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La «filiera dell’assistenza sanitaria»: tra diritto alla salute e leggi di mercato
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La «ricalibratura intergenerazionale»: sviluppi di policy e dinamiche politiche
Nei paesi del Sud Europa, tradizionalmente, la distribuzione della spesa sociale tendeva a essere significativamente sbilanciata a favore degli anziani. L’articolo introduce la nozione di ricalibratura intergenerazionale allo scopo di individuare, e di analizzare, le riforme volte a ri-bilanciare il profilo generazionale del welfare state italiano attraverso l’espansione degli schemi di assistenza sociale – sia in termini di servizi che di trasferimenti monetari – e di riforme sottrattive nel settore pensionistico. In seguito, compara le traiettorie di policy in questi due settori-chiave rispettivamente per i «genitori» e per i «figli» nel periodo che va dalla metà degli anni novanta al 2016. L’analisi porta in primo luogo a sottolineare come l’investimento a favore dei «figli» non abbia sufficientemente bilanciato i tagli e le sottrazioni nel settore pensionistico e, in secondo, a mettere in discussione sia l’idea che gli incentivi di politica interna volti a espandere le misure a favore dei figli siano necessariamente deboli sia il ruolo «facilitante» delle pressioni esterne rispetto alla ricalibratura intergenerazionale.
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La «ricalibratura intergenerazionale»: sviluppi di policy e dinamiche politiche
Nei paesi del Sud Europa, tradizionalmente, la distribuzione della spesa sociale tendeva a essere significativamente sbilanciata a favore degli anziani. L’articolo introduce la nozione di ricalibratura intergenerazionale allo scopo di individuare, e di analizzare, le riforme volte a ri-bilanciare il profilo generazionale del welfare state italiano attraverso l’espansione degli schemi di assistenza sociale – sia in termini di servizi che di trasferimenti monetari – e di riforme sottrattive nel settore pensionistico. In seguito, compara le traiettorie di policy in questi due settori-chiave rispettivamente per i «genitori» e per i «figli» nel periodo che va dalla metà degli anni novanta al 2016. L’analisi porta in primo luogo a sottolineare come l’investimento a favore dei «figli» non abbia sufficientemente bilanciato i tagli e le sottrazioni nel settore pensionistico e, in secondo, a mettere in discussione sia l’idea che gli incentivi di politica interna volti a espandere le misure a favore dei figli siano necessariamente deboli sia il ruolo «facilitante» delle pressioni esterne rispetto alla ricalibratura intergenerazionale.
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La «Strega Bianca» e l’elusiva diseguaglianza: le retribuzioni in Italia negli anni dell’euro
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Laboriosi oroscopi
15.00
€
Uno straordinario gruppo di scrittori e scrittrici della nouvelle vague italiana indaga sul lavoro, la precarietà, la disoccupazione affidandosi alla scrittura e alla sua capacità di entrare là dove non riescono intellettuali e esperti all’apparenza più adeguati: e cioè politici, economisti, sociologi. Si tratta di perlustrazioni non tradizionali, di visioni inattese, di oroscopi, appunto, che manifestano tutta la potenza della loro carica conoscitiva a chi sappia penetrare i leggeri meccanismi del loro codice, riservato ma non segreto. Il lavoro non è un aspetto residuale della vita dei giovani. Le sue caratteristiche, quando c’è, la sua attesa, quando non c’è, condizionano le giornate, le paure e le gioie di una generazione che accorcia il tempo e restringe gli orizzonti per non cadere nel vuoto indecifrabile del futuro, mentre laboriosamente si mette a disposizione delmondo con rancore, con felicità, con rassegnazione. In questo presente, allora, fluido ma senza sviluppo, le risposte posono arrivare dalle figurazioni dei racconti: anche questi - qui illustrati con un tratto elegante e non comune - dove ciascuna delleesperienze narrate parla di uno ma suggerisce segni che valgono per tutti. Illustrazioni di Mario Ritarossi. Testi di: Andrea Bajani, Andrea Carraro, Silvia Colangeli, Mario Desiati, Francesco Dezio, Marco di Marco, Giulia Fazzi, Angelo Ferracuti, Elisabetta Liguori, Andrea Melone, Lorenzo Pavolini, Alessandro Piperno, Flavio Santi, Roberto Saviano, Carola Susani, Emanuele Trevi, Sara Ventroni, Massimiliano Zambetta.
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Lavorare con piacere
8.00
€
Il lavoro ben organizzato, oltre a produrre reddito, diventa una componente importante del welfare, in quanto assicura benessere ai singoli, donne e uomini, dando stabilità ai legami sociali e fiducia nel futuro. La guida propone alcune linee di intervento che attengono al welfare, ponendosi dal lato delle imprese e guardando soprattutto agli attori impegnati a creare benessere organizzativo. L’esperimento consiste nell’adottare un’ottica di genere per aprirsi a una visione sociale del lavoro, a vantaggio di donne e uomini. Dopo aver mostrato come la produzione di benessere all’interno delle organizzazioni trovi rispondenza nel contesto locale, si offrono chiavi di lettura per scoprire i tratti maschili, falsamente neutri, della cultura organizzativa, portando esempi di interventi nel settore pubblico e privato nei quali risalta il ruolo attivo delle donne, dirigenti e amministratrici di enti locali. L’attenzione si sposta poi sulla qualità del territorio, passando dai miglioramenti nelle aziende a quelli per la vivibilità fuori dal lavoro. La guida suggerisce come collocare le iniziative per rendere «gradevole» il lavoro nel contesto unitario del territorio; una sorta di «piano dei piani» per lavorare con piacere.
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Lavorare condividendo: natura e organizzazione del lavoro nella sharing economy
L’articolo si interroga sulle trasformazioni del lavoro legate alla sharing economy e in particolare sulle implicazioni delle piattaforme digitali per i lavoratori e le relazioni d’impiego. Se la retorica celebrativa del fenomeno enfatizza l’ampliamento delle opportunità occupazionali, l’evidenza fornita in questo articolo consegna un quadro più ambiguo. Nel capitalismo delle piattaforme le imprese alimentano forme accentuate di taylorismo con cui mettono a valore, a costi minimi e senza un’effettiva relazione contrattuale, una vasta gamma di abilità, competenze ed esperienze di lavoratori flessibilizzati che ampliano le fila del cyber- precariato.
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Lavorare meno, vivere meglio
12.00
€
Fin dalla sua nascita, il sindacato ha avuto tra i propri obiettivi il controllo degli orari di lavoro per migliorare le condizioni di lavoratrici e lavoratori. Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi nel mondo industrializzato e sviluppato la spinta alla riduzione dell’orario di lavoro è stata elemento permanente nelle strategie sindacali. Se nel XIX secolo erano normali orari di lavoro anche di 12 ore giornaliere, con l’avvento della meccanizzazione è iniziato un graduale ma costante processo di riduzione dell’orario, che nel secolo successivo ha portato – per via contrattuale o legislativa – alle 8 ore giornaliere e alle 40 ore settimanali come orario di riferimento generale. Dall’inizio degli anni '80, ossia da quando il pensiero neoliberista orienta le politiche economiche a livello globale, la tendenza a ridurre l’orario di lavoro si è bloccata, come pure la spinta dei governi a tenere la piena occupazione al centro dei propri obiettivi. Il libro di Fausto Durante mette in relazione il tema dell’orario di lavoro con la crisi provocata dal Covid-19, le sfide poste dal cambiamento climatico e da digitalizzazione e nuove tecnologie industriali, la necessità di costruire una società e un’economia diverse dal passato. L’insieme di questi elementi spinge in direzione di un nuovo impegno per la riduzione dell'orario di lavoro, con vantaggi per la produttività, l'economia, l'equilibrio tra vita e lavoro. Lo dimostrano le tante esperienze che nel mondo si stanno realizzando su spinta di governi e sindacati, così come gli accordi in tante imprese, di cui questo testo dà conto. La domanda a cui rispondere oggi è: può essere il XXI secolo il tempo dei quattro giorni e delle trentadue ore di lavoro a settimana?
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Lavorare meno, vivere meglio [EBOOK]
8.99
€
Fin dalla sua nascita, il sindacato ha avuto tra i propri obiettivi il controllo degli orari di lavoro per migliorare le condizioni di lavoratrici e lavoratori. Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi nel mondo industrializzato e sviluppato la spinta alla riduzione dell’orario di lavoro è stata elemento permanente nelle strategie sindacali. Se nel XIX secolo erano normali orari di lavoro anche di 12 ore giornaliere, con l’avvento della meccanizzazione è iniziato un graduale ma costante processo di riduzione dell’orario, che nel secolo successivo ha portato – per via contrattuale o legislativa – alle 8 ore giornaliere e alle 40 ore settimanali come orario di riferimento generale. Dall’inizio degli anni '80, ossia da quando il pensiero neoliberista orienta le politiche economiche a livello globale, la tendenza a ridurre l’orario di lavoro si è bloccata, come pure la spinta dei governi a tenere la piena occupazione al centro dei propri obiettivi. Il libro di Fausto Durante mette in relazione il tema dell’orario di lavoro con la crisi provocata dal Covid-19, le sfide poste dal cambiamento climatico e da digitalizzazione e nuove tecnologie industriali, la necessità di costruire una società e un’economia diverse dal passato. L’insieme di questi elementi spinge in direzione di un nuovo impegno per la riduzione dell'orario di lavoro, con vantaggi per la produttività, l'economia, l'equilibrio tra vita e lavoro. Lo dimostrano le tante esperienze che nel mondo si stanno realizzando su spinta di governi e sindacati, così come gli accordi in tante imprese, di cui questo testo dà conto. La domanda a cui rispondere oggi è: può essere il XXI secolo il tempo dei quattro giorni e delle trentadue ore di lavoro a settimana?
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Lavorare nei call center in Calabria
I call-contact center, oggi diffusi in tutti i paesi industrializzati, rappresentano un campo di osservazione privilegiato. Il paper si propone di entrare nel merito del dibattito sociologico sul lavoro nei call center, sui processi organizzativi al loro interno, sulle condizioni di lavoro degli operatori, sulle strategie di reclutamento e gestione dei lavoratori e, più in generale, sul loro impatto nei processi di riorganizzazione della cosiddetta economia della conoscenza. I dati di una ricerca in Calabria
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Lavorare nei call centres
8.00
€
Il volume racconta il lavoro nei
call centres
in una prospettiva comparativa europea. Il quadro che emerge è certo più complesso di quello presentato dalle cronache dei giornali. Sono presenti infatti in questo segmento di mercato del lavoro un’ampia varietà di
skills
, forme organizzative, pratiche di lavoro, forme contrattuali. Anche i diversi profili professionali mutano in relazione alle attività svolte nel
call centre:
"numeroverdisti", intervistatori telefonici, televenditori, addetti all’assistenza clienti, addetti al recupero crediti, consulenti finanziari e, in prospettiva, sempre più
web call centres operators
. Sebbene i numerosi
call centres
diffusi nei diversi paesi europei presentino un alto tasso di diversificazione, alcune problematiche e aspetti critici mostrano una non casuale ricorrenza. Dall’alto indice di presenza femminile che rischia di configurare una nuova forma di segregazione femminile, all’uso di una flessibilità sfrenata, a un elevato
turn over
. La serialità del lavoro, lo stress e l’assenza di prospettive di carriera sono i motivi che, più frequentemente, spingono i lavoratori ad andarsene, rendendo ancora più difficile la presenza e l’esercizio di azioni di tutela da parte del sindacato. La complessità di tale contesto di riferimento offre l’occasione per proporre delle linee guida che orientino l’azione del sindacato all’interno di questi ambienti di lavoro. Se ne deduce così che il sindacato dovrebbe adottare strategie innovative che, combinando le tecniche tradizionali con i moderni strumenti di marketing, possano rispondere alle esigenze dei lavoratori delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
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Lavorare nel commercio e nel turismo
12.00
€
I settori del commercio e del turismo sono soggetti a continue trasformazioni provocate dai cambiamenti nelle abitudini sociali, dalle innovazioni tecnologiche, dalla competizione intensa tra le aziende. Questi settori sono caratterizzati da una crescente flessibilità che interessa l’intero processo produttivo e che si afferma in maniera paradigmatica rispetto a quanto accade nel mondo del lavoro contemporaneo. La ricerca analizza le condizioni di lavoro nel commercio e nel turismo (alberghi e ristorazione) alla luce delle trasformazioni in atto, per contribuire alla definizione delle strategie sindacali per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Le dinamiche occupazionali, l’organizzazione del lavoro, i fattori di rischio, l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali sono analizzati a livello nazionale ed europeo. Per meglio comprendere le difficoltà presenti nei luoghi di lavoro sono state approfondite le opinioni e le proposte dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. La ricerca mostra che per migliorare le condizioni di salute e sicurezza è necessario intervenire sull’organizzazione complessiva del lavoro, contrastando la sua crescente frammentazione e la riduzione del potere negoziale, valorizzando la partecipazione e la formazione delle rappresentanze sindacali e l’inclusione dei lavoratori nei sistemi di prevenzione.
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