• In realtà, probabilmente, quanto è accaduto in Spagna negli ultimi anni è l’esempio più chiaro dell’asimmetria che esiste tra politica economica e politica occupazionale: i risultati positivi della Spagna negli ultimi anni sono infatti legati agli indicatori generali di politica economica, ma questo, come vedremo, si è tradotto in un tipo di impiego che non è quello che auspichiamo. La Spagna si può indicare come un esempio, di fatto negli ultimi tempi viene presentata come tale perché mantiene una crescita economica elevata e sostenuta. ...
  • Parto da una delle argomentazioni di Lola Liceras nel suo intervento: l’evidente relazione fra le politiche economiche e le politiche occupazionali. In questa fase abbiamo qualche conferma e qualche novità. Eravamo abituati a politiche di sviluppo legate a politiche di crescita dell’occupazione, spesso con occupazione di qualità. Oggi non è sempre così, neanche a fronte di crescita sia pur moderata. Si conferma invece la certezza inversa: a fronte di scarsa crescita, anche senza arrivare alla situazione di declino nella quale ci troviamo, l’occupazione non solo cresce poco,...
  • Perché in Italia è così diffusa la percezione di precarietà, tanto da generare un forte sentimento di insicurezza collettiva? Si può davvero parlare di precarietà, nell’era del trionfo della flessibilità a tutti i costi? E di precarietà ce n’è davvero tanta (nel nostro paese e negli altri paesi europei)? Sono queste le domande intorno a cui ruota l’ultimo libro di Aris Accornero San Precario lavora per noi, edito da Rizzoli, dedicato al lavoro flessibile e temporaneo (interinale, tempo determinato, collaborazioni coordinate ecc.), uno spettro sfuggente – ma assai sostanzioso – che...
  • Il consueto acume di Aris Accornero ci guida nell’universo dei nuovi e vecchi lavori, ne descrive le caratteristiche riferendosi anche a molte ricerche internazionali, nazionali e territoriali condotte in argomento. Il libro, assai agile, ruota attorno a una domanda di stringente attualità: la precarietà in Italia è in aumento, chi riguarda, cosa sarebbe utile fare? Come è chiaro dalla stessa formulazione, la domanda si frantuma in molte altre, relative al dato in sé della precarietà, alla sua dinamica recente e pregressa, alle politiche messe in campo e a quelle auspicabili...
  • La notizia della sottoscrizione dell’Accordo para la mejora del crescimiento y el empleo (letteralmente: per il miglioramento della crescita e per l’occupazione) ha trovato grande eco nell’informazione. Particolarmente in Italia, com’è giusto che sia, posto che il modello spagnolo, incentrato sull’esasperata flessibilità del lavoro, ha costituito per anni un riferimento dominante, quasi oggetto d’invidia, per i liberisti nostrani impegnati nella guerra santa dell’abbattimento delle rigidità e del costo del lavoro quale condizione prima e indispensabile per la ripresa e per la crescita...
  • Al fine di accrescere la competitività dei sistemi produttivi locali sui mercati nazionali e internazionali sono ritenuti centrali lo sviluppo e la trasmissione delle conoscenze tecnologiche e organizzative, anche attraverso processi di apprendimento e coinvolgimento/partecipazione dei dipendenti e loro rappresentanze nelle imprese. I fattori innovazione e partecipazione risultano di particolare interesse proprio in sistemi locali caratterizzati da un apparato produttivo di tipo distrettuale e da una forte e radicata tradizione sindacale. ...
  • L’inizio degli anni 2000 è stato un periodo contrastato per le relazioni industriali in Italia. Innanzitutto è finito il coinvolgimento sistematico dei sindacati nella formulazione delle politiche pubbliche, come era avvenuto negli anni novanta, all’insegna di un (presunto) maggiore decisionismo governativo. Da questo sono anche discese, almeno in una prima fase, notevoli spaccature tra le maggiori confederazioni sindacali, con Cisl e Uil propense a cercare comunque uno spazio «dialogico» con il governo Berlusconi, e Cgil più restia a questa strategia. ...
  • Cambia il lavoro, cambiano le persone, cambia lo stile di vita. Le «voci di dentro» della precarietà mescolano i tasselli di esistenze sospese e frammentate, narrano il corto-circuito crescente tra presente e futuro, sondano quell’ombra di inquietudine che ha modificato, insieme al mercato del lavoro, l’antropologia delle nuove generazioni. ...
  • I lavori di questa mattina sono organizzati in due parti. La prima è dedicata all’analisi della Strategia europea in tema di occupazione, la seconda all’analisi delle strategie nazionali. A Massimo Pallini e a me compete di darvi qualche informazione su quanto sta accadendo a livello comunitario nella costruzione di quel modello sociale comune di cui ci ha parlato Adolfo Pepe. ...
  • In Italia soltanto in questi ultimi mesi la proposta di direttiva Bolkestein è uscita dagli angusti ambiti del dibattito accademico-scientifico cui era stata confinata, guadagnando la ribalta del dibattito politico-sindacale nazionale. Ha contribuito in modo decisivo a destare l’attenzione pubblica italiana l’eco della rilevanza che è stata attribuita in Francia a tale proposta di direttiva durante la campagna referendaria per il Trattato costituzionale europeo. ...
  • Svolgiamo questo convegno all’indomani di un parziale e tuttavia benaugurante risultato di una delle prime lotte di raggio e proporzioni europei contro la precarizzazione del lavoro e, più in generale, contro l’impronta liberista nella legislazione europea. Mi riferisco, ovviamente, alle conclusioni (provvisorie) cui è giunto il Parlamento europeo intorno alla famigerata direttiva Bolkestein. ...
  • È forse utile per la sua forza descrittiva cominciare dalla tabella sottostante. Essa mostra dati degli ultimi mesi relativi a una zona della Danimarca, da cui si evince come sia possibile, anche in regime di altissimi salari, conservare un saldo netto di posti di lavoro nell’ambito di una notevole mobilità e in presenza di rilevanti fenomeni di delocalizzazione. ...