• Il documento della Conferenza di organizzazione della CGIL si sofferma sulla formazione sindacale in diversi punti, dedicando al tema uno specifico capitolo. Si sottolinea che "i grandi mutamenti avvenuti richiedono conoscenza e nuove competenze, per cui è necessario adeguare la formazione alle esigenze del nuovo contesto". La formazione deve servire a garantire l’elaborazione e lo sviluppo di un sapere antico che guidi l'azione sindacale. L’insieme dei saggi raccolti nella rivista costituisce parte del supporto culturale al progetto oggi in corso.
  • Ormai quasi dieci anni fa, Aris Accornero, ricostruendo quello che era stato il ruolo del lavorare nel Novecento e abbozzando quale potesse essere nel secolo a venire, disegnava una transizione «dalla società del Lavoro alla società dei lavori». Quanto accade oggi sotto i nostro occhi offre sempre più conferme a questo schema.
  • Contano ancora il lavoro e le classi sociali nell’orientare le preferenze dell’elettorato italiano? E se sì, in che misura? A questi interrogativi i Quaderni hanno deciso di dedicare uno specifico approfondimento monografico, importante – a nostro modo di vedere – per il dibattito teorico, oltre che politico e sindacale, in atto nel nostro paese. Gli autori che intervengono in questo numero della rivista offrono le loro analisi, non sempre univoche ma tutte ugualmente ricche e stimolanti, aiutati in questo dai dati delle elezioni politiche del 2006...
  • Gli studi sui mutamenti delle durate, delle scansioni e dei gradi di normatività del corso di vita hanno da tempo evidenziato (Saraceno, 1991) come, nell’ultimo secolo, si siano determinate le condizioni e si siano sviluppati due processi temporalmente distinti: il primo di progressiva istituzionalizzazione e regolarizzazione, insieme demografica e normativa, delle scansioni e delle sequenze temporali sempre più omogenee tra individui e gruppi sociali; il secondo, viceversa, di deregolazione dei modelli normativi emersi precedentemente. ...
  • Benché la dinamica demografica sia una delle grandi sfide globali del futuro, il nostro Paese, fino ad oggi, ha deciso di non affrontare questo tema sul piano delle decisioni politiche. La pandemia ha mostrato come le risposte offerte dall’Italia ai bisogni di cura dei suoi cittadini più fragili, gli anziani non autosufficienti, siano nel migliore dei casi inadeguate e costose, e, nel peggiore, colpevoli di un vero e proprio abbandono, costringendo finalmente a riflettere criticamente su un modello che mostra tutta la sua inadeguatezza. Non sarà certo, tuttavia, una trasformazione e un adeguamento marginale dei servizi di cura e assistenza a fornire risposte a bisogni di evoluzione e aderenti alle trasformazioni demografiche in atto, perché è non solo auspicabile ma necessario un vero, nuovo modello di welfare. Occorre una narrazione diversa, una «utopia ragionevole», che accolga una diversa concezione dell’invecchiamento e agisca quale potente fattore di mutamento di un Servizio sanitario confezionato su vecchi bisogni, lontani da quelli di una società in profonda trasformazione, che suggerisce di investire su altri e nuovi modelli di salute.
  • Il volume Politiche di welfare e investimenti sociali, curato da Andrea Ciarini per il Mulino, raccoglie una serie di contributi che legano il tema del welfare a quello della crescita, dell’investimento e della sostenibilità del nostro modello di sviluppo. Quasi tutti i contributi del volume partono dal progressivo disimpegno dello Stato dal settore del welfare; un disimpegno che è iniziato negli anni ottanta del secolo scorso, accelerando dopo la crisi del 2008. Lo scopo del volume è quello di indicare, ora che il contesto è mutato e che l’investimento pubblico è tornato al centro della scena, possibili strade per rilanciare il ruolo di welfare e investimenti sociali nel garantire crescita e inclusione.
  • In questo articolo l’attenzione è concentrata sul Piano nazionale di resilienza e ripresa italiano alla luce del paradigma dell’Investimento sociale (Is), la prospettiva di ricalibratura del welfare al centro dei principali tentativi riforma promossi dalle istituzioni europee negli anni passati. L’analisi proposta mira a esaminare se e quanto l’Is sia attrezzato per rispondere alle nuove domande di protezione sociale sorte in seguito alla pandemia, riconsiderando le opzioni percorribili per intervenire sui nodi critici del sistema di welfare italiano, sia quelli di lungo periodo (l’infrastrutturazione sociale e la carenza di servizi di welfare), sia quelli che si sono manifestati più di recente con l’ultima tornata di riforme che hanno riguardato in particolare le politiche di contrasto alla povertà e inserimento attivo nel mercato del lavoro.
  • Con la Conferenza, di cui nel volume sono raccolti gli atti, la CGIL ha inteso contribuire al dibattito in corso nel paese, in merito a come superare le difficoltà che sempre più pesano sul fronte dello sviluppo della nostra economia. L’analisi parte dalla constatazione che la logica dei "profitti privati e oneri collettivi" con il tempo ha portato a scaricare sul sistema economico, produttivo e sociale nazionale una massa enorme di passività che assorbono fiumi di risorse finanziarie, umane, ambientali. Ne è responsabile un modello di crescita che, pur avendo prodotto nel passato ricchezza e benessere, anche in modo sperequato, è oggi gravato da diffuse e consistenti passività che debbono essere rimosse se si vogliono recuperare importanti risorse aggiuntive per rilanciare il sistema. In sostanza, si è voluto aprire un dibattito stringente su quella che potremmo considerare come una vera e propria "economia dello spreco" che drena una enorme quantità di risorse, e nel contempo si è provato a dimostrare come, investendo queste risorse, per così dire recuperate, sulla qualità del paese, sia possibile sviluppare più ricchezza, più lavoro, più benessere, in sintesi un sistema più sostenibile. Fra gli altri, i contributi di segretari di Federazioni di categoria e di Cgil regionali, di associazioni di imprese, di istituzioni e di: Agnello Modica, Berlinguer, Cantone, Decaillon, Della Seta, Di Salvo, Epifani, Falasca, Fati, Gutierrez Vergara, Gallino, Marcegaglia, Mattioli, Rocchi, Sachs, Soru.
  • Il libro si propone di presentare l’esperienza formativa della Fillea Cgil, con particolare riferimento al Master - un corso lungo e articolato per giovani quadri sindacali - che costituisce un interessante esempio di apprendimento organizzativo. Esso è stato infatti caratterizzato non dall’accumularsi di nozioni o informazioni individuali, che pure sono state trasmesse, ma come un insieme di pratiche di studio, approfondimento, esame di situazioni e problematiche concrete. Da ciò, un processo attraverso il quale i partecipanti sono stati invitati, tra l’altro, a discutere, con vari dirigenti dell’organizzazione, dei modi consolidati di fare, vedere le cose e sentire nella categoria. -Il testo anticipa, in parte, i risultati di una riflessione più ampia, in corso nell’ambito dell’Istituto Superiore per la Formazione, a partire da tutte le esperienze, realizzate, d’intesa con la Cgil nazionale, con il progetto complessivo denominato Master (i percorsi connessi sono stati attuati, in ordine temporale, con la Cgil Veneto, il Slc, la Cgil Emilia Romagna, la Fillea, la Cgil Campania e NIdiL). Riprende concretamente alcune delle elaborazioni svolte dall’équipe - composta da A. Braga, M. Cevoli, S. Meghnagi (direttore del progetto Master) - che ha guidato le varie azioni e ha cercato di verificare sul campo sia la validità teorica sia l’efficacia concreta di un approccio utile ai fini della crescita culturale di coloro che operano nelle associazioni di rappresentanza.