la composizione del pacchetto di interventi destinati al Mezzogiorno nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Secondo il Governo tale pacchetto ammonta a 80 miliardi. Tuttavia una attenta analisi del testo consente di verificare che solo 35 miliardi sono certamente allocati, così che l’impatto del Piano sul Mezzogiorno è soggetto a notevole incertezza.
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Il Pnrr, il sistema industriale europeo e la nuova fase internazionale
Nella prima parte l’articolo confronta diversi approcci su come affrontare la ricostruzione economica e sociale dopo la pandemia. Una prima comparazione è tra la scelta di Biden e quella dell’Unione europea su come affrontare i danni causati dalla pandemia, sostenendo che l’impostazione americana testimonia una svolta radicale di impostazione politica alla cui radice c’è un ripensamento del ruolo dell’economia. La scelta europea rappresenta un’analoga svolta sul piano delle politiche, ma una parte dell’establishment europeo considera tale svolta un’eccezione dovuta a circostanze eccezionali, terminate le quali bisogna tornare alla politica neomercantilista alla Kalecki-Luxemburg che viene criticata come insostenibile. Una seconda comparazione è all’interno dell’Unione europea argomentando perché l’impostazione tedesca è una vera e propria politica industriale mentre quella italiana si affida molto di più ai meccanismi di mercato con un largo uso delle incentivazioni. Nella seconda parte l'articolo analizza la struttura del Pnrr italiano sia per quanto riguarda la distribuzione di fondi tra le varie missioni, sia analizzando criticamente i contenuti delle principali missioni mostrandone potenzialità e limiti.
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Il Po: una risorsa per lo sviluppo sostenibile
11.00
€
Da anni il bacino del fiume Po è scenario di fenomeni che causano rilevantissimi danni, economici, sociali, sanitari e ambientali: l’alluvione dell’ottobre 2000, quando in Valle d’Aosta e in Piemonte la pioggia intensa ha determinato un’onda di piena superiore a quella del ’94, che a sua volta era stata superiore a quella del ’93 e a quella del ’51 che aveva causato il disastro del Polesine; la siccità dell’estate del 2003, che ha messo in evidenza il contrasto di interessi sull’utilizzo dell’acqua disponibile; la persistenza sul bacino di una sorte di nube rossa prodotta dalle varie forme di inquinamento atmosferico. Rispetto a questi fenomeni la Cgil ritiene prioritaria un’attività di prevenzione che, con l’opportuna gradualità, regoli l’insieme delle attività umane, produttive, di relazione e di uso del territorio dell’intero bacino in una prospettiva di sostenibilità. Un’attività che, in una realtà così vasta e complessa, può essere realizzata solo indirizzando l’azione di tutti i responsabili istituzionali all’obiettivo prioritario di indurre a comportamenti virtuosi i soggetti economici e sociali che in modo diretto e indiretto influenzano l’equilibrio del sistema. Il volume, curato da Claudio Falasca, coordinatore del Dipartimento Ambiente e Territorio, Salute e Sicurezza della Cgil Nazionale, vuole essere un contributo alla costruzione di un progetto sostenibile su una realtà strategica per il futuro del paese. Contributi di: Agnello Modica, Albonetti, Bardi, Battaglia, Bruschini, Camocardi, Caravella, Carnicella, Comella, Cremonini, Della Quercia, Claudio Falasca, Francesco Garufi, Indovina, Luccarini, Marinari, Nicolosi, Peroni, Rambelli, Ricciarelli, Saccardin, Scudiere, Serafini, Sommariva, Stolfi, Tampieri, Telesca, Trefiletti, Valdameri, Venturini.
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Il populismo fenice nella Romania postcomunista
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Il Portogallo come caso di studio dell’europeizzazione delle politiche sociali
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Il potere delle coalizioni sociali fra sindacati e comunità
In questo articolo a partire da tre concreti esempi di coalizioni tra sindacati e reti locali (la Public education coalition del Nuovo Galles del Sud con base a Sydney in Australia, la Grassroots collaborative di Chicago negli Stati Uniti e la Ontario health coalition di Toronto in Canada), l’Autrice esamina le caratteristiche che rendono le coali- zioni più forti, prestando attenzione in particolare ai seguenti fattori: a) il numero di realtà che vi aderiscono: meno estese sono le coalizioni e più riescono ad essere sostanziali e incisive; b) i contenuti delle alleanze: le coalizioni devono basarsi su interessi delle singole associazioni, ma allo stesso tempo devono essere in grado di andare oltre i singoli interessi particolari e aprirsi a temi più ampi; c) l’importanza della leadership; d) la centralizzazione delle campagne ma anche l’autonomia a livello locale, in modo da attuare le strategie più adatte a coinvolgere altre persone attivamente; e) la costruzione di coalizioni multilivello; f) una pianificazione attenta e a lungo termine.
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