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Proposte sulla pubblica amministrazione
La riforma della pubblica amministrazione ha avuto un grande impulso a partire dagli anni novanta, quando iniziò a risultare chiaro quanto un’amministrazione efficiente e moderna fosse necessaria per una seria e completa azione riformatrice del paese, e ha subito un’accelerazione durante il precedente governo di centro-sinistra, nella consapevolezza che l’azione riformatrice non si esaurisce nella formazione di nuove leggi, ma che esse, per essere realmente operative, hanno bisogno di una pubblica amministrazione che possa svolgere in pieno i suoi compiti istituzionali, divenendo così...
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Riforme e consenso. Le sfide per il nuovo governo (e per il sindacato). Colloquio con Paolo Nerozzi
Questa conversazione ha luogo nei giorni successivi all'elezione dei presidenti delle due Camere nel nuovo Parlamento a maggioranza di centro-sinistra. Molti commenti hanno messo l'accento sulla provenienza dal mondo sindacale, dalla Cgil e dalla Cisl, dei due presidenti Bertinotti e Marini. A destra si legge con preoccupazione questo fenomeno, attribuito a un sovradimensionamento del ruolo dei sindacati. Anche a sinistra questo dato è stato enfatizzato in alcune analisi. ...
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La ripresa delle indagini: da un approccio politico a uno di policy?
Ripercorrere le indagini sulle condizioni di lavoro in Italia significa seguire, da un lato, le piste di ricerca nella sociologia del lavoro in Italia, dall’altro, la posizione del lavoro nella società italiana. I due percorsi sono tutt’altro che concordi, proprio per questo possono essere utilizzati in modo diacronico per leggere le trasformazioni avvenute nei punti di vista assunti tanto dagli studiosi quanto dai loro committenti. ...
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I determinanti della salute
Il tema della salute e sicurezza dei lavoratori ha conosciuto negli ultimi 35-40 anni in Italia alterne fortune. Oggi siamo di fronte a una sottolineatura retorica del tema e a una contemporanea prassi tanto modesta quanto inefficace. Non mi riferisco solamente al dato eclatante dell’alto numero di morti e feriti e alla estrema lentezza e difficoltà nel ridurne la quantità. Accanto a questa tragica realtà, infatti, si ha un peggioramento complessivo della condizione lavorativa lungo tutte le dimensioni analitiche classiche rilevanti per misurare la salute di chi lavora:...
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Le condizioni di lavoro in Francia
Quest’anno le condizioni di lavoro in Francia sono state caratterizzate soprattutto dai problemi di salute sul lavoro, che tendono ad aggravarsi: un problema di salute su cinque, infatti, è attribuito al lavoro (fonte: Dares). Tra le persone in età compresa tra 15 e 64 anni che hanno lavorato o lavorano, una su quattro sostiene di avere un problema di salute cronico o un handicap. I disturbi alla schiena o agli arti sono quelli denunciati con maggiore frequenza. Il maggior numero di lavoratori che segnala problemi di questo tipo, riconducendoli al proprio lavoro,...
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La qualità della vita lavorativa in Finlandia
La struttura della popolazione dei lavoratori dipendenti è cambiata in molti modi nei 25 anni considerati dagli studi sulla qualità della vita lavorativa. Questi cambiamenti incidono anche sul modo in cui si sono evolute le esperienze della vita lavorativa stessa. I miglioramenti delle condizioni di lavoro, ad esempio, non derivano necessariamente dagli effettivi miglioramenti che sono stati introdotti sul posto di lavoro, ma dal fatto che tendono a prevalere alcuni tipi di mansioni rispetto ad altre. ...
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Lavoro e individualismo di mercato
Perché l’enorme crescita di produttività nell’ultimo secolo non si è tradotta in un significativo aumento del tempo libero per gli esseri umani, e nel paese più ricco del mondo, gli Stati Uniti, si registrano addirittura negli ultimi decenni quantità più elevate di ore lavorate? Perché in Francia e in Germania leggi e accordi collettivi sugli orari di lavoro sono diventati carta straccia nel tentativo disperato di far fronte alla nuova competizione globale, mentre il lavoro straordinario continua la sua «crescita secolare», anche nelle più aggressive economie asiatiche?...
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Gli enti bilaterali in chiaro
Fino a qualche tempo fa gli enti bilaterali erano un istituto pressoché sconosciuto, anzi «negletto», di cui «i pochi che sanno non parlano né sembrano interessati a sentir parlare da estranei: prediligono la discrezione, il silenzio – meglio ancora l’oblio – incuranti di destare in questa maniera il sospetto di occultare chissà quali compromissioni» (Romagnoli, 2003). Monografie e saggi in argomento si contavano sulla punta delle dita (Bellardi, 1989; Perulli, Sabel, 1997). Poi sono arrivati la legge 30 e il d.lgs. 276 del 2003, in cui all’art. 2, lettera h, gli enti bilaterali,...
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Le strutture bilaterali aiutano le organizzazioni?
Il volume di Salvo Leonardi esamina un aspetto delle relazioni industriali che ha avuto negli ultimi anni un notevole sviluppo, anche se alcune esperienze erano già avviate da molto tempo. Il tema è quello degli enti bilaterali, nel volume sono contenuti una serie di saggi relativi a questo fenomeno sia a livello nazionale sia in altri contesti. Per l’Italia ci sono poi approfondimenti settoriali dedicati al settore edile, all’artigianato, all’agricoltura e al commercio, turismo e servizi (questi ultimi due capitoli sono di Giuseppe D’Aloia). Il tema della formazione è esaminato...
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Nuove disuguaglianze nelle fatiche e nelle soddisfazioni del lavoro
Nel secolo scorso, e ancor più in quello precedente, la maggior parte delle utopie prefiguravano radicali trasformazioni della natura del lavoro; non tanto la sua abolizione, quanto una sua progressiva riduzione, in particolare della parte determinata dalla necessità, e per tale via prospettavano crescenti possibilità di liberazione, autodeterminazione e realizzazione di sé per tutti gli individui. Ronald Dore comincia la sua riflessione (Il lavoro nel mondo che cambia) proprio rammentando quelle «utopie varie»; una rievocazione che permette all’autore di sottolineare, ancora una volta,...
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La gerarchia fra libertà economiche e flexicurity scandinava
In un suo saggio incluso in un volume collettaneo pubblicato in italiano alcuni anni fa, G.A. Cohen si cimenta in un classico problema dell’analisi marxista, la libertà/costrizione dei lavoratori rispetto alla necessità di vendere la loro forza-lavoro: «Secondo i marxisti, gli appartenenti alla classe operaia sono costretti a vendere la loro forza lavoro (…). I pensatori borghesi celebrano la libertà contrattuale manifesta non solo nell’acquisto da parte capitalista della forza lavoro, ma anche nella sua vendita da parte del lavoratore. ...
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Tante domande, nessuna risposta. Appunti per una riflessione politica sulle giovani generazioni
I floppy disk e la tv satellitare hanno fatto cadere il Muro di Berlino; il consumismo (s)personalizzante, i cui beni divengono potenzialmente accessibili in ogni luogo e in ogni tempo, ha messo ai margini le grandi religioni rivelate (producendo integralismi di ritorno in molte parti del mondo); lo stato-nazione non è più in grado di governare i processi di trasformazione e ha lasciato spazio all’unico sistema realmente universale: il mercato; la filosofia contemporanea ha aggiunto il prefisso post a tutto quello che conoscevamo (post-nazione, post-fordismo, post-politica). ...
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