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In questo articolo a partire da tre concreti esempi di coalizioni tra sindacati e reti locali (la Public education coalition del Nuovo Galles del Sud con base a Sydney in Australia, la Grassroots collaborative di Chicago negli Stati Uniti e la Ontario health coalition di Toronto in Canada), l’Autrice esamina le caratteristiche che rendono le coali- zioni più forti, prestando attenzione in particolare ai seguenti fattori: a) il numero di realtà che vi aderiscono: meno estese sono le coalizioni e più riescono ad essere sostanziali e incisive; b) i contenuti delle alleanze: le coalizioni devono basarsi su interessi delle singole associazioni, ma allo stesso tempo devono essere in grado di andare oltre i singoli interessi particolari e aprirsi a temi più ampi; c) l’importanza della leadership; d) la centralizzazione delle campagne ma anche l’autonomia a livello locale, in modo da attuare le strategie più adatte a coinvolgere altre persone attivamente; e) la costruzione di coalizioni multilivello; f) una pianificazione attenta e a lungo termine.
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Un racconto lungo una vita. Dall’infanzia in un piccolo paese dell’Appennino tosco-emiliano all’ingresso in seminario a nove anni, fino all’incontro che cambia il suo destino: non l’Africa che ne aveva ispirato la precoce vocazione missionaria, ma il Brasile. Dopo i primi anni nel sud del paese, trascorsi «in coerenza con i principi paterni», padre Sivano Sabatini compie brevi viaggi in Amazzonia, per ottemperare agli impegni amministrativi, ma soprattutto per incontrare quegli indios «selvaggi» e senza Dio di cui aveva letto nelle riviste missionarie. Decide quindi di unirsi all’impresa dei confratelli: salvarne qualcuno per salvare se stesso. Grazie a Gabriel, Davi e Umusin, che gli narrano le mitologie sulla creazione dell’universo, scopre però che Dio è già tra gli indios e ha tanti nomi: Macunaima, Omami e Yebá Buró. Un libro testimonianza che ci dice come quella di Silvano Sabatini sia una vita piena, perché vissuta nella continua ricerca della verità, generosa nella sua disponibiltà verso l’Altro e genuina perché conserva l’incanto di fronte al mondo anche quando arriva il m omento «di traslocare al piano di sopra». Completa il volume una serie di agile appendici sui popoli indigeni del Brasile e sulle organizzazioni religiose cattoliche in Ammazzonia, insieme ad un glossario e ad una cronologia comparata.
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Lo scopo di questo contributo è quello di definire il sistema dei voucher quale elemento del più ampio processo di gratuitizzazione del lavoro. Per farlo, nella prima parte mi concentro sulle coordinate soggettive e oggettive del processo di gratuitizzazione del lavoro e di desalarizzazione. Nella seconda, invece, entrerò nel vivo della questione voucher concentrandomi su quelle stesse coordinate, così come emerse dal terreno in occasione di una ricerca sul lavoro accessorio nel bolognese.
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È la forza delle cose che ha riportato al centro dell’attenzione, non solo italiana, il tema dell’uguaglianza: anzi delle disuguaglianze, perché questo è il dato ormai registrato impietosamente fino al suo punto estremo, il rapido aumento della povertà in gran parte del mondo. La domanda, allora, è se sia possibile ricostruire una società degli eguali. Nel nostro ordinamento costituzionale esistono appigli formidabili volti in questa direzione e in grado di contrastare l’impressionante crescita delle disuguaglianze sociali. L’articolo 3 in particolare mantiene una forza in grado di incidere profondamente sulla realtà odierna. Centro di nuovi conflitti e motore di lotte democratiche che rivendicano un ripensamento degli assetti economici e sociali, il tema dell’uguaglianza esige un serio confronto intellettuale. A questo sono rivolti i saggi pubblicati nel volume per iniziativa della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Issoco. contributi di: S. Rodotà, G. Azzariti, E. Denninger, C. Giorgi, L. Pennacchi, L. Ferrajoli, E. Granaglia, E. Pugliese, M. Cattoni, I. Cheresky, M.R. Ferrarese, P. Carniti, P. Costa, S. Sciarra.
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Un eccentrico «testo di storia», che parte dalla centralità della realtà delle donne nel mondo musulmano. Mondo musulmano che non è certo un tutto unitario. Il movimento emancipatorio delle donne per i diritti nell’ambito famigliare e sociale, il «femminismo di Stato», il «femminismo islamico», sono fenomeni trasversali a questo mondo vastissimo, ma vanno collocati in contesti storici e geografici molto diversi tra loro. Le storie dei singoli paesi – i cui confini sono sempre mutati, dalla stagione degli Imperi al periodo coloniale e post coloniale – si assomigliano e si diversificano, dall’Egitto alla Siria, al Maghreb; altri sono casi a sé, come, per diverse ragioni, la Palestina, la Turchia, l’Iran; altri ancora vivono drammi senza fine, come l’Iraq, l’Afghanistan, la Somalia, e sono attraversati da contraddizioni profonde, come il Pakistan e la Penisola araba, fino a casi ancora poco conosciuti come l’Indonesia. Queste diverse storie vengono ricostruite intrecciandole con le condizioni di vita e il protagonismo delle donne, ma non senza aver prima illustrato l’islam, i suoi testi, la sua storia, le divisioni religiose. Oggi la situazione è drammatica, ma, secondo le autrici, sarebbe sviante credere che ciò non renda ancor più combattivo e propositivo il protagonismo delle donne musulmane che questo libro vuole illustrare; un libro basato su un ascolto diretto della voce delle donne del mondo musulmano, perché «la voce dell’altra va presa sul serio, quale premessa alla richiesta che la propria voce venga ascoltata».
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