• Il testo cerca di fornire dapprima un quadro delle tendenze di sviluppo geografico e settoriale del fenomeno della sharing economy e delle sue prospettive. La sua crescita viene poi inquadrata nell’ambito di alcune più generali tendenze, in gran parte negative, in atto nel mondo del lavoro e, più in generale, nel capitalismo contemporaneo. L’ultima parte prova, infine, a delineare alcune proposte di intervento per regolare un fenomeno che minaccia altrimenti di rivelarsi come potenzialmente devastante su molti fronti, da quello della protezione dei lavoratori e dei consumatori, a quello del livello delle entrate fiscali degli Stati, al grado di concorrenza rilevabile nei vari settori.
  • Il concetto di economia della condivisione (sharing economy) ha avuto una rapida diffusione, in ambito scientifico e nel mondo dell’attivismo civico, diventando presto un concetto passe-partout cui ci si riferisce per indicare una eterogeneità di pratiche, accomunate dal principio della orizzontalità, della condivisione, dell’utilizzo dei media digitali. Obiettivo del contributo è indagare criticamente il concetto, decostruendone ambiguità e retoriche. Si indagherà, in particolare, il caso di Airbnb, una piattaforma nata per favorire il libero scambio di appartamenti e camere tra privati che ha rivoluzionato il mercato degli affitti a breve periodo e ha generato benefici per piccoli proprietari e clienti, ma ha anche favorito la creazione di un mercato deregolamentato dell’affitto e creato una condizione di oligopolio. Si farà riferimento, nello specifico, al caso di Barcellona, in cui ha preso forma un contenzioso tra i gestori della piattaforma e l’amministrazione, che vede in Airbnb uno strumento che alimenta ulteriormente il processo di espulsione degli abitanti dalla città a favore dei turisti, rendendo più vantaggioso l’affitto di breve periodo rispetto a quello a medio e lungo termine, contribuendo, quindi, al processo di gentrification.
  • Sono in atto nel mondo grandi mutamenti legati alle innovazioni nelle tecnologie digitali. Essi sono governati essenzialmente da una decina di grandi gruppi globali, statunitensi e cinesi, che perseguono i loro stretti interessi a spese dei cittadini e delle comunità, possedendo un potere di mercato immenso, mentre l’Europa sembra tagliata fuori da questi sviluppi. Si pongono in proposito enormi problemi in vari campi, con la conseguente necessità di portare avanti processi di controllo del settore da parte dei pubblici poteri, in particolare, oltre che sul fronte della politica del lavoro, questione particolarmente toccata da questi sviluppi, sul piano dell’antitrust, della protezione dei dati dei cittadini (tema messo in rilievo di recente dallo scandalo Facebook), delle questioni fiscali, della diffusione delle notizie sensibili, della dimensione etica delle scelte, dell’influenza esercitata da tali grup pi anche sui comportamenti e le decisioni politiche in vari paesi.
  • Il 9 ottobre del 1963 gli operai edili della capitale, organizzati dai sindacati confederali di categoria, rispondono con una manifestazione di protesta alla serrata decisa dall’associazione dei costruttori (il contesto storico è quello segnato dall’imminente ingresso del Psi nel primo governo di centro-sinistra). In Piazza Santi Apostoli la manifestazione, molto partecipata, viene repressa con inusitata durezza dalle forze di polizia: 500 lavoratori vengono fermati, per 33 di loro scatta l’arresto. Ci vorranno quasi trent’anni per scoprire che a ispirare (e a provocare) l’attacco della Celere ai danni degli operai edili erano stati agenti di Gladio: una sorta di prova generale in vista della progettata liquidazione per vie illegali del Pci e del movimento operaio organizzato da parte dei «poteri forti» dell’epoca. Il libro ricostruisce gli avvenimenti occorsi sessant’anni fa attraverso la voce narrante di Luciana Castellina, al tempo giovane funzionaria del Partito comunista e testimone oculare degli scontri al termine della manifestazione sindacale (fu una dei 33 edili finiti in prigione e in seguito processata e condannata): «Non una manifestazione come un’altra – ricorda oggi – ma uno dei più incredibili, illegali complotti che hanno segnato la storia del nostro Paese».
  • L’articolo presenta una esperienza formativa nell’ambito di un progetto sulla prevenzione della corruzione nel Servizio sanitario nazionale italiano, al fine di identificare le modalità formative più efficaci. L’esperienza nell’ambito del progetto Illuminiamo la salute ha evidenziato diversi elementi per un efficace programma di formazione in questo settore. Il primo è la centralità del sistema di valori alla base dell’attività formativa degli operatori sanitari. Un altro elemento è la partecipazione attiva degli operatori nel processo di formazione, chiamati a trovare soluzioni all’interno dell’ambiente in cui si sono verificati i problemi. Un altro è la decostruzione di quegli elementi consolidati che impediscono la visione di nuove soluzioni. Un ultimo elemento riguarda la progettazione di esperienze mirate al cambiamento e al miglioramento delle organizzazioni del Servizio sanitario, attraverso la discussione di esperienze e di casi studio dei partecipanti.
  • La nuova emigrazione riguarda tutte le regioni d’Italia con il paradosso che per molti anni nel decennio in corso la Lombardia è stata la principale regione di emigrazione all’estero. E ciò è dovuto alla complessità del quadro delle figure interessate e alle diverse motivazioni delle loro partenze. Ma le regioni del Mezzogiorno perdono popolazione non solo per l’emigrazione all’estero, ma anche per quella interna che è proseguita anche negli anni della crisi e della stagnazione. Ed è proprio la «fuga dalla crisi» che spiega l’emigrazione meridionale soprattutto per quel che riguarda i giovani. Questo esodo giovanile ha gravissimi effetti strutturali, tanto a livello demografico che di capitale umano, e può portare a una vera spoliazione del Mezzogiorno in termini di risorse umane valide, con effetti devastanti e forse definitivi per l’economia meridionale. A questo riguardo già il Rapporto Svimez 2011 faceva riferimento a un probabile tsunami demografico caratterizzato da un progressivo e rapido invecchiamento della popolazione residente nel Mezzogiorno che, con la riduzione della presenza al Sud di oltre due milioni di giovani al disotto dei trent’anni, perde la quota più giovanile e più fertile della popolazione. Per comprendere la spinta all’emigrazione e le conseguenze a livello di struttura demografica è necessario comprendere le linee di politica economica seguite negli ultimi decenni.
  • Parlare di «democrazia e rappresentanza sociale nell’era post-ideologica» richiede prima di tutto un chiarimento su un termine evocativo ma carico di ambiguità, quale «era post-ideologica», in secondo luogo richiede di interrogarsi sul significato che, in quell’era, democrazia e rappresentanza sociale possono avere o hanno già avuto: nel primo caso si tratterà di immaginare un futuro, nel secondo cercare di descrivere una realtà vicina, ma già trascorsa. Il compito – come si vede – è impegnativo, e induce a procedere per approssimazioni successive.
  • Il contributo intende dimostrare l’esigenza di applicazione da parte dei decisori pubblici di modalità più innovative di interazione con i cittadini, considerati i numerosi cambiamenti della nostra società negli ultimi decenni. Nell’era della trasformazione digitale, infatti, le nostre reti socio-tecniche diventano sempre più aperte, portando all’aumento della (auto)consapevolezza della centralità e del ruolo potenziale delle persone e dei cittadini. Per questo le pubbliche amministrazioni dovrebbero dotarsi di strumenti adeguati per affrontare la complessità che emerge da tale condizione, rendendosi disponibili a ripensare il rapporto con i cittadini. In particolare, il contributo intende mostrare da un lato come l’approccio del design thinking possa offrire strumenti e metodi preziosi ai decisori per raggiungere questi obiettivi e dall’altro come sia necessario un aggiornamento delle loro competenze e conoscenze. Nel paper vengono identificati i principali bisogni dei decisori in questo campo, insieme alla descrizione di un corso di formazione per decisori focalizzato sull’approccio del design thinking, strutturato sulla base di questi bisogni.
  • Una ricerca promossa dalla Commissione Informazione e dalla V Commissione del Cnel consente una prima valutazione dell’introduzione del premio di risultato nel settore del trasporto pubblico locale. La ricerca è stata realizzata attraverso la raccolta e analisi di 83 accordi di premio di risultato sottoscritti in un campione di 24 aziende3 distribuite sull’intero territorio nazionale, e una serie di interviste con gli attori negoziali a livello sia nazionale sia territoriale. Si tratta un campione numericamente non esteso, ma certamente significativo delle tendenze fondamentali...
  • Le politiche per gli anziani non autosufficienti stanno vivendo in Italia una fase segnata da una profonda incertezza e non è affatto chiaro quale traiettoria seguiranno nel prossimo futuro. Se si vuole passare dall’attuale età dell’incertezza a una stagione di rinnovato sviluppo del settore si devono, innanzitutto, ridefinire i termini del dibattito, partendo da uno sguardo sulla realtà del nostro paese. Bisogna, in altre parole, fermarsi a chiedersi quali sono gli ostacoli da superare per costruire un sistema di sostegno agli anziani non autosufficienti, e alle loro famiglie, adatto alla società attuale e futura. È ciò che prova a fare questo articolo, dedicandosi ad alcuni nodi di fondo: la scarsa attenzione dedicata dalla politica; l’accompagnamento di anziani e famiglie nel loro percorso come obiettivo molto dichiarato ma poco raggiunto; la necessità di articolare maggiormente la rete delle risposte a livello locale; il legame sempre più stretto tra non autosufficienza e impoverimento; la radicata immobilità sulla riforma dell’indennità di accompagnamento; l’esigenza di trovare nuovi mix tra il finanziamento pubblico, primario, e quello privato complementare.
  • La crisi finanziaria internazionale del 2008 e la collegata nuova governance economica hanno spinto i paesi dell’Unione europea a significative riforme del welfare. Il nuovo libro di Luis Moreno si chiede però se gli indirizzi definiti a livello sovranazionale, accordati tra governi nazionali e istituzioni europee, comportino nella loro implementazione cambiamenti di paradigma rispetto al modello definito nella cornice dello Stato sociale e democratico delle Costituzioni, in particolare in Italia e in Spagna.