• La popolazione campionaria – calcolata sulla sola regione Lombardia – si compone di 802 casi, il 57,8 per cento di uomini e il 42,2 di donne; l’articolazione per età segue quella tipica dell’occupazione dipendente italiana. Il 36 per cento degli intervistati è impiegato nel settore dell’industria, il 23,3 nella pubblica amministrazione, il 23,2 nel comparto degli «altri servizi privati», il 13,2 nel commercio; il restante è impiegato nel settore agricolo (1,4), nelle costruzioni (2,4) e nel comparto gas, acqua ed elettricità (0,4). ...
  • L’indagine sulle condizioni di lavoro si caratterizza in Veneto per due aspetti: l’inserimento di alcune domande aggiuntive sulle condizioni di lavoro e un notevole sforzo delle strutture della Cgil a tenere un equilibrio fra le diverse caratteristiche socio-demografiche, specie il genere, e a contattare i lavoratori non iscritti, riuscendo a «contenere» gli iscritti alla Cgil attorno alla metà dei rispondenti. ...
  • Non è la prima volta che mi accade di rievocare la figura di Giuseppe Di Vittorio, e il suo ruolo in un anno – il 1956 – che rappresenta uno spartiacque nella storia del movimento operaio internazionale. Ma parlarne oggi, in modo non rituale o puramente celebrativo, per me significa riaprire una riflessione critica a tutto campo sulla vicenda del Pci e della sinistra italiana nel dopoguerra. Qui mi limito solo a segnalare quest’esigenza, che pure avverto da molto tempo. ...
  • Lo scenario internazionale nel quale collocare gli avvenimenti in Ungheria del 1956 è dominato da una prima, breve ma intensa fase di distensione della guerra fredda. Due importanti episodi del 1953 contribuiscono a ridisegnare il quadro diplomatico e forniscono le linee guida della politica estera delle grandi potenze: la morte di Josef Stalin e le nuove scelte strategiche del gruppo dirigente sovietico; l’elezione alla presidenza degli Stati Uniti d’America del generale Eisenhower, accompagnata dalla nomina di John Foster Dulles alla carica di segretario di Stato. ...
  • I lavoratori dei call center paiono ormai avviati a divenire il simbolo di una stagione: quella della «flessibilità», ovvero della «precarietà», secondo i punti di vista, che ha trovato nella produzione normativa della passata legislatura la sua esaltazione. La visibilità acquisita da questi lavoratori sui giornali e sulla stampa periodica, in televisione, nella musica pop e – soprattutto – in internet e sui nuovi mezzi di comunicazione, ne ha fatto l’emblema di quel «lavoro cattivo» (sovente ricondotto ai cosiddetti MacJobs) che per anni è stato quasi del tutto assente...
  • Politiche cooperative che coinvolgono lo Stato, i sindacati e le imprese sono comuni in tutta Europa; lo strumento tipicamente utilizzato per la loro realizzazione è quello del patto (sociale). In termini più generali queste politiche vanno inquadrate nel più complesso concetto di corporativismo.
  • Addì, 4 ottobre 2006, in Roma, presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, alla presenza del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, a conclusione di una serie di incontri di approfondimento circa i contenuti della circolare ministeriale n. 17 del 14 giugno 2006 con la quale sono state date istruzioni per il corretto ricorso alla figura dei collaboratori a progetto nell’ambito delle attività dei call center, Confindustria, unitamente a FITA ed Assocontact e le Segreterie Corifederali di CGIL, CISL, UIL hanno convenuto di definire con il presente avviso comune...
  • L’interpretazione delle dinamiche che caratterizzano la transizione al lavoro non può che essere collocata all’interno delle strategie di ingresso nella vita professionale e nella vita adulta. Non a caso le preferenze, le aspettative, le scelte di formazione successive alla laurea compongono sistemi di orientamenti e di azioni dotati di una «coerenza» interna, che mediano in vario modo i vincoli e le risorse disponibili indirizzandoli verso strade praticabili. In altri termini, gli individui mettono a punto strategie di ingresso nel lavoro orientate a raggiungere obiettivi lavorativi...
  • Quello sindacale è sempre stato un fenomeno dislocato su almeno due livelli: da un lato, i sindacati hanno operato in un ambito eminentemente nazionale, o anche regionale; dall’altro, il movimento sindacale ha mantenuto profonde radici internazionali. Tradizionalmente e per lungo tempo ciò ha costituito più un fattore di forza che una debolezza. Cento o più anni fa, i sindacati nazionali potevano unirsi in nome delle stesse rivendicazioni, come ad esempio le otto ore di lavoro giornaliere o contro il crumiraggio, spesso operante a cavallo dei confini nazionali. ...
  • Contano ancora il lavoro e le classi sociali nell’orientare le preferenze dell’elettorato italiano? E se sì, in che misura? A questi interrogativi i Quaderni hanno deciso di dedicare uno specifico approfondimento monografico, importante – a nostro modo di vedere – per il dibattito teorico, oltre che politico e sindacale, in atto nel nostro paese. Gli autori che intervengono in questo numero della rivista offrono le loro analisi, non sempre univoche ma tutte ugualmente ricche e stimolanti, aiutati in questo dai dati delle elezioni politiche del 2006...
  • In quest’articolo ci proponiamo di offrire una prima esplorazione, a fini prevalentemente descrittivi, dei dati Itanes , per approfondire il modo in cui si sono andati definendo i legami tra rappresentanza funzionale e rappresentanza politica nel quadro dell’assetto bipolare assunto dal sistema politico italiano a partire dalla metà degli anni novanta. Ovviamente la nostra analisi è circoscritta agli atteggiamenti degli elettori e non riguarda, invece, il nesso tra rappresentanza funzionale e rappresentanza politica nel processo decisionale pubblico. ...
  • «Declino» è la parola più utilizzata per descrivere lo stato di salute dei sindacati nel panorama internazionale degli ultimi decenni (Ebbinghaus, Visser, 1999; Verma et al., 2002). Calano i tassi di sindacalizzazione, diminuisce la copertura della contrattazione collettiva, si riduce il ruolo di autorità salariale del sindacato per fasce crescenti di lavoratori dipendenti, vengono contestate le tutele sindacali all’erogazione della prestazione lavorativa. ...