• Esiste ormai una vasta letteratura sulle conseguenze umane e sociali dei processi di flessibilizzazione del lavoro, in particolare del diffondersi dei rapporti di impiego non-standard1. Molteplici sono gli aspetti che sono stati investigati con diversi approcci, metodi, obiettivi, desideri. Importanti sono innanzitutto quegli studi, in prevalenza economici, che adottano una prospettiva macro e cercano di comprendere quali siano, nei diversi paesi/contesti istituzionali, le conseguenze dell’incremento della flessibilità (intesa come minori vincoli alle assunzioni temporanee,...
  • L’influenza positiva che un ambiente familiare ha sull’autonomia, l’autostima, la sicurezza e il benessere psico-fisico spiega la volontà degli anziani di voler vivere nella propria abitazione. La tutela di questa positiva relazione, su cui si fonda il valore della domiciliarità, rende necessaria un’azione di adeguamento dell’ambiente di vita degli anziani, in particolare non autosufficienti e soli, ai nuovi standard qualitativi oggi possibili. Questo significa costruire intorno all’anziano un ambiente «amico» capace di fornirgli un tessuto di servizi di prossimità che gli consentano la permanenza nella sua abitazione adeguando-la alle sue esigenze.
  • L’articolo discute della natura politica della tecnologia, con particolare riguardo all’Intelli-genza artificiale, e del ruolo centrale rivestito dai corpi intermedi, come il sindacato, nel contrattare le funzionalità e le caratteristiche dei sistemi tecnici adottati nella gestione del lavoro, ma più in generale nella gestione delle relazioni sociali e in quelle tra società e risorse naturali. Si ritiene che il sindacato possa rappresentare un attore essenziale nel contenere gli effetti perversi di alcune tecnologie sulla società, attivando le pratiche necessarie per usare gli strumenti tecnici, in particolare quelli digitali, a favore della tutela dei diritti di lavoratori e cittadini.
  • Il contributo utilizza gli strumenti interpretativi della tradizione schumpeteriana per ana-lizzare la situazione economica dei primi lustri del XXI secolo come una fase di transizione dal declino del capitalismo fordista che caratterizzò il XX secolo alla formazione del nuovo capitalismo della conoscenza in cui la produzione di ricchezza è basata sulla generazione, valorizzazione e sfruttamento della conoscenza come bene economico.
  • Lo scopo di questo articolo è duplice: descrivere le principali novità stabilite dal decreto di riforma degli ammortizzatori sociali e, soprattutto, verificare, in termini qualitativi e con l’ausilio di alcune simulazioni su come cambiano in seguito alla riforma le tutele potenziali dei lavoratori dipendenti del settore privato, se la sostituzione di Aspi e Mini-Aspi con la Naspi aumenti le tutele a cui i lavoratori dipendenti avrebbero diritto in caso di licenziamento o se, al contrario, la riforma possa rivelarsi peggiorativa per alcuni lavoratori. A tal fine si guarderà a tutte le dimensioni attraverso cui si concreta uno schema di indennità di disoccupazione, ovvero, i requisiti di accesso, la durata di erogazione delle prestazioni e gli importi previsti come indennità e come contribuzione figurativa a fini pensionistici.
  • La condizione di lavoro, i profili sociali del mondo della produzione e i cambiamenti nelle domande dei lavoratori costituiscono il filo rosso della lunga storia della presenza sindacale nel nostro paese (e non solo). Per questa ragione abbiamo deciso di concentrare intorno a questo tema il fascicolo della rivista dedicato al centenario della Cgil. Questo testo di apertura sintetizza i risultati più significativi che emergono dall’insieme del campione considerato. I saggi che seguono sintetizzano report regionali che fotografano la realtà produttiva e i lavoratori dipendenti...
  • Le conseguenze economiche e sociali della pandemia richiedono alternative nel modo di guardare e descrivere il Paese. Ciò che viene messo in discussione è soprattutto l’idea dell’agglomerato umano e della metropoli come unico punto di vista appropriato per garantire sviluppo economico, benessere sociale e servizi essenziali adeguati. La crisi dell’egemonia delle metropoli riflette, più in generale, la rottura della linearità del modello di sviluppo imperante del secolo scorso, ovvero l’idea che la diffusione del progresso economico e sociale avvenga lungo traiettorie unidirezionali da Nord a Sud, da città a campagna, dalle grandi alle piccole imprese, dall’industria all’agricoltura. Questa rappresentazione, sebbene finora dominante in letteratura, sottovaluta le complementarità tra le parti: cioè che le condizioni di sicurezza delle pianure dipendono dalla presenza umana sia in collina che in montagna, così come la qualità delle foreste incide sui livelli di salute dei centri abitati situato nella valle. Sono mondi diversi ma interconnessi. Tuttavia, osservare il Paese dai margini non significa ignorare l’importanza delle città e delle metropoli, della loro vitalità creativa e innovativa in campo sociale, produttivo e civile. Al contrario, i fattori di agglomerazione, che favoriscono i luoghi altamente popolati, sono ancora importanti nella società e nell’economia contemporanea. Tuttavia, è essenziale e opportuno guardare alle connessioni e alle complementarità tra città e campagna, tra pianura e montagna, tra luoghi «pieni» e «vuoti».
  • Una recensione del volume curato da Trotta e Milana sull'operaismo italiano degli anni Sessanta.
  • Un libro sulla transizione postfordista, dal moderno della razionalità olimpica della fabbrica taylor-fordista al postmoderno della molteplicità delle soluzioni organizzative e della razionalità debole. Sui cambiamenti in itinere, sulle forme emergenti, sui nuovi paradigmi organizzativi del lavoro. Un libro teso a penetrare le insorgenze, a darle densità analitica, a collocarle nella diacronia secolare della trasformazione. Un libro sulla mappa degli indizi e dei segnali deboli del cambiamento, sulle ambiguità delle direzioni e delle catene del senso. Soprattutto per questo un saggio utile...
  • Le migrazioni di massa sono oggi il prodotto di una intricata dinamica capitalistica, politica e locale. L’immigrazione appare da un lato come un processo ineluttabile e inarrestabile, che si candida a stravolgere il profilo delle società occidentali, e dall’altro è studiata come fenomeno dai risvolti locali in una regione immersa nei cambiamenti globali. L’indagine condotta in Basilicata tra le imprese, i lavoratori e il sindacato aiuta a comprendere la portata effettiva, le problematiche e le potenzialità celate nella popolazione straniera residente: un’occasione in più per un’area dall’elevato spopolamento. La chiave è il parallelismo stretto tra le variabili in campo, immigrati e petrolio; risorse umane e naturali di una regione dai piccoli numeri ma esposta ai cambiamenti, nella provocatoria cornice dei costi/opportunità degli uni e dell’altro. Il lavoro, il sindacato ed alcune esperienze personali sono il contesto nel quale è nato questo primo numero dei Quaderni dell’IRES CGIL della Basilicata.