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    Il sistema di pagamento dell’assistenza ospedaliera: una valutazione

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    Il sistema educativo italiano fra deficit strutturali e riforme orientate al risparmio

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    Il sistema formativo italiano: obiettivi per il futuro

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    Il sistema radiotelevisivo pubblico in Francia, Germania, Inghilterra e Spagna

    In Francia due emittenti distinte gestiscono rispettivamente il servizio pubblico radiofonico e televisivo. I canali radiofonici pubblici sono trasmessi dall’emittente RadioFrance. I tre canali televisivi pubblici (France2, France3, France5), invece, sono gestiti dalla compagnia France Télévision controllata a sua volta dal Conseil Supérieur de l’Audiovisuel (Csa), Autorità di garanzia istituita nel 1989. Le radiotelevisioni pubbliche sono regolate attraverso dei Cahier des missions et de charges, leggi predisposte dal governo, che ne definiscono la missione e i doveri. ...
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    Il sistema universitario italiano: analisi e proposte

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    Il social accounting negli enti locali: un approccio critico al modello di governance

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    Il Social Investment Approach nelle politiche di welfare: un’occasione di innovazione?

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    Il sociale come materia delle politiche sociali

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    Il socialismo come liberazione della personanella riflessione di Bruno Trentin

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  • Il soggetto dell’economia

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    L’agente economico del neoliberismo non è un soggetto ma una macchina calcolatrice che massimizza «mezzi» dati rispetto a «fini» dati, senza riflettere né sui «mezzi», né sui «fini». Ciò ha molto a che fare con la crisi esplosa nel 2007/2008, la cui interminabile durata è di per sé un indicatore da un lato di gravità, dall’altro di inesplicabilità con le categorie usuali. Desoggettivazione individuale e collettiva, desocializzazione dell’individuo, depoliticizzazione della società hanno costituito i fondamenti della finanziarizzazione, della commodification, della denormativizzazione al centro del modello di sviluppo neoliberista deflagrato con la crisi globale e con la sua drammatica catastrofe occupazionale. Per rovesciare questi processi, mostrare che il soggetto non è solo homo oeconomicus, costruire un «nuovo modello di sviluppo», la fertilizzazione reciproca tra economia, filosofia, antropologia, sociologia si rivela essenziale. Dopo la lunga fase del «disincanto», di weberiana memoria, che ha sterilizzato sentimenti, passioni, valori, è possibile dare vita a un nuovo reincantamento, senza tornare ad essere vittime del costume e della tradizione, solo gravitando su soggettività, socialità, responsabilità, riarticolando da lì un discorso neoumanistico sui «fini» e liberando il pathos sottostante a una nuova apertura affettiva verso il mondo. Interpretare se stesi e gli altri come soggetti capaci di formulare pretese contenutistiche e finalistiche da sottoporre a dialogo, argomentazione, scrutinio pubblici ha contraccolpi drastici sull’atomismo e l’astrattezza vuota di contenuti (che non siano l’utilità) dell’homo oeconomicus, la cui assolutizzazione è uno dei cardini del neoliberismo. A sua volta lo sgretolamento della piattezza di tale figura induce all’adozione di un modello spesso di «ragionevolezza» – con cui superare l’angusto modello della «razionalità strumentale» e della «scelta razionale», egemone nel sistema neoliberistico – e alla reintroduzione dei fini (troppo spesso estromessi dall’intelligibilità economica) nell’ambito del razionalmente indagabile anche sotto il profilo dell’«economico».
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    Il sogno europeo a rischio fallimento. I sindacati lanciano il programma per una Europa diversa e migliore

    Le elezioni per il Parlamento europeo di maggio segnano un bivio per l’Europa. Da un lato la perdita di fiducia dei cittadini, le politiche economiche sbagliate, la democrazia in pericolo; dall’altro la speranza di un cambiamento e il rilancio del processo europeo, come sola strada per evitare il disastro. A livello nazionale ed europeo, i sindacati chiedono che l’Europa cambi per diventare socialmente migliore e più giusta per i lavoratori. Gli elementi chiave per la nuova Europa che vogliamo sono il dialogo sociale, la contrattazione collettiva, l’aumento delle retribuzioni, la parità di genere, gli investimenti e i posti di lavoro di qualità, la riforma della governance dell’Unione economica e monetaria.
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