Skip to content
Cerca per:
ARCHIVIO
AUTORI
ABBONAMENTI
CHI SIAMO
CONTATTI
CODICE ETICO
Cerca:
Cerca
LOG IN
Facebook
Instagram
Cerca per:
LOG IN
✕
ARCHIVIO
AUTORI
ABBONAMENTI
CHI SIAMO
CONTATTI
CODICE ETICO
Sort by
Rating
Sort by
Name
Sort by
Prezzo
Sort by
Date
Sort by
Popolarità
Sort by
Rating
Show
12 Products
Show
12 Products
Show
24 Products
Show
36 Products
Il declino dell’economia italiana: cambiamento strutturale o transizione ciclica?
L’Italia attraversa ormai da quasi tre decenni una crisi strutturale della crescita economica. Le riforme del mercato del lavoro, la moderazione salariale, le politiche di «austerità espansiva» e la deregolamentazione dei mercati reali e finanziari non sembrano aver contribuito a invertire la rotta declinante tracciata dal sistema produttivo italiano quanto piuttosto ad aggravare un quadro già deficitario di produttività, investimenti e tecnologia. Nell’articolo utilizziamo la cosiddetta «contabilità della crescita» per isolare i fattori che sono alla base di questa deriva. Il quadro macroeconomico che ne emerge mostra che il deterioramento della crescita, maggiormente accentuato dal 2008 in poi, ha carattere strutturale e coinvolge sia i settori produttivi tradizionali che quelli tecnologicamente avanzati.
Details
Le implicazioni del Jobs Act sul mercato e i rapporti di lavoro
Dopo aver ripercorso sinteticamente la struttura, i contenuti e gli obiettivi della riforma del mercato del lavoro denominata «Jobs Act», l’articolo si sofferma sulle implicazioni che la stessa determinerà su mercato e rapporti di lavoro. A riguardo, se, da un lato, può essere posto in dubbio il raggiungimento dell’annunciato obiettivo di aumentare l’occupazione attraverso la ricetta della flessibilità (in entrata, in uscita e funzionale), dall'altro, certamente non vi sono dubbi che la novella riporti il diritto del lavoro italiano indietro nel tempo, depotenziando proprio quelle norme dello Statuto dei lavoratori poste a presidio della libertà e della dignità dei lavoratori.
Details
La precarizzazione del lavoro e gli effetti del Jobs Act
La legge 183/2014, il Jobs Act, ha determinato un profondo cambiamento nelle relazioni industriali italiane. Nel contributo, il Jobs Act viene inquadrato all’interno di un ventennale processo di riforma del mercato del lavoro che ha avuto inizio a metà degli anni novanta. Da una preliminare valutazione dei dati di fonte amministrativa e campionaria, relativi al periodo successivo all’implementazione del Jobs Act, emergono i seguenti risultati: l’atteso incremento occupazionale è stato esiguo, piuttosto si è verificato un aumento della quota di contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato e fra questi ultimi aumentano i contratti a tempo ridotto (part-time).
Details
Nuova crisi e vecchi problemi. Effetti collaterali sul lavoro delle donne
Il saggio guarda agli effetti della crisi sulla partecipazione delle donne nel mercato del lavoro italiano, nelle politiche e nei numeri. A fronte della diffusa convinzione che la crisi abbia colpito prevalentemente la componente maschile, le analisi mostrano gli effetti corrosivi della già debole presenza femminile, la cui recente crescita di offerta è sintomo di un grave affanno più che di una spinta virtuosa. Ciò risulta evidente dagli indicatori del mercato del lavoro, dalla frammentarietà e incoerenza degli interventi attuati da cui non emerge una tensione verso la partecipazione paritaria tra i sessi, come pure dal prefigurarsi di nuovi rischi quali l’accorciamento del percorso di studi delle giovani nella fascia universitaria, che rinunciando così al principale fattore di promozione e protezione, le espone a rischio di esclusione.
Details
Obiettivi concreti e poco spazio per i sogni: i giovani in Italia
La forte crescita della disoccupazione e dell’emigrazione giovanili, la questione dei diritti e del welfare sono alcuni dei temi al centro della questione giovanile, che, negli ultimi anni, ha (finalmente) attirato l’attenzione degli studiosi e (in qualche misura) della politica. Tuttavia, ancora non si è sviluppato un vero e proprio dibattito su come la difficile situazione dei giovani – e in particolare il cambiamento delle prospettive riguardo al futuro, che diventano sempre più cupe – ne stia condizionando la costruzione della personalità. Eppure, i giovani, visti attraverso le loro priorità e i loro obiettivi, appaiono protagonisti di un significativo cambiamento generazionale, gravido di implicazioni e conseguenze su più fronti, dalle scelte educative e professionali al rapporto con la sfera politica.
Details
Il reddito minimo come strumento di intervento su diseguaglianza, povertà, frammentazione del mercato del lavoro
Il reddito minimo (o di cittadinanza) è un’idea di politica di sostegno del reddito che può assumere la veste universale di un’erogazione di welfare con effetti redistributivi oppure essere concepita come strumento di lotta alla povertà o infine come strumento di garanzia di fronte al crescente impoverimento e alla frammentazione di ampi segmenti del mercato del lavoro. Tranne Grecia e Italia tutti i paesi della Ue hanno avviato politiche di sostegno universale del reddito, ma quasi tutte sono condizionate da politiche attive per l’inserimento sul mercato del lavoro. In Italia l’esperimento del Reddito minimo di inserimento (1998) è stato abbandonato ma si è allargata la platea dei beneficiari degli ammortizzatori sociali e dei sussidi di disoccupazione. A livello regionale e comunale le esperienze sono ancora circoscritte e dipendono dalle risorse disponibili, però confermano l’esistenza del desiderio di esplorare questa strada.
Details
Quanto è locale il welfare locale? Spunti per lo studio comparato della territorializzazione del welfare italiano
L’attenzione sulla regionalizzazione del welfare, specie in Italia, ha portato alla costruzione di diverse tipologie di welfare locale, che spesso vengono lette come forme «bonsai» dei regimi di welfare à la Esping-Andersen. Tramite una contestualizzazione sulla ristrutturazione dei rapporti territoriali nel welfare e un’analisi della letteratura italiana e internazionale dell’ultimo decennio sulla regionalizzazione del welfare, questo articolo intende evidenziare le criticità emergenti nella classificazione dei welfare regionali in Italia. In particolare, si noterà come un’inadeguata considerazione del frame nazionale nello strutturare la variazione locale costituisca una carenza significativa. L’articolo si conclude proponendo un’agenda di ricerca che, considerando la dimensione scalare, congiunga comparazione intranazionale e internazionale per contestualizzare il «regime di decentramento» italiano.
Details
Differenze di governance e disuguaglianze istituzionali nelle politiche di long-term care
La crisi economica finanziaria con le relative politiche di austerity ha acuito i processi di differenziazione regionale delle politiche sociali e sanitarie. Focalizzandosi sulle politiche di long-term care, lo studio analizza le esperienze di governance regionali attraverso l’esame dei piani di programmazione regionale di Veneto, Emilia-Romagna e Marche. Le regioni presentano contesti regolativi molto eterogenei, caratterizzati da differenti livelli di integrazione tra le varie politiche di welfare, ma anche tra i servizi territoriali all’interno delle stesse aree di intervento, e di integrazione tra cure formali offerte dai servizi e cure informali della famiglia. Differenze nelle esperienze di governance dell’integrazione nelle politiche di long-term care si trasformano in disuguaglianze istituzionali nelle risposte ad analoghi bisogni.
Details
Migranti e cittadinanza al tempo delle crisi globali
Il lavoro ha come oggetto il tema dell’immigrazione a partire dalla più ampia problematica della cittadinanza, nelle sue diverse concezioni: giuridica, culturale, democratica. Il processo di inclusione degli immigrati viene inserito nella cornice delle diverse crisi – non solo quella economica e finanziaria – che segnano il mondo globale. Dopo un’analisi dei fenomeni migratori e delle procedure di acquisizione della cittadinanza in alcuni paesi europei, l’articolo si focalizza sul caso nazionale. Attraverso serie storiche di inchieste campionarie viene studiata la percezione dello «straniero», chiedendosi se la fase di crisi economica abbia minato le basi culturali e di atteggiamento del processo di inclusione in Italia. Nelle considerazioni conclusive si sottolinea la necessità di governare, attraverso politiche adeguate e lungimiranti, la questione dell’immigrazione e la più ampia tematica della cittadinanza alle quali si intrecciano gli andamenti dell’opinione pubblica. Le crisi della democrazia rappresentativa, dell’economia e della finanza, insieme alle implicazioni della società del rischio, definiscono lo scenario nel quale si inseriscono queste dinamiche.
Details
Ascesa e declino del benessere sostenibile in Italia, 1960-2013
Questo articolo presenta un nuovo indicatore alternativo al Pil – l’Indice di benessere sostenibile (Ibs) – una versione modificata dell’Isew sviluppato da Daly e Cobb (1989). Si propone una misura sintetica di flussi che approssima in termini monetari il livello di benessere aggregato, inglobando i principali aspetti economici, ambientali e sociali in un’ottica di sostenibilità. Calcolato per l’Italia per il periodo 1960-2013, l’Ibs descrive l’ascesa e il declino del benessere sostenibile nazionale. I risultati empirici mostrano che nelle prime tre decadi il Pil pro-capite e l’Ibs pro-capite sono cresciuti in parallelo. Laddove il primo ha continuato a crescere fino al 2007, l’Ibs pro-capite ha raggiunto il picco massimo nel 1991, dopo si è stabilizzato con alcune oscillazioni rilevanti e infine dall’inizio della crisi economicofinanziaria del 2008 è diminuito in maniera preoccupante.
Details
Soddisfatti? Il benessere soggettivo in Europa
L’approccio multidisciplinare allo studio del benessere ha permesso di affiancare al Pil nuovi strumenti per stabilire quanto stiamo bene. Il concetto di qualità della vita, in particolare, ha arricchito l’analisi del benessere attraverso l’utilizzo di un’ampia gamma di indicatori sociali, consentendo un’osservazione non solo oggettiva ma anche soggettiva del fenomeno. Su questo approccio innovativo è basato il focus dell’articolo, che presenta un’analisi del benessere soggettivo in Europa, delle sue determinanti principali, e un approfondimento sul rapporto tra ricchezza e benessere. L’obiettivo è evidenziare il contributo che lo studio soggettivo aggiunge alle informazioni di carattere oggettivo per le politiche sociali.
Details
Innovare «dal basso» le politiche attive tra formazione e lavoro: un’analisi delle esperienze italiane
Il rapporto tra formazione e lavoro è centrale nella strategia europea ma l’emergenza occupazionale attuale impone un ripensamento delle politiche. L’analisi delle transizioni ha evidenziato che il successo del lavoratore non dipende solo dalle competenze possedute ma anche dalla capacità di attivare e combinare risorse identitarie e sociali in un momento in cui le carriere si fanno più frammentate e incerte, con elevati rischi di intrappolamento, over-education e over skilling. Ciò ha contribuito a una crescente assunzione di responsabilità dei sistemi educativi, valorizzando la dimensione formale e informale dei processi di apprendimento. Pur in assenza di analisi puntuali, la valutazione delle recenti politiche attive nel paese, come il Progetto Neet o Youth Guarantee, conferma però i deficit delle politiche top down e incoraggia l’ampliamento del dibattito sull’innovazione partendo da esperienze alternative di tipo bottom up. Il contributo individua i tratti di iniziative «dal basso», riflettendo criticamente sulle loro caratteristiche di innovazione e sul rapporto tra formazione ed employability.
Details
Previous
1
2
3
…
220
221
222
223
224
225
226
…
278
279
280
Next
RICERCA AVANZATA
CERCA IN:
Tutti
Libri
RPS
RGL
QRS
CM
Autore
Collane
Collane
Rivista
Rivista
Titolo
Titolo
Anno
Anno
ESCI
RESET
CERCA