• Numerosi studi hanno messo in evidenza l’intensificarsi delle pressioni sulle relazioni di lavoro del settore pubblico, soprattutto dopo la crisi finanziaria. L’articolo, basato sui risultati di un progetto internazionale di ricerca, esamina i cambiamenti avvenuti, dalla crisi del 2008, nelle relazioni industriali nei sotto-settori della scuola primaria e degli ospedali, proponendo una comparazione tra cinque paesi europei (Danimarca, Paesi Bassi, Francia, Italia e Spagna). I risultati evidenziano diverse tendenze generali; insieme alla crescita dell’unilateralismo, una maggiore frammentazione della rappresentanza, con l’emergere di sindacati di mestiere e occupazionali, e una maggiore conflittualità; ma si osservano anche maggiori investimenti per alleanze e coalizioni con movimenti sociali e organizzazioni della società civile. E in tale ambito, l’erosione della qualità dei servizi pubblici è diventata una questione centrale nelle richieste dei sindacati, che enfatizzano il legame tra questa e la buona qualità del lavoro dei dipendenti pubblici.
  • L’articolo assume come focus di analisi le attività di cura prestate ad anziani e disabili in Italia da lavoratori e lavoratrici migranti, considerato elemento centrale del nuovo welfare state. Esso parte dall’analisi dell’indagine Oil (2012) e delle soluzioni normative elaborate in favore dei lavoratori e delle lavoratrici migranti impegnati nelle varie attività di cura familiare. Si approfondiscono anche gli elementi sostanziali dell’assistenza sociale migrante in Italia, individuandone gli elementi di forza e di debolezza, insieme alle modifiche sociali sostanziali del relativo modello familiare.
  • Le trasformazioni che incombono sul lavoro e sulle politiche di welfare impongono un ripensamento degli assetti della protezione sociale. In conseguenza della crisi, dell’emergere di nuovi bisogni sociali e anche della tecnologia i sistemi di welfare si trovano oggi ad affrontare una nuova fase di transizione. Gli effetti che la tecnologia produce sul lavoro non riguardano infatti solo gli aspetti legati al tipo di produzioni e al tipo di lavori o skill professionali richiesti. In una accezione più ampia la tecnologia interroga anche il sistema di protezione sociale e le garanzie vecchie, ma soprattutto nuove, da pensare o ripensare per dare risposta ai nuovi bisogni. Che tipo di protezioni sociali immaginare per riconoscere e sostenere il ribilanciamento tra tempi di vita e tempi di lavoro? Tra il lavoro per il mercato che in alcune sue componenti si va riducendo e la liberazione di tempo indotta dal salto tecnologico? In risposta a queste domande l’articolo si sofferma su due grandi questioni connesse tra loro. Da un lato il problema delle nuove politiche di sostegno del reddito e inserimento lavorativo di fronte agli effetti della crisi economica. Dall’altro il riconoscimento e la valorizzazione delle sfere di attività fuori mercato, da riconoscere all’interno di apposite riforme volte a estendere i confini del lavoro e dell’offerta di protezione sociale.
  • In questo contributo introduttivo si ricostruiscono le trasformazioni di lungo periodo del lavoro creativo nel dibattitto socio-economico. Vengono individuati gli attuali processi di segmentazione all’interno di tale mercato, guardando alle dinamiche dal lato della domanda e dell’offerta. La parcellizzazione del mercato del lavoro creativo inibisce la domanda di rappresentanza da parte dei lavoratori e impone agli attori collettivi di ripensare a logiche, strategie e alleanze. Seppur in un quadro caratterizzato da grande eterogeneità, si individuano esperienze di collaborazione tra lavoratori e di complementarità tra attori della rappresentanza.
  • L’edilizia sostenibile è una delle leve più importanti per affermare un nuovo modello di sviluppo capace di coniugare l’attività economica con la tutela dell’ambiente e la qualità della vita collettiva. La ricerca Nuovi modelli di abitare e di produrre analizza gli impatti socio-economici della trasformazione in chiave sostenibile del settore delle costruzioni, considerando gli effetti sulla produttività, l’occupazione, la qualità del lavoro e la contrattazione. Nella prima parte dello studio si descrivono le tipicità e criticità del comparto delle costruzioni, si delinea il quadro delle politiche a sostegno dell’edilizia verde, si identificano i profili professionali in evoluzione sia in termini di nuove figure e competenze sia analizzando il rapporto tra green building e condizioni di lavoro. Nella seconda parte si presentano gli studi di caso su imprese fortemente innovative sul piano tecnologico e organizzativo. L’analisi mostra lo stretto legame esistente tra innovazione e industrializzazione del ciclo produttivo, che comporta un diverso rapporto tra fabbrica e cantiere, con rilevanti conseguenze su tutte le fasi della progettazione, realizzazione e manutenzione di un edificio fino al modo stesso di abitare. Lo studio fornisce indicazioni e suggerimenti per la costruzione di una nuova politica di sviluppo del settore e per rafforzare le strategie d’intervento del sindacato nel paradigma dell’economia sostenibile.
  • L’articolo analizza il legame tra cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e produttività, esaminando i risultati di alcune ricerche nazionali e internazionali. L’autore insiste sulla necessità che le innovazioni organizzative seguano la logica della complementarietà, dell’introduzione di «pacchetti integrati». La questione è, quindi, quale sia la composizione dei pacchetti e la modalità con cui vengono composti. E’ proprio nella violazione del principio di complementarietà che risiede la causa di tanti fallimenti delle azioni di cambiamento.
  • La forte crescita della disoccupazione e dell’emigrazione giovanili, la questione dei diritti e del welfare sono alcuni dei temi al centro della questione giovanile, che, negli ultimi anni, ha (finalmente) attirato l’attenzione degli studiosi e (in qualche misura) della politica. Tuttavia, ancora non si è sviluppato un vero e proprio dibattito su come la difficile situazione dei giovani – e in particolare il cambiamento delle prospettive riguardo al futuro, che diventano sempre più cupe – ne stia condizionando la costruzione della personalità. Eppure, i giovani, visti attraverso le loro priorità e i loro obiettivi, appaiono protagonisti di un significativo cambiamento generazionale, gravido di implicazioni e conseguenze su più fronti, dalle scelte educative e professionali al rapporto con la sfera politica.