• L’evoluzione dei modelli organizzativi del lavoro ha portato negli ultimi decenni all’emergere di diverse situazioni di disagio definite come «rischio psicosociale», che comprendono lo stress correlato al lavoro, le molestie e le situazioni in cui si configurano forme di vera e propria violenza. Lo stress da lavoro correlato costituisce oggi la condizione più diffusa di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Il saggio valuta l’evoluzione del rischio psicosociale e dello stress nel nostro sistema economico, prendendo in considerazione alcune tra le principali misure promosse per contrastare il fenomeno e valutando ricerche che mettono in rilievo degli aspetti particolari della problematica. In particolare si considera il ruolo del dialogo sociale e del sindacato, sia nelle politiche che negli interventi in azienda, per promuovere modelli organizzativi in grado di limitare le situazioni di disagio collegate allo stress correlato al lavoro e per favorire il benessere aziendale come condizione prevalente nei sistemi produttivi. Inoltre si considerano i dati provenienti dalle analisi dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute rispetto al rischio psicosociale. La tesi dell’autore è che i modelli organizzativi del lavoro che stanno emergendo in questi anni, in particolare l’idea che la prestazione lavorativa sia da valutare quale «performance», implichino la diffusione di un maggior rischio psicosociale e di un conseguente minor benessere lavorativo.
  • La salute, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è uno stato di completo benessere, fisico, mentale e sociale. Negli ultimi dieci anni le leggi e gli accordi tra le parti sociali hanno rafforzato gli obblighi per la tutela della salute dei lavoratori dando sempre maggiore importanza alla prevenzione dei rischi psicosociali. In particolare, il decreto legislativo 81/2008 impone a tutte le imprese l’obbligo di effettuare la valutazione del rischio stress correlato al lavoro, secondo quanto previsto dalle indicazioni della Commissione consultiva permanente. Questo tipo di rischio e i conseguenti danni sono infatti all’origine di molte malattie professionali, di molte disfunzioni organizzative e di vere e proprie patologie fisiche come quelle del sistema cardiovascolare. La prevenzione e l’adozione di misure correttive sono indispensabili per avere un lavoro più produttivo e di qualità, un migliore dispiegarsi delle relazioni industriali ed interpersonali, un maggiore benessere e soddisfazione per chi lavora e minori spese per il sistema sanitario nazionale e per l’INAIL. L’Associazione Bruno Trentin, per conto e con il supporto della CGIL nazionale e della FIOM CGIL, ha condotto una ricerca – di cui si presentano qui i risultati – per capire lo stato della valutazione del rischio stress nelle aziende metalmeccaniche in Italia, ascoltando il parere dei Rappresentanti dei lavoratori per la salute e sicurezza. Come mostrano le analisi, una delle sfide principali è quella di favorire la partecipazione dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali nella gestione della prevenzione e nella definizione dei cambiamenti nei processi di lavoro, per affermare uno sviluppo collettivo fondato sulla qualità e sulla tutela della salute psicofisica dell’individuo.
  • L’articolo si concentra sul nuovo modello di politiche di contrasto alla povertà delineato con il decreto legge n. 48/2023, convertito con legge n. 85/2023 (cosiddetto «decreto Lavoro»), che ha abolito il Reddito di cittadinanza e introdotto due distinte misure, Assegno di inclusione e Supporto per la formazione e il lavoro, segnando così il passaggio da uno strumento di welfare universale a interventi categoriali. Nel contributo si delinea l’impatto che questo radicale cambiamento potrebbe avere sulla popolazione in povertà in base ai dati forniti dai principali istituti
  • Gli autori sostengono che almeno nel caso italiano, dopo un periodo nel quale aveva prevalso la disintermediazione, le grandi organizzazioni di rappresentanza stanno recuperando un maggiore protagonismo. Questo fenomeno è legato al fatto che esse di-spongono di una forza sociale e organizzativa che ha mostrato un alto grado di resilienza. Inoltre la pandemia da Covid ha favorito una opportunità che ha spinto tali organizzazioni a rafforzare il collegamento materiale con tutti rivoli delle domande e degli interessi colpiti. In questo modo ne è uscito confermato il loro importante e non facilmente sostituibile ruolo di collante sociale.
  • Il contributo presenta un’analisi dell’attuale situazione italiana che concerne il pluralismo contrattuale collettivo, proponendo una serie di riflessioni su come, a legislazione invariata, il Cnel possa esercitare il potere di selezionare Ccnl per fini di certezza pubblica. Il che determinerebbe una razionalizzazione del sistema di relazioni industriali che è prodromica a qualsiasi altra misura, anche riferita all’introduzione eventuale del salario minimo legale.
  • Il libro Welfare: attualità e prospettive restituisce in modo completo e competente un quadro sull’attuale stato del nostro sistema di protezione sociale e sanitaria e allo stesso tempo porta il lettore a condividere la necessità che oggi occorra avviare una sua profonda riforma per renderlo più adeguato alle necessità dell’oggi, non solo come ambito di tutela e promozione dei diritti delle persone più fragili o in difficoltà, ma come presupposto stesso per lo sviluppo giusto del paese. In questa chiave l’articolo nella prima parte rafforza tale impostazione, anche mettendo in evidenza alcune direzioni di fondo su cui provare a declinare il percorso di rilancio e di riforma del sistema di welfare, mentre nella seconda parte, anche a partire dall’esperienza dell’autore, approfondisce il ruolo che la cooperazione sociale può giocare per partecipare in modo attivo e positivo a tale processo, rimarcando le sue capacità e per alcuni versi il suo essere indispensabile oggi nella garanzia delle pari opportunità di accesso ai servizi per tutte le persone. Ma, allo stesso tempo, esprimendo anche una severa autocritica alle derive che in questi anni hanno depotenziato e a volte svilito il ruolo stesso delle cooperative.