• 1. Fra gli elementi che maggiormente concorrono a definire l’attuale fase di globalizzazione vi è senz’altro il nuovo, gigantesco impulso assunto dalle migrazioni internazionali. Pur non trattandosi affatto di un fenomeno specifico della nostra era – essendo da sempre in atto, soprattutto a seguito delle grandi scoperte geografiche – esso ha assunto oggi un rilievo senza precedenti, grazie anche alle straordinarie potenzialità offerte dai mezzi di trasporto e dalle tecnologie della comunicazione di massa. Diaspore della speranza, diaspore del terrore, diaspore della disperazione,...
  • 1. Il tema delle politiche organizzative del sindacato è di quelli che sono sempre stati al centro dell’interesse di numerosi studiosi italiani e stranieri che hanno a cuore le sorti di questa particolare organizzazione sociale. A maggio del 2008 la Cgil celebrerà la sua Conferenza d’organizzazione ed è doveroso che la rivista dedichi un corposo approfondimento monografico su queste tematiche. È pertinente mettere in evidenza una citazione della Proposta di documento per la Conferenza d’organizzazione che mi sembra aiuti a entrare in argomento. ...
  • Le radicali innovazioni nella struttura e nell’organizzazione delle imprese, tipo lean production o just-in-time, sono una grande trasformazione che ormai ci appare più «devastante» che «provvidenziale». Questo ci ha dato il post-fordismo ed è difficile che ci dia di più o di meglio. La gravissima crisi provocata dalle storture del sistema finanziario americano potrebbe influire sul modo di produzione, determinando una svolta oppure un blocco. Dipende da come e quando il capitalismo uscirà dalla crisi.
  • 1. L’accordo dello scorso luglio tra governo e parti sociali ha segnato il ritorno sulla scena della concertazione sociale, che tanto aveva inciso nella regolazione economica italiana degli anni novanta. In quel periodo la concertazione – a partire dal protocollo «fondamentale» del luglio 1993 – è stata associata soprattutto alle politiche dei redditi, che già nel dopoguerra europeo erano state il teatro principale delle intese tra istituzioni pubbliche e grandi organizzazioni di rappresentanza sociale. Questa materia – quasi mai da sola, ma in modo ricorrente –...
  • Il documento della Conferenza di organizzazione della CGIL si sofferma sulla formazione sindacale in diversi punti, dedicando al tema uno specifico capitolo. Si sottolinea che "i grandi mutamenti avvenuti richiedono conoscenza e nuove competenze, per cui è necessario adeguare la formazione alle esigenze del nuovo contesto". La formazione deve servire a garantire l’elaborazione e lo sviluppo di un sapere antico che guidi l'azione sindacale. L’insieme dei saggi raccolti nella rivista costituisce parte del supporto culturale al progetto oggi in corso.
  • Ormai quasi dieci anni fa, Aris Accornero, ricostruendo quello che era stato il ruolo del lavorare nel Novecento e abbozzando quale potesse essere nel secolo a venire, disegnava una transizione «dalla società del Lavoro alla società dei lavori». Quanto accade oggi sotto i nostro occhi offre sempre più conferme a questo schema.
  • Contano ancora il lavoro e le classi sociali nell’orientare le preferenze dell’elettorato italiano? E se sì, in che misura? A questi interrogativi i Quaderni hanno deciso di dedicare uno specifico approfondimento monografico, importante – a nostro modo di vedere – per il dibattito teorico, oltre che politico e sindacale, in atto nel nostro paese. Gli autori che intervengono in questo numero della rivista offrono le loro analisi, non sempre univoche ma tutte ugualmente ricche e stimolanti, aiutati in questo dai dati delle elezioni politiche del 2006...
  • Gli studi sui mutamenti delle durate, delle scansioni e dei gradi di normatività del corso di vita hanno da tempo evidenziato (Saraceno, 1991) come, nell’ultimo secolo, si siano determinate le condizioni e si siano sviluppati due processi temporalmente distinti: il primo di progressiva istituzionalizzazione e regolarizzazione, insieme demografica e normativa, delle scansioni e delle sequenze temporali sempre più omogenee tra individui e gruppi sociali; il secondo, viceversa, di deregolazione dei modelli normativi emersi precedentemente. ...
  • Il contributo propone una rilettura critica del paradigma dell’invecchiamento attivo, esplorandone le genealogie teoriche, le modalità di implementazione e le implicazioni sociali. Attraverso una narrative literature review, il lavoro muove da una critica all’approccio prescrittivo che tende a normare l’invecchiamento attraverso metriche rigide e obiettivi uniformi, per chiedersi se – e in quali contesti – il paradigma dell’Active aging possa invece sostenere percorsi differenziati di autonomia e autodeterminazione nella tarda età. Il lavoro mette in discussione l’idea di attivazione come fine e propone, al contrario, di considerare l’autonomia come prerequisito per un invecchiamento attivo autentico. Adottando la prospettiva del life course approach, si sottolinea l’importanza di affrontare le disuguaglianze accumulate lungo l’intero arco della vita. Particolare attenzione è dedicata al livello meso, come spazio privilegiato per tradurre il paradigma in pratiche coerenti con le soggettività anziane.