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Presentazione. Reddito minimo e salario minimo: le ragioni di attualità e interesse
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Presentazione. Regolare la rappresentatività nel mondo del lavoro può aiutare i percorsi di democrazia?
Una introdiuzione ai contributi che su questo numero della rivista animano la sezione "Tema", dedicata ai problemi della rappresentanza e della rappresentatività sindacale. Sullo sfondo delle vicende che - in una accelerazione impetuosa e altalenante - investono l'intero sistema nazionale delle relazioni industriali, l'A. anticipa e presenta le analisi e le tesi avanzate dagli autorevoli studiosi negli articoli che pubblichiamo.
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Presentazione. Regolare la rappresentatività nel mondo del lavoro può aiutare i percorsi di democrazia?
Una introdiuzione ai contributi che su questo numero della rivista animano la sezione "Tema", dedicata ai problemi della rappresentanza e della rappresentatività sindacale. Sullo sfondo delle vicende che - in una accelerazione impetuosa e altalenante - investono l'intero sistema nazionale delle relazioni industriali, l'A. anticipa e presenta le analisi e le tesi avanzate dagli autorevoli studiosi negli articoli che pubblichiamo.
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Presentazione. Un piano all’altezza dell’agenda sociale?
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Presentazione. Una nuova stagione di conflitti, ma una generalizzazione incompleta
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Presenza, audience e influenza sindacale. Il caso spagnolo
Il ritorno della democrazia in Spagna e, con esso, la legalizzazione dei sindacati e la progressiva normalizzazione dei rapporti di lavoro, si è prodotto con più di tre decenni di ritardo rispetto alla media europea e ha coinciso, inoltre, con la fase più dura della crisi economica degli anni settanta, proprio quando i modelli più consolidati cominciavano a presentare i primi sintomi di esaurimento, dopo aver raggiunto la massima espansione durante gli anni d’oro dell’economia keynesiana, della produzione fordista e dello sviluppo del welfare state. ...
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Prevenire i tumori professionali
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Nell’Unione europea, ogni anno, circa un milione e duecentomila persone muoiono di cancro. Si stima che tra 65.000 e 100.000 di queste morti siano direttamente causate dalle condizioni di lavoro, mentre molti altri tumori sono dovuti all’inquinamento ambientale provocato dalle attività delle imprese.Non si tratta di fatalità. Sono morti che possono essere evitate.Salvo in pochi casi, come la condanna e poi l’annullamento del processo all’ex proprietario dell’Eternit, per la produzione di cemento-amianto, i tumori professionali non vanno in prima pagina. Certo, il loro corteo di sofferenze, di angoscia e di vite spezzate, colpisce principalmente gli operai e i lavoratori più precari, in moltissimi settori in cui sono usate sostanze cancerogene: dalle costruzioni, all’industria manifatturiera e ai servizi, alle pulizie. Si tratta di una delle più grandi ingiustizie sociali della nostra epoca, da combattere come qualsiasi altra ineguaglianza. L’azione sindacale è la leva di una lotta efficace contro i tumori legati al lavoro, ma si rivela difficile perché si scontra con potenti interessi. Questa pubblicazione vuole contribuire al dibattito pubblico e fornire strumenti di analisi e d’intervento per aiutare i lavoratori e le loro organizzazioni a far indietreggiare il flagello dei tumori occupazionali.
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Prevenzione della corruzione e trasparenza in sanità
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Previdenza e assistenza sociale
Previdenza, assistenza, sicurezza sociale, welfare sono termini sempre più ricorrenti nel dibattito politico-sindacale di questi ultimi anni perché da più parti e per ragioni diverse si invoca la loro riforma. Sul significato da dare a questi termini non sempre, però, c’è concordanza. Un importante contributo alla comprensione dei temi in discussione può venire dalla lettura di questo testo che, dopo un inquadramento storico-sistematico degli argomenti trattati, descrive in modo sintetico ma scientificamente rigoroso le tutele presenti nel nostro sistema di sicurezza sociale - infortuni e malattie professionali, pensioni, assistenza, maternità, malattia, cassa integrazione e disoccupazione, misure per i lavoratori migranti - dalle origini alla loro disciplina attuale. Un breve manuale di facile consultazione, nato da esigenze didattiche, che potrà tuttavia risultare utile non solo agli studenti che devono acquisire nozioni di base sulla previdenza e l’assistenza sociale, ma anche a quanti vogliano farsi un’idea più precisa sul funzionamento del sistema di sicurezza sociale in Italia, così da poter partecipare in modo informato e consapevole a dibattiti come quelli in corso sulla riforma delle pensioni e degli ammortizzatori sociali.
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Previdenza: tra propaganda e realtà. Cronaca di una riforma annunciata e già tradita
Da sempre il tema delle pensioni è al centro del dibattito pubblico, in particolare negli ultimi anni, dopo l’approvazione, nel dicembre del 2011, della Legge Monti-Fornero. La discussione sulla riforma del sistema previdenziale, però, si è di fatto consumata lungo un crinale tutto propagandistico, trascurando il nuovo contesto sociale, economico e demografico che si è andato configurando nel nostro paese. Questo ha comportato il rincorrersi di inter-venti dettati dall’emergenza, non in grado di ripensare il modello nel suo complesso e di dare finalmente certezze alle lavoratrici e ai lavoratori. Non tutte le modifiche introdotte fin qui vanno messe sullo stesso piano. Il tratto comune è stato il tentativo di inserire, ex post, elementi di flessibilità in un sistema estremamente rigido. In alcuni casi si è almeno andati nella direzione giusta: come i provvedimenti che hanno introdotto l’Ape sociale, i «precoci» e il cumulo contributivo. Altri invece sono risultati parziali, temporanei e poco efficaci come «Quota 100», «Quota 102» e «Quota 103». Il Governo Meloni, che si era presentato al paese con la promessa di superare la Legge Monti-Fornero, ha deciso, nei fatti, di procedere in senso esattamente contrario.
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Previsioni demografiche e riforme pensionistiche. Un ripensamento dopo quindici anni
Contrariamente a quanto previsto negli anni novanta, la popolazione residente in Italia non è in calo ma in crescita, anche se rimane il problema dell’invecchiamento. Le previsioni demografiche dell’epoca tendevano a sottostimare la natalità, la longevità e, soprattutto, i flussi migratori, rivelatisi molto più alti di quelli inizialmente previsti. Anche se gli istituti che producono le previsioni demografiche, Istat ed Eurostat in primo luogo, ne evidenziano sempre l’incertezza e affiancano scenari alternativi a quello centrale, per molto tempo gli scenari centrali delle previsioni sono stati gli unici considerati nel dibattito sulle riforme pensionistiche e del welfare a livello nazionale ed europeo. Questo ha fatto sì che si siano individuati problemi e realizzati interventi molto costosi socialmente sulla base di scenari rivelatisi ex post lontani dalla realtà. In particolare, la dinamica della spesa pensionistica e la sua «gobba», che tanta attenzione ha catturato nel dibattito sulle riforme, sarebbero risultate diverse con ipotesi sui saldi migratori più aderenti alla realtà. Da questo punto di vista, il fatto che ancora oggi la spesa pensionistica presenti elementi di criticità non va attribuito a problemi legati all’andamento demografico, bensì, piuttosto, all’insoddisfacente andamento economico e occupazionale.
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