• Intervista a Nino Baseotto, componente delle Segreteria confederale della Cgil nazionale e responsabile dell’Organizzazione.
  • La legge 328/2000 rappresenta un importante tentativo di modificare sensibilmente alcune inclinazioni più contraddittorie e problematiche del sistema di welfare in Italia, storicamente caratterizzato da una particolare debolezza centrale del ruolo e delle funzioni dello Stato, e da una forte frammentazione della struttura istituzionale, delle forme di governo e dei settori di politica sociale. Essa, infatti, pone in essere finalità, principi, criteri di riferimento e strumenti la cui valenza e applicazione – per la prima volta – dovrebbe essere coerente in tutto il territorio...
  • Per diverso tempo il lavoro autonomo e professionale non è stato al centro della rappresentanza sindacale, almeno quella confederale. Negli ultimi anni va registrato invece un certo attivismo da parte di tutti i grandi sindacati italiani, con la costituzione di strutture ad hoc e di strategie inedite, fatte di nuovi strumenti della contrattazione, nuove rivendicazioni e nuovi servizi. Tra vecchie e nuove questioni contrattuali, i sindacati si trovano inoltre a interagire e a seconda dei casi anche a costruire alleanze con nuove organizzazioni di rappresentanza del lavoro autonomo che tendono a combinare diverse logiche di azione: il mutuo-aiuto per l’auto-protezione sociale, campagne per il riconoscimento di diritti contrattuali e di welfare, iniziative di contrasto della precarietà nella professione e nel mercato del lavoro, rivendicazioni e azioni di lotta per influenzare l’agenda politica. L’articolo esplora le ragioni che hanno spinto la Cgil a guardare a queste alleanze, in riferimento ad alcuni casi di coalizioni fra Cgil e organizzazioni di rappresentanza del lavoro autonomo e professionale: la Rete dei redattori precari, Iva sei partita, Strade, Acta, Coalizione 27 febbraio.
  • Le mappe della disuguaglianza (Lelo e al., 2019) offre un notevole contributo al dibattito che si è sviluppato negli ultimi anni sulle città e le disuguaglianze che le attraversano. Obiettivo dell’articolo è, in primo luogo, analizzare le caratteristiche che questa assume nel territorio milanese. In particolare, dopo aver offerto una panoramica generale sulla «Milano che corre a due velocità», si prenderanno in considerazione alcuni temi chiave per la lettura della disuguaglianza: la scuola, il lavoro, la casa. Verrà inoltre dedicato uno spazio alla polarizzazione territoriale del voto dei milanesi nelle ultime elezioni. Non ci si potrà sottrarre dall’affrontare questi temi anche alla luce della drammatica crisi sanitaria che stiamo attraversando e delle profonde conseguenze che questa determinerà dal punto di vista economico e sociale. In secondo luogo, si parlerà di sindacato, mettendo in evidenza alcune iniziative che questo ha assunto nella città per agire a favore dei soggetti più vulnerabili. Da ultimo, si faranno alcune considerazioni finali, sottolineando l’importanza di un agire che investa sulle infrastrutture sociali, ridia centralità alla politica, favorisca la partecipazione e diffonda «un’ideologia della solidarietà».
  • La crisi, eccezionalmente lunga e profonda, cambia i paradigmi stessi dell’attuale modello di sviluppo, con riflessi ancora più pesanti per un paese come l’Italia, caratterizzato da specifici e gravi problemi nella struttura economica, produttiva e sociale. Di fronte a ciò la CGIL ha avvertito l’esigenza di un Piano del Lavoro, a cui il Forum dell’Economia della CGIL (un gruppo di economisti, ricercatori e sindacalisti che intende rendere permanente e fruibile per la Confederazione una discussione plurale sugli avvenimenti dell’economia e del lavoro) ha pensato di contribuire con una estesa e innovativa riflessione collettiva volta a promuovere una nuova «Grande trasformazione». • Da questa scelta nasce il Libro bianco per il Piano del Lavoro, un testo articolato in tre parti: una prima contiene contributi di analisi generale sulla crisi, le sue origini e cause, le proposte e le innovazioni necessarie per riorganizzare il modello di sviluppo, per contrastare la depressione e per promuovere la creazione di lavoro; una seconda approfondisce, per progetti e filiere, le esigenze del «sistema Italia» e indica percorsi di intervento per le politiche future; una terza presenta una «simulazione di impatto macroeconomico», con il merito, in particolare, di evidenziare che esistono alternative efficaci e praticabili alle politiche imposte da un pensiero e da interessi ormai inadeguati ad affrontare la crisi, ma ancora prevalenti nel «senso comune», economico e politico. • Ne è risultato un testo rigoroso, stimolante, non conformista, perché, citando Keynes, si sente «la necessità di una nuova saggezza per una nuova era, nella quale dobbiamo apparire disubbidienti, pericolosi a quelli che ci hanno preceduto». Le autrici e gli autori: Silvano Andriani; Cristiano Antonelli; Teresa Barbieri; Patrizio Bianchi; Paolo Borioni; Rita Borioni; Amaía Buján Otero; Nicola Cacace; Susanna Camusso; Mimmo Carrieri; Giovanni Caudo; Daniele Checchi; Andrea Ciarini; Lorenzo Ciccarese; Massimiliano D’Alessio; Fabrizio Dacrema; Paolo De Ioanna; Claudio Falasca; Fausto Felli; Ermanno Felli; Sergio Ferrari; Maurizio Franzini; Petya G. Garalova; Gianni Geroldi; Marco Gozzelino; Elena Granaglia; Paolo Leon; Salvo Leonardi; Stefano Lucarelli; Carlo Milani; Giacinto Militello; Alessandro Montebugnoli; Simone Ombuen; Massimo Paci; Ruggero Palladini; Daniela Palma; Laura Pennacchi; Davide Pettenella; Giuseppe Pisauro; Michele Raitano; Edoardo Reviglio; Gilberto Ricci; Roberto Romano; Lorenzo Sacconi; Riccardo Sanna; Oriella Savoldi; Annamaria Simonazzi; Walter Tocci; Leonello Tronti; Alessandra Untolini. Con il coordinamento del Dipartimento economico della CGIL.
  • Nel corso degli ultimi decenni, dall'Europa, agli Stati Uniti, all'Asia, all'Oceania, si è assistito, ad un progressivo avvicinamento dei corsi di vita delle donne e degli uomini, soprattutto per i cambiamenti sul versante occupazionale delle donne e per la convergenza verso percorsi di lavoro sempre più instabili e precari. Utilizzando le informazioni contenute nei principali database internazionali, l'articolo si propone di analizzare gli aspetti di convergenza (o mancata convergenza) in Italia, Giappone, Stati Uniti e Australia, proponendo una lettura incrociata per identificare specifiche similarità e differenze e contribuire al dibattito in corso.
  • L'articolo focalizza l’attenzione sui processi di innovazione finanziaria che stanno investendo il welfare territoriale. Dati i crescenti vincoli di bilancio e la richiesta di una maggiore efficienza nella gestione delle risorse pubbliche in molti paesi europei iniziano a diffondersi strumenti di finanza a impatto che hanno l’obiettivo di contribuire a ridurre la spesa pubblica e al contempo a produrre «impatti» sociali misurabili in grado di favorire l’innovazione sociale e lo sviluppo dei servizi. In questo quadro l’articolo dà conto dei cambiamenti emergenti che tendono a riguardare i rapporti tra gli attori pubblici e privati, compresi gli investitori, con un’attenzione particolare a due contesti nazionali: il Regno Unito e l’Italia. Nella parte conclusiva l’attenzione è spostata sul piano europeo. È anche a questo livello che emergono e si diffondono pressioni in direzione della finanziarizzazione, con esiti tuttavia aperti a diverse interpretazioni.
  • A partire dal volume di Francesca Coin (2023), il contributo si sofferma sul fenomeno delle grandi dimissioni che, sebbene non rappresenti l’unico cambiamento in corso nel lavoro e nella sua organizzazione, costituisce senza dubbio uno dei principali snodi critici con cui esso si manifesta. Dopo averne brevemente tratteggiato le caratteristiche, si sottolinea la necessità di una riflessione su cosa sia avvenuto negli ultimi anni, a cavallo della pandemia, da rendere i lavoratori così manifestamente più critici verso i lavori esistenti, che poi spesso sono «lavorini» di corto raggio, di breve durata e caratterizzati da trattamenti e tutele insufficienti.
  • Questo articolo presenta i risultati di una ricerca qualitativa che ha inteso esplorare il ruolo e le funzioni del servizio sociale nell’ambito delle cure palliative in Italia. I dati raccolti attraverso interviste semi-strutturate evidenziano la complessità dell’esercizio del ruolo, all’interno di contesti organizzativi orientati da assunti più vicini ad una cultura della medicina tradizionale e influenzati da una logica economica, in cui l’orientamento al contenimento dei costi rischia di oscurare il valore della relazione e della cura. La discussione dei risultati è utile a riflettere sul posizionamento del servizio sociale nei servizi per la salute, e consente di evidenziare criticità e nuove possibilità per le attuali politiche sociali e sanitarie.
  • I temi del territorio, dello sviluppo locale e della tutela delle condizioni di vita dei lavoratori e dei cittadini sono da sempre al centro dell’azione del sindacato milanese. Tale attenzione si è tradotta nel tempo in varie esperienze e pratiche sindacali all’interno del contenitore della contrattazione territoriale. In questo contesto, obiettivo dell’articolo è, in primo luogo, quello di analizzare il ruolo giocato dal sindacato milanese negli anni delle crisi e delle trasformazioni sociali, economiche e demografiche che l’hanno accompagnata. In particolare ci si concentrerà su alcune esperienze innovative per temi trattati, destinatari e modalità d’azione. In secondo luogo ci si chiederà se e in che modo la contrattazione territoriale può rappresentare una strada da seguire per rappresentare vecchi e nuovi bisogni sociali.
  • A quasi due anni dall’inizio della pandemia, attraverso diversi articoli pubblicati su Idea Diffusa, ripercorriamo gli accadimenti e i temi che sono stati al centro del dibattito pubblico e sindacale. Quale modello di sviluppo dopo la pandemia? Il Covid ha tirato una riga sul mondo che avevamo conosciuto, ha messo in discussione il modello economico e sociale dominante, ha messo in crisi il mondo del lavoro, il modello produttivo e i rapporti sociali e personali. La pandemia ha amplificato il dibattito sul cambiamento climatico e il futuro del pianeta, sulla transizione digitale e la crescita delle diseguaglianze, evidenziando la fragilità dei sistemi politici occidentali e, in generale, ha posto il tema del le forme di espressione e della reale valenza della rappresentanza democratica. Il numero speciale, che nasce dalla selezione di alcuni articoli, non ripercorre cronologicamente la fase pandemica, ma focalizza alcuni temi dirimenti e ci consente, senza un vincolo temporale, di guardare al futuro ragionando di sviluppo sostenibile, innovazione tecnologica, ricerca, digitalizzazione, ambiente, diritti e soprattutto lavoro. La qualità degli interventi ci consente di ragionare sul futuro che vorremmo, sugli errori da evitare, sul ruolo dello Stato e del Pubblico, sulle politiche industriali e sul ruolo del sindacato ed il mondo del lavoro.