• Una ricostruzione del clima culturale e dell'immaginario diffuso che in Italia accompagnano l'ascesa e il declino della classe operaia, intorno all'apice del suo potere sociale, a cavallo fra gli anni '60 e '70. Il costume, le canzoni, la stampa e la cultura popolare da parte dell'autore di "Tute blu" (Donzelli, 2006).
  • L'autunno caldo segna uno spartiacque fondamentali nella storia delle relazioni industriali italiane. Pur avendo registrato un insieme di cambiamenti epocali destinati a segnare per circa un decennio i rapporti di forza nei luoghi di lavoro, non si stabilizzeranno mai in modo compiuto e non riuscirono a raggiungere standard europei. Gli esiti dell’autunno caldo – la stagione che più di tutte ha rafforzato la democrazia e la partecipazione nel nostro Paese – avrebbero potuto essere decisamente migliori
  • Alcuni documenti fondamentali a testimonianza delle svolte compiute dal sindacato italiano intorno alla stagione dell'autunno caldo. Curata dallo storico del movimento sindacale Fabrizio Loreto, la scelte dei documenti riguarda gli atti della 1^ conferenza unitaria dei metalmeccanici; la arisoluzione del direttivo Cgil del dicembre 1970 con cui si sanciscono formalmente i mutamenti del modello organizzativo in fabbrica; il Patto federativo Cgil-Cisl-Uil nella risoluzione unitaria dei Consgili generali del 24 luglio 1972.
  • Il quadro della disuguaglianza di accesso all’istruzione in Italia determinata dalle origini sociali. Nell’ultimo mezzo secolo, si osserva una diminuzione della disuguaglianza di istruzione derivante dalla classe sociale di origine, ma questa diminuzione riguarda solo i livelli scolastici bassi, e non riguarda l’effetto dell’istruzione dei genitori. Tra le cause , la stratificazione e l’efficienza del sistema educativo e le preferenze e i vincoli di liquidità delle famiglie. Infine si propongono politiche per l’uguaglianza delle opportunità.
  • Il sindacato stenta a connettere i problemi della gestione del risorse ambientali nei più generali temi della rappresentanza sociale, come retribuzioni, orari e organizzazione del lavoro. L’obiettivo generale del contributo è quello di fornire le coordinate concettuali che possano fornire una trama di sfondo al dibattito in materia di rischi sociali e ambientali in epoca neo-liberista. L’obiettivo specifico è volto ad analizzare come la crisi ecologica, costituisca una sfida interna ed esterna alle tradizioni e all’identità sindacale strutturatesi nel processo di modernizzazione.
  • Una riflessione sul sistema economico regionale dell’Emilia-Romagna che intende superare la sterile contrapposizione tra tesi del declino e tesi della trasformazione. Da un lato i settori industriali, trainati dalla componente estera della domanda, fanno registrare una crescita del valore aggiunto a tassi ben più elevati della media nazionale. Dall’altro i settori del terziario che frenano la crescita con dinamiche della produttività spesso negative, compensate da una forte intensità occupazionale della crescita. Analisi e valutazioni.
  • A dieci anni dal suo varo, un bilancio ed un'analisi critica sulle ragioni che hanno impedito alla strategia di Lisbona di dispiegare gli effetti attesi sul sistema produttivo ed occupazionale europeo. Lo studioso svedese si interroga su cosa e perchè non ha fuinzionato, per avanzare - in sei punti - una sorta di manifesto per un rilancio del modello sociale europeo.
  • I primi anni ’70 rappresentano uno snodo decisivo della storia nazionale, col passaggio da una fase di sviluppo ad una situazione di stallo. Il sindacato italiano, protagonista di quella stagione, ne uscirà profondamente mutato. Molti dei problemi della politica italiana di ieri e di oggi scaturiscono proprio dalle mancate risposte date dalle istituzioni e dal sistema delle imprese alle lotte operaie di quella stagione.
  • Un dialogo virtuale fra tre dirigenti confederali sul tema della giustizia sociale e fiscale dopo il fordismo toccando argomenti come la redistribuzione del reddito, l’equità fiscale, i bassi salari e, infine, l’unità sindacale.
  • Beniamino Lapadula, coordinatore del Dipartimento di Politiche Economiche della CGIL Nazionale, mette in evidenza che l’attuale crisi pone all’ordine del giorno la necessità di profondi cambiamenti nelle politiche fiscali, a partire da una nuova strategia per il contrasto dell’evasione fiscale.
  • Dopo un’analisi delle disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza, causa e origine della crisi globale, espone la proposta di Riforma fiscale avanzata dalla CGIL che ha come obiettivo quello di spostare il peso eccessivo della pressione tributaria che grava su quella parte di popolazione composta da lavoratori dipendenti e pensionati verso quelle famiglie in cui si concentrano patrimonio e ricchezza privata.