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Perché è importante lo studio dei lavoratori autonomi. Presentazione
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Alla ricerca di cittadinanza: il lavoro autonomo professionale in Italia, Germania e Regno Unito
La profonda rivoluzione del sistema produttivo avvenuta con il passaggio a un’economia dei servizi è stata sostenuta e potenziata dalla carica innovativa delle nuove tecnologie che han- no modificato le professioni tradizionali e ne hanno generate di nuove. In particolare tali trasformazioni hanno favorito la proliferazione di figure professionali indipendenti specia- lizzate e ad elevata qualificazione in alcuni settori del terziario avanzato. Il fenomeno ha messo in luce tre ordini di problemi riferiti ai nuovi lavoratori autonomi: 1) la controversa definizione dello status giuridico e le forme di regolazione adottate; 2) la loro posizione nel sistema di protezione sociale; 3) la complessità della rappresentanza collettiva degli interessi, in un contesto di grande frammentazione del lavoro. In tale cornice l’articolo esplora queste tematiche emergenti da una prospettiva comparativa, considerando le diverse risposte istitu- zionali fornite in tre paesi europei – Italia, Germania e Regno Unito – che rappresentano modelli diversi di welfare e di regolazione del mercato del lavoro e delle professioni. Questi primi risultati di ricerca mostrano un quadro variegato, caratterizzato da sfide comuni, da risposte anche parzialmente divergenti, che denotano tuttavia indizi di cambiamento che potrebbero avere ripercussioni positive sulla divisione insider-outsider.
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Lavorare condividendo: natura e organizzazione del lavoro nella sharing economy
L’articolo si interroga sulle trasformazioni del lavoro legate alla sharing economy e in particolare sulle implicazioni delle piattaforme digitali per i lavoratori e le relazioni d’impiego. Se la retorica celebrativa del fenomeno enfatizza l’ampliamento delle opportunità occupazionali, l’evidenza fornita in questo articolo consegna un quadro più ambiguo. Nel capitalismo delle piattaforme le imprese alimentano forme accentuate di taylorismo con cui mettono a valore, a costi minimi e senza un’effettiva relazione contrattuale, una vasta gamma di abilità, competenze ed esperienze di lavoratori flessibilizzati che ampliano le fila del cyber- precariato.
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L’evoluzione della diseguaglianza di reddito in Europa negli anni della crisi
L’obiettivo di questo articolo è descrivere l’evoluzione della diseguaglianza di reddito nell’ultimo decennio nei principali paesi dell’Unione Europea (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Svezia). A questo fine, nella prima parte dell’articolo si valuta in quale misura le diverse fonti di reddito – di mercato e da redistribuzione – contribuiscano alla creazione delle diseguaglianze. Successivamente, si pone attenzione sui redditi da lavoro e si indaga se le diseguaglianze retributive siano imputabili principalmente al premio salariale ottenuto dalle persone con maggiore istruzione o, al contrario, emergano soprattutto fra individui con analogo titolo di studio.
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L’ibridazione dei servizi di cura e le conseguenze sul lavoro. Il caso dei servizi per l’infanzia comunali
Nei paesi europei severamente colpiti dalla crisi finanziaria, come l’Italia, le politiche di austerità hanno accelerato le tendenze, in atto da lungo tempo, alla privatizzazione dei servizi di cura. Tuttavia, nel caso dei servizi per l’infanzia comunali, l’opposizione diffusa all’abbandono della gestione diretta mediante esternalizzazione a soggetti terzi ha spinto un numero crescente di Comuni a trasferire i servizi a enti od organismi come «istituzioni», «aziende speciali » o «istituzioni». Queste organizzazioni si collocano a metà tra il settore pubblico e quello privato, in quanto sono controllate dagli enti locali ma godono spesso di strumenti gestionali che le avvicinano alle aziende private. Come mostra l’analisi dei casi studio, il passaggio frequente dai contratti collettivi di lavoro del settore pubblico a quelli del settore privato ha promosso la ricerca di soluzioni innovative, allo scopo di limitare sia il peggioramento del trattamento economico e normativo dei lavoratori legato al cambiamento nella regolazione contrattuale, sia i rischi che ciò può comportare in relazione alla qualità del servizio.
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Esperienze di coabitazione solidale in Germania e in Italia
Lo studio si sofferma sul modello cohousing e tenta di tematizzare l’idea che caratterizza l’abitare sociale e le pratiche a esso connesse. Propone poi l’analisi di alcune esperienze di cohousing multigenerazionale in Germania e in Italia, al fine di identificare alcune azioni specifiche realizzate nelle diverse aree con finalità rivolte all’integrazione sociale degli individui coinvolti e all’integrazione territoriale delle funzioni e dei servizi previsti. Dallo studio emergono aspetti interessanti relativi alle azioni integrate che il modello propone, valide per affrontare alcune urgenti sfide che la contemporaneità pone. Le riflessioni conclusive riguardano il contributo che i progetti di cohousing possono fornire alle attuali e future sfide urbane.
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Governo collaborativo e catene relazionali di innovazione. Spunti a partire dal caso di Milano
L’articolo affronta il tema dell’emergere di esperienze di innovazione sociale a livello urbano e di quale ruolo possa giocare il governo urbano nella promozione di un ecosistema favorevole a questo sviluppo. Dopo un’introduzione sulla parabola del terzo settore come soggetto di innovazione sociale, verrà affrontato il tema di quali siano le caratteristiche delle forme emergenti di innovazione sociale, a partire dal caso milanese. Verrà quindi messo a fuoco il ruolo delle amministrazioni locali nella loro nascita e fioritura. Infine ci si soffermerà sui meccanismi relazionali messi in campo per produrre emulazione di settore in settore e creare catene di interazioni capaci di favorire una strategia globale di inclusione e contrasto alla disoccupazione. Il tipo di integrazione prodotta a Milano fra settore del welfare e settore dello sviluppo economico, e fra intervento e intervento, presenta molti tratti innovativi e forieri di apprendimenti. La sua efficacia risulta tuttavia limitata dall’assenza di un quadro compiuto di sussidiarietà, e dalla debolezza delle relazioni verticali fra livelli di governo.
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Casi di contrattazione collettiva per la solidarietà inter-generazionale in Italia
Dalla metà degli anni ottanta, il legislatore italiano ha riconosciuto gli squilibri generazionali della forza lavoro come un tema critico per le prospettive occupazionali del paese. Da allora numerose politiche per la solidarietà inter-generazionale sono state ideate e finanziate con risorse pubbliche, spesso richiedendo l’iniziativa delle parti sociali per la loro implementazione. La rassegna e analisi di tali misure restituisce scarsa evidenza di azioni di contrattazione collettiva finalizzate ad attivare politiche «integrate» che prevedano un collegamento chiaro ed esplicito tra i lavoratori giovani e quelli anziani (in breve, azioni di contrattazione collettiva per la solidarietà inter-generazionale). Nonostante le iniziative introdotte dalla legge, l’attenzione e l’impegno dei governi italiani e delle parti sociali per implementare la solidarietà inter-generazionale sono stati discontinui o insufficienti. L’articolo offre alcune riflessioni sulle condizioni che potrebbero aver finora ostacolato il successo delle iniziative di policy makers e parti sociali per la solidarietà inter-generazionale in Italia, soffermandosi al tempo stesso sulle opportunità offerte alla contrattazione collettiva dal quadro legale recentemente riformato.
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Donne e sindacati, una relazione in crisi? Storia e sviluppi in Italia
Negli ultimi decenni, il tema della rivitalizzazione dei sindacati ha dato origine a numerose analisi e dibattiti rivolti alle diverse tradizioni nazionali nelle «varietà di capitalismo ». La parità di genere aggiunge una nuova prospettiva a tali dibattiti, mostrando come le donne possano essere sia una variabile decisiva sia uno strumento per la rivitalizzazione dei sindacati. Quali sono le sfide principali che le donne lavoratrici devono affrontare nella situazione italiana attuale e che coinvolgono i sindacati? Quali risorse potrebbero essere disponibili dalla tradizione storica italiana? I lavoratori atipici sono oggi ciò che i lavoratori non specializzati erano nel XX secolo, una sfida per i sindacati che devono dimostrare la propria abilità nel rappresentare una manodopera svantaggiata in crescita, di cui le donne costituiscono una parte consistente. La protezione delle donne in Italia si è sviluppata attraverso una contrattazione collettiva a partire dai tempi della presa di posizione per la parità salariale, fino alla più recente «conciliazione» degli obblighi lavorativi e familiari. I sindacati italiani sono carenti di politiche per le donne lavoratrici, hanno bisogno di migliorare la tutela nei confronti delle donne e la loro promozione nel mercato del lavoro e nella società in cui, specialmente le giovani donne, nonostante le alte credenziali, si trovano ad affrontare il dilemma sempre più frequente di come gestire la propria vita familiare e insieme quella lavorativa. Riteniamo che prendere in esame tali problematiche sia una sfida cruciale per la rivitalizzazione dei sindacati italiani: ciò implica inserire la questione di genere nell’agenda dei sindacati e rendere tale questione una risorsa fondamentale. Ciò implica anche il rinnovo delle pratiche organizzative e delle relazioni di genere all’interno dei sindacati, oltre che l’unione delle politiche del mercato del lavoro con le politiche comunitarie e del welfare. Nonostante il numero delle donne lavoratrici sia in aumento, possiamo osservare una persistente segregazione verticale e orizzontale, che ne rende difficile la rappresentanza.
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Contro il sindacalismo «preterintenzionale»
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Industria 4.0: innovazione digitale e organizzazione del lavoro
Il profondo processo di innovazione digitale ha di nuovo messo al centro la manifattura, ma non può essere definito come la «quarta rivoluzione industriale». Infatti il salto tecnologico nell’utilizzo dell’informatica e dell’automazione avviene dentro sistemi produttivi storicamente consolidati, che derivano dal Toyota production system come sono la lean production e il World class manufacturing. È il limite del Piano nazionale Industria 4.0, che offre consistenti incentivi dentro modeste innovazioni organizzative. Se si vuole avere una rivoluzione industriale, servono cambiamenti culturali e sociali, a cominciare da una innovazione organizzativa che dia nuovi esiti e nuova potenza all’innovazione digitale. Questo processo di cambiamento ha bisogno del contributo dei lavoratori e dei sindacati, attraverso la conoscenza diffusa dei processi innovativi, la formazione continua, lo sviluppo di una organizzazione del lavoro che permetta autoregolazione e autonomia, la contrattazione d’anticipo che tenga il passo con le procedure digitali di anticipazione non solo rivolte allo sviluppo e alla ingegnerizzazione dei prodotti, ma anche alla definizione delle procedure di lavoro.
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Il welfare come nuovo vettore di lavoro e sviluppo. Presentazione
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