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Un viaggio nel sistema di rappresentanza degli interessi imprenditoriali
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Un virus di classe: anziani, disabili e altri dimenticati
Gli anziani ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) sono stati il gruppo popolazionale più colpito dalla pandemia. A tutt’oggi le istituzioni contentive rappresentano la prevalente risposta ai bisogni di popolazioni non autosufficienti o portatori di disabilità mentale e intellettuale. Questa risposta istituzionale rappresenta la prevalente offerta di «long term care» per anziani e disabili nel nostro paese. Il Coronavirus ha mostrato il fallimento del modello residenziale e ha messo in discussione il modello ospedaliero e quello esclusivamente biomedico: abbiamo bisogno di innovazione ossia di un insieme di interventi che avvengono nei centri di salute territoriali o anche al domicilio del paziente. Il virus non è democratico e colpisce chi sta peggio ma non è il virus che deve diventare più democratico bensì le risposte dei sistemi sanitari e di welfare che devono ristabilire la democrazia.
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Un welfare italiano che non discrimini per orientamento sessuale e identità di genere
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Un welfare italiano che non discrimini per orientamento sessuale e identità di genere
Nel nostro paese l'arretratezza, i vuoti normativi, il pregiudizio e le ingerenze delle gerarchie cattoliche pongono una istanza particolarmente urgente per le persone con orientamento sessuale e identità di genere non conforme, istanza che, se trovasse buone risposte, porterebbe a un miglioramento generale nella qualità di vita per tutti. Anche se genera una grave disparità di trattamento, non prevedendo l'accesso al matrimonio per le coppie di persone dello stesso sesso, la legge sulle unioni civili, approvata in Italia nel maggio del 2016, ha rappresentato un passo decisivo verso la parità di accesso ai provvedimenti di un sistema di welfare «universale». Continuano tuttavia a mancare una parificazione dei diritti nella genitorialità e nella filiazione per le famiglie omogenitoriali, una legge avanzata che regoli le varie fasi del transessualismo, e poi servizi, consultori familiari, assistenza sociale in cui operi personale competente, professionale e informato, pronto a comprendere emergenze sanitarie e sociali e di solitudine anche per gay, lesbiche, intersex e trans.
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Un welfare per la piena occupazione
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Un «posto» nel call center: giovani e lavoro nel Mezzogiorno
Questo articolo presenta i risultati di una ricerca empirica svolta sugli occupati di un call center pugliese. L’obiettivo è stato quello di indagare i processi che spingono i ragazzi meridionali a scegliere un lavoro da operatore telefonico, occupazione oggi tra le più sgradite nel nostro Paese. La ricerca conferma che, per i giovani del Sud, il lavoro da operatore telefonico è insoddisfacente. Essi lo considerano un’occupazione transitoria, la tappa di un percorso che li dovrà condurre verso un lavoro più desiderabile.
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Un’altra idea di autonomia: tra azionismo e marxismi eterodossi
17.00
€
Nella visione di Bruno Trentin, l’azione sindacale deve puntare innanzitutto all’affermazione della persona e della sua libertà dentro al processo lavorativo, contro tutte le eteronomie alienanti e spersonalizzanti. Muovendo da questo presupposto, l’ultima fase della sua vita lo ha visto interrogare quelle correnti eretiche del socialismo che, carsicamente, hanno attraversato l’intera vicenda del movimento operaio. È solo a partire dal confronto con questo caleidoscopio politico-culturale che si può spiegare il carattere originale, eterodosso e sincretistico della sua elaborazione più matura, irrequieta e insoddisfatta verso le tradizioni maggioritarie della sinistra. Nel quadro di una vera e propria genealogia teorica e intellettuale, questo numero degli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio si propone di toccare e approfondire alcune delle principali fonti di ispirazione del bagaglio culturale trentiniano.
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Un’altra idea di città
9.00
€
Bologna attraversa un fase delicata. La città vive un persistente declino che ne mette a rischio lo sviluppo, inquina la qualità della vita, ingrigisce quella coesione sociale che ha sempre costituito il tratto distintivo della sua esperienza. La Camera del Lavoro, con un percorso importante fatto di proposte, confronto, partecipazione, avanza la propria idea, ed è «un’altra idea» di città dei servizi, dell’innovazione, della partecipazione e della coesione sociale, radicalmente diversa da quella delineata dall’attuale amministrazione di centro-destra. In questo volume insieme agli interventi di Cesare Melloni, Riccardo Sarfatti, Giuseppe Campos Venuti, Roberto Grandi, Vasco Errani, Sergio Cofferati e di altri, il testo del documento programmatico della Camera del lavoro.
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Un’altra scuola
12.00
€
La buona scuola, quella vera, ce la racconta Giovanni Accardo nel suo libro in uscita il 6 maggio per la collana Carta Bianca diretta da Angelo Ferracuti. Un “libro politico”, come lo definisce Eraldo Affinati nella prefazione. Un racconto sulla scuola così com’è e su come dovrebbe essere. Un libro che diverte e commuove, che vi farà vedere la scuola da una prospettiva nuova e insolita, lontana dai luoghi comuni e dalle immagini usurate e denigratorie.
«Il vero insegnante è una persona che crede che l’insegnamento sia ancora una vocazione, e non una busta paga a fine mese»
«La dimensione etica di questo diario scolastico assomiglia a un diamante prezioso […] La scuola è un luogo dove si consegna il testimone della tradizione, si formano le coscienze dei futuri cittadini e, se possibile, si impara a diventare adulti»
(dalla prefazione di Eraldo Affinati) Oramai da alcuni anni la scuola è sotto assedio, minacciata da chi la dovrebbe curare, difendere e governare, ovvero dai ministri che si succedono uno dopo l’altro e che invece si limitano a tagliare fondi e al contempo, quasi per un paradosso, aumentano il carico di lavoro degli insegnanti. Nella percezione largamente diffusa predomina un’immagine caricaturale dell’insegnante: patetico, psicopatico, lavativo, grigio, triste, ignorante. Ma è davvero così? Davvero tutti gli insegnanti che avete incontrato nella vostra vita scolastica erano così? Non vi è mai capitato di incontrare uno o più insegnanti stimolanti, affettuosi, comprensivi, colti, allegri, esigenti? Esiste un’altra scuola, fatta di insegnanti che progettano percorsi innovativi, si prendono cura dei loro allievi, studiano, si aggiornano, costruiscono relazioni affettive. Ma di questa scuola nessuno parla, forse perché non fa scandalo o non fa ridere. Così come esiste una scuola di studenti intelligenti, curiosi e desiderosi di mettersi alla prova. Ci sono insegnanti che si dannano l’anima, che si svegliano la mattina all’alba per preparare le lezioni, che vanno a letto a notte fonda per correggere verifiche, che tentano in tutti i modi di appassionare al sapere e alla vita gli studenti, che si fanno carico dei loro dolori. Un’altra scuola è il diario verosimile di un anno scolastico che si può leggere come un romanzo. Verosimile perché non tutto è avvenuto nel medesimo anno e nello stesso istituto, ma quasi tutto è realmente accaduto in una scuola di confine, quella dell’Alto Adige, con le sue problematicità e le sue ricchezze. Ci troverete la solitudine e i dubbi dell’insegnante, le difficoltà degli studenti e dei loro genitori, ma anche le passioni, gli entusiasmi, i successi.
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Una (illecita) società di mutuo soccorso: l’offerta sociale di cannabis
L’articolo si focalizza sulla cosiddetta «offerta sociale» di cannabis, definita come l’insieme dei gruppi di amici/consumatori in cui avviene un commercio «minimamente» orientato al profitto. Un arcipelago di società di mutuo soccorso, sorte tra pari, in vari paesi, in risposta alle restrizioni legali/morali gravanti su varie sostanze illegali, tra cui, in particolare, la cannabis. Qui si mostrano i risultati di un’indagine empirica che conferma la rilevanza dell’offerta sociale di cannabis anche in Italia, e suggerisce che l’uso di questo canale sia positivamente correlato con alcuni indicatori di integrazione sociale degli intervistati, quali il loro livello di istruzione e di occupazione.
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Una buona finanza
14.00
€
In questo volume, corredato di numerose tavole esplicative a colori, viene illustrato il «Manifesto per la buona finanza» elaborato dalla FISAC, il sindacato dei lavoratori del credito della CGIL, e con la collaborazione dall’Area sviluppo della CGIL nazionale. Il Manifesto si articola in sette proposte fondamentali per riportare le banche al servizio del paese dando la priorità assoluta agli obiettivi della crescita, del lavoro e dell’uguaglianza. Discriminante per l’elaborazione delle sette proposte del Manifesto è stata la scelta compiuta dalla CGIL di una terapia anticrisi centrata sul Piano del lavoro, all’insegna di un progetto per la ricostruzione del paese che rappresenta la via maestra per indurre l’indispensabile cambiamento della politica economica in Europa e in Italia. Una delle condizioni per dare concretezza al Piano del lavoro, insieme agli investimenti pubblici, consiste nel riavviare il motore del credito e della finanza per fare ripartire gli investimenti privati nell’industria, nel turismo, nell’ambiente e nei servizi, grazie a un’innovazione capace di rendere competitivo il sistema produttivo italiano e creare lavoro stabile. Va sempre ricordato che, come ha spiegato Amartya Sen, la finanza non è buona o cattiva in sé, ma dipende da come la si fa e al servizio di chi. Contrastare la finanza degli speculatori e degli «stregoni», come fa il Manifesto, vuol dire misurarsi con il fatto che la finanza agisce quotidianamente in modo determinante sull’intero tessuto sociale composto da lavoratori, giovani, pensionati. Per questa ragione non si può immaginare un valido progetto di politica economica che non includa un sistema del credito in cui le banche siano al servizio del paese.
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Una cittadinanza in disordine
12.00
€
Il Maghreb è la parte a noi più vicina del mondo arabo, a cui ci legano una storia antica e i più recenti fenomeni delle migrazioni. Una realtà densa e complessa, in cui le donne non possono essere considerate semplicemente un gruppo svantaggiato o marginale, poiché si sono rivelate soggetti fondamentali per lo sviluppo economico e politico dei propri paesi e per l’allargamento della democrazia. Il volume, curato da Maria Grazia Ruggerini, esperta dei temi della differenza di genere, osserva questo universo femminile da una prospettiva laica, legata alla vita quotidiana delle donne nel loro difficile percorso per affermare i propri diritti. Ne emerge l’esigenza di incidere su mentalità maschili e femminili che impediscono in questi paesi l’affermazione di tragitti paritari per uomini e donne. Dall’incontro con le associazioni democratiche delle donne e i sindacati che fanno pratica politica quotidiana sui temi della cittadinanza risulta chiaro che spesso, più che creare, è sufficiente dare visibilità e valorizzare ciò che esiste in maniera silente: ciò che le donne algerine, marocchine o tunisine già fanno.
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