• L’articolo indaga le caratteristiche socio-demografiche, educative e, soprattutto, professio-nali dell’élite di potere europea di fama mondiale (top leader) appartenente al campo della comunicazione. A tal fine è stata condotta una ricerca quantitativa basata sull’analisi di 9.000 profili di personalità con notorietà internazionale. È fornita un’analisi descrittiva che evidenzia che i top leader della comunicazione sono principalmente uomini in età avan-zata. Si osserva una sorta di longue durée di dominio maschile e gerontocrazia a causa dei quali, per i componenti dell’élite europea, il sistematico ricambio generazionale e di genere sembra essere molto difficile da raggiungere. Infine, i risultati della ricerca eviden-ziano che, nel Vecchio continente, le top élite della comunicazione svolgono professioni che rimandano principalmente ai modi del comunicare tipici del Novecento piuttosto che del Nuovo millennio, sempre più orientato al mondo dei social media e del digitale.
  • Questa pubblicazione raccoglie i preziosi contributi che i diversi relatori hanno portato alla giornata di discussione promossa dalla CGIL il 20 gennaio 2023, dal titolo Tra autonomia differenziata e presidenzialismo, per un’altra idea di Repubblica fondata sul lavoro e la coesione sociale. Un titolo che fa sintesi dei tre pilastri, profondamente connessi tra loro, su cui si è voluta focalizzare la discussione: l’attuazione dell’art. 116, terzo comma della Costituzione – meglio nota come autonomia differenziata –, le ipotesi di presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato – su cui la ministra per le Riforme istituzionali ha avviato confronti con tutte le forze politiche –, e la coesione sociale che verrebbe minata dall’attuazione di entrambe le proposte con il ridisegno di una Repubblica ben lontana da quella democratica fondata sul lavoro e garante dei diritti sociali fondamentali, nata con la Costituzione del 1948, che la CGIL intende difendere.
  • Intervista a Nino Baseotto, componente delle Segreteria confederale della Cgil nazionale e responsabile dell’Organizzazione.
  • La legge 328/2000 rappresenta un importante tentativo di modificare sensibilmente alcune inclinazioni più contraddittorie e problematiche del sistema di welfare in Italia, storicamente caratterizzato da una particolare debolezza centrale del ruolo e delle funzioni dello Stato, e da una forte frammentazione della struttura istituzionale, delle forme di governo e dei settori di politica sociale. Essa, infatti, pone in essere finalità, principi, criteri di riferimento e strumenti la cui valenza e applicazione – per la prima volta – dovrebbe essere coerente in tutto il territorio...
  • Per diverso tempo il lavoro autonomo e professionale non è stato al centro della rappresentanza sindacale, almeno quella confederale. Negli ultimi anni va registrato invece un certo attivismo da parte di tutti i grandi sindacati italiani, con la costituzione di strutture ad hoc e di strategie inedite, fatte di nuovi strumenti della contrattazione, nuove rivendicazioni e nuovi servizi. Tra vecchie e nuove questioni contrattuali, i sindacati si trovano inoltre a interagire e a seconda dei casi anche a costruire alleanze con nuove organizzazioni di rappresentanza del lavoro autonomo che tendono a combinare diverse logiche di azione: il mutuo-aiuto per l’auto-protezione sociale, campagne per il riconoscimento di diritti contrattuali e di welfare, iniziative di contrasto della precarietà nella professione e nel mercato del lavoro, rivendicazioni e azioni di lotta per influenzare l’agenda politica. L’articolo esplora le ragioni che hanno spinto la Cgil a guardare a queste alleanze, in riferimento ad alcuni casi di coalizioni fra Cgil e organizzazioni di rappresentanza del lavoro autonomo e professionale: la Rete dei redattori precari, Iva sei partita, Strade, Acta, Coalizione 27 febbraio.
  • Le mappe della disuguaglianza (Lelo e al., 2019) offre un notevole contributo al dibattito che si è sviluppato negli ultimi anni sulle città e le disuguaglianze che le attraversano. Obiettivo dell’articolo è, in primo luogo, analizzare le caratteristiche che questa assume nel territorio milanese. In particolare, dopo aver offerto una panoramica generale sulla «Milano che corre a due velocità», si prenderanno in considerazione alcuni temi chiave per la lettura della disuguaglianza: la scuola, il lavoro, la casa. Verrà inoltre dedicato uno spazio alla polarizzazione territoriale del voto dei milanesi nelle ultime elezioni. Non ci si potrà sottrarre dall’affrontare questi temi anche alla luce della drammatica crisi sanitaria che stiamo attraversando e delle profonde conseguenze che questa determinerà dal punto di vista economico e sociale. In secondo luogo, si parlerà di sindacato, mettendo in evidenza alcune iniziative che questo ha assunto nella città per agire a favore dei soggetti più vulnerabili. Da ultimo, si faranno alcune considerazioni finali, sottolineando l’importanza di un agire che investa sulle infrastrutture sociali, ridia centralità alla politica, favorisca la partecipazione e diffonda «un’ideologia della solidarietà».
  • La crisi, eccezionalmente lunga e profonda, cambia i paradigmi stessi dell’attuale modello di sviluppo, con riflessi ancora più pesanti per un paese come l’Italia, caratterizzato da specifici e gravi problemi nella struttura economica, produttiva e sociale. Di fronte a ciò la CGIL ha avvertito l’esigenza di un Piano del Lavoro, a cui il Forum dell’Economia della CGIL (un gruppo di economisti, ricercatori e sindacalisti che intende rendere permanente e fruibile per la Confederazione una discussione plurale sugli avvenimenti dell’economia e del lavoro) ha pensato di contribuire con una estesa e innovativa riflessione collettiva volta a promuovere una nuova «Grande trasformazione». • Da questa scelta nasce il Libro bianco per il Piano del Lavoro, un testo articolato in tre parti: una prima contiene contributi di analisi generale sulla crisi, le sue origini e cause, le proposte e le innovazioni necessarie per riorganizzare il modello di sviluppo, per contrastare la depressione e per promuovere la creazione di lavoro; una seconda approfondisce, per progetti e filiere, le esigenze del «sistema Italia» e indica percorsi di intervento per le politiche future; una terza presenta una «simulazione di impatto macroeconomico», con il merito, in particolare, di evidenziare che esistono alternative efficaci e praticabili alle politiche imposte da un pensiero e da interessi ormai inadeguati ad affrontare la crisi, ma ancora prevalenti nel «senso comune», economico e politico. • Ne è risultato un testo rigoroso, stimolante, non conformista, perché, citando Keynes, si sente «la necessità di una nuova saggezza per una nuova era, nella quale dobbiamo apparire disubbidienti, pericolosi a quelli che ci hanno preceduto». Le autrici e gli autori: Silvano Andriani; Cristiano Antonelli; Teresa Barbieri; Patrizio Bianchi; Paolo Borioni; Rita Borioni; Amaía Buján Otero; Nicola Cacace; Susanna Camusso; Mimmo Carrieri; Giovanni Caudo; Daniele Checchi; Andrea Ciarini; Lorenzo Ciccarese; Massimiliano D’Alessio; Fabrizio Dacrema; Paolo De Ioanna; Claudio Falasca; Fausto Felli; Ermanno Felli; Sergio Ferrari; Maurizio Franzini; Petya G. Garalova; Gianni Geroldi; Marco Gozzelino; Elena Granaglia; Paolo Leon; Salvo Leonardi; Stefano Lucarelli; Carlo Milani; Giacinto Militello; Alessandro Montebugnoli; Simone Ombuen; Massimo Paci; Ruggero Palladini; Daniela Palma; Laura Pennacchi; Davide Pettenella; Giuseppe Pisauro; Michele Raitano; Edoardo Reviglio; Gilberto Ricci; Roberto Romano; Lorenzo Sacconi; Riccardo Sanna; Oriella Savoldi; Annamaria Simonazzi; Walter Tocci; Leonello Tronti; Alessandra Untolini. Con il coordinamento del Dipartimento economico della CGIL.
  • Nel corso degli ultimi decenni, dall'Europa, agli Stati Uniti, all'Asia, all'Oceania, si è assistito, ad un progressivo avvicinamento dei corsi di vita delle donne e degli uomini, soprattutto per i cambiamenti sul versante occupazionale delle donne e per la convergenza verso percorsi di lavoro sempre più instabili e precari. Utilizzando le informazioni contenute nei principali database internazionali, l'articolo si propone di analizzare gli aspetti di convergenza (o mancata convergenza) in Italia, Giappone, Stati Uniti e Australia, proponendo una lettura incrociata per identificare specifiche similarità e differenze e contribuire al dibattito in corso.
  • L'articolo focalizza l’attenzione sui processi di innovazione finanziaria che stanno investendo il welfare territoriale. Dati i crescenti vincoli di bilancio e la richiesta di una maggiore efficienza nella gestione delle risorse pubbliche in molti paesi europei iniziano a diffondersi strumenti di finanza a impatto che hanno l’obiettivo di contribuire a ridurre la spesa pubblica e al contempo a produrre «impatti» sociali misurabili in grado di favorire l’innovazione sociale e lo sviluppo dei servizi. In questo quadro l’articolo dà conto dei cambiamenti emergenti che tendono a riguardare i rapporti tra gli attori pubblici e privati, compresi gli investitori, con un’attenzione particolare a due contesti nazionali: il Regno Unito e l’Italia. Nella parte conclusiva l’attenzione è spostata sul piano europeo. È anche a questo livello che emergono e si diffondono pressioni in direzione della finanziarizzazione, con esiti tuttavia aperti a diverse interpretazioni.