• Nel contributo si propone di creare un’alternativa pubblica e sovranazionale all’oligopolio delle grandi imprese di tecnologia dell’informazione, le cosiddette Tech Giants. Dopo questa premessa, ci si sofferma dapprima su una breve analisi sulla scala dei problemi che si hanno di fronte, per poi presentare una proposta per l’economia digitale che trae origine dall’elabo-razione, sin dal 2019, del concetto di impresa pubblica europea ad alta intensità di cono-scenza.
  • La mafia vista con gli occhi di un bambino, una nonna coraggio e una battaglia sotto il cielo d’estate. Sono gli ingredienti di questo racconto, ambientato tra le colline di Salsomaggiore Terme. È un’avventura che trae ispirazione dal campo antimafia di «Libera», ed è completata da un diario di quell’esperienza, con le impressioni di chi vi ha preso parte e le testimonianze di chi combatte ogni giorno contro la criminalità organizzata.
  • Perché gli uomini pagano per il sesso? Il mercato del sesso del nuovo millennio rivela l’esistenza di una domanda crescente, formata da numeri impressionanti di uomini in tutti i paesi occidentali. Colpire questa domanda per contrastare la proliferazione dei mercati sessuali è oggi, dopo secoli di silenzio e di rimozione della responsabilità dei clienti, l’idea guida dell’intervento pubblico anti-prostituzione. Ma gli scandali sessuali che hanno riguardato uomini di potere, come Silvio Berlusconi e Dominique Strauss-Kahn, mostrano che le pratiche maschili di scambio sesso-denaro arrivano a insinuarsi anche nelle stanze della politica. Questo libro è un percorso di esplorazione nel territorio pieno di ombre e di silenzi degli uomini che pagano le donne, fino ad oggi in Italia poco studiati e meno ancora compresi. Analizzando e criticando gli approcci che fanno del sesso a pagamento una patologia di pochi, offre invece uno sguardo ampio sulla cultura contemporanea, che, in ambiti sempre più estesi del vivere, produce la commercializzazione della vita intima e della sessualità. E in questa cultura il libro cerca le radici di potere e impotenza maschile, desiderio e repulsione verso la prostituzione, apertura di spazi virtuali e vessazione delle sex worker migranti. Il cliente emerge così come la figura maschile che interpreta nei suoi esiti più radicali e contraddittori l’ingiunzione contemporanea al consumo sessuale.
  • Perché gli uomini pagano per il sesso? Il mercato del sesso del nuovo millennio rivela l’esistenza di una domanda crescente, formata da numeri impressionanti di uomini in tutti i paesi occidentali. Colpire questa domanda per contrastare la proliferazione dei mercati sessuali è oggi, dopo secoli di silenzio e di rimozione della responsabilità dei clienti, l’idea guida dell’intervento pubblico anti-prostituzione. Ma gli scandali sessuali che travolgono uomini di potere, come Silvio Berlusconi e Dominique Strauss-Kahn, mostrano che le pratiche maschili di scambio sesso-denaro arrivano a insinuarsi anche nelle stanze della politica. Questo libro è un percorso di esplorazione nel territorio pieno di ombre e di silenzi degli uomini che pagano le donne, fino ad oggi in Italia poco studiati e meno ancora compresi. Analizzando e criticando gli approcci che fanno del sesso a pagamento una patologia di pochi, offre invece uno sguardo ampio sulla cultura contemporanea, che dal mondo del lavoro alla pubblicità produce la commercializzazione del la vita intima e della sessualità. E in questa cultura cerca le radici di potere e impotenza maschile, desiderio e repulsione verso la prostituzione, apertura di spazi virtuali e vessazione delle sex worker migranti. Il cliente emerge così come la figura maschile che interpreta nei suoi esiti più radicali e contraddittori l’ingiunzione contemporanea al consumo sessuale. NUOVA INTRODUZIONE E POSTFAZIONE Prefazione di Maria Rosa Cutrufelli Postfazione di Tamar Pitch
  • L’incremento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro ha innescato cambiamenti sociali orientati all’affermazione di un’uguaglianza di genere. Questo volume fornisce una riflessione sullo stato attuale delle asimmetrie tra uomini e donne nella conciliazione tra sfera pubblica e privata a partire dalla ricostruzione del quadro offerto dalle fonti statistiche ufficiali. Attraverso una complessa indagine sul campo, effettuata mediante questionari e interviste in profondità, è stata ascoltata la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, per fare emergere le nuove strategie di coppia orientate alla condivisione del lavoro, ma anche il persistere dei pregiudizi e i vincoli che il sistema Italia pone alla diffusione di una cultura di parità. La cultura del nostro paese è stata osservata anche nella sua espressione simbolica, mediante l’analisi dell’immaginario legato alla famiglia proposto dai mass media, in particolare da riviste «femminili» e «maschili». Il termine di confronto utilizzato per comprendere meglio le criticità italiane e suggerire possibili soluzioni è l’Europa: di alcuni paesi sono state esaminate in dettaglio le normative e le agevolazioni economiche tese a favorire un riequilibrio di genere nella distribuzione dei lavori che il vivere sociale comporta.
  • Uomini e navi

    12.00 
    Questo libro a più voci sulla storia del porto di Genova intreccia diverse componenti di racconto: il cantiere, i suoi uomini e le sue navi, le politiche governative e la legislazione, le scelte imprenditoriali, ma anche le tante trasformazioni dell’Italia nell’arco di un secolo. Scritto con lucidità e passione documentaria e civile, Uomini e navi aggrega più registri: cronaca giornalistica, notazione politico-economica, reportage, racconto sociale, dando voce ai lavoratori portuali che sono stati i veri protagonisti di queste vicende, sin dai tempi dei fondatori del cantiere Taylor e Prandi a metà Ottocento. Con un’ampia partitura composta dalle testimonianze dei protagonisti, ognuno dei quali narra e fotografa un’epoca – da Amleto Valenti, assunto negli anni trenta e delegato sindacale della Fiom, al beatnik Pietro Apostoli, diventato comunista alla Fincantieri, fino a Eugenio Restani, cassaintegrato che racconta la crisi e il declino industriale –, Alessandra Fava ricostruisce un pezzo di storia della cantieristica italiana, tra epica novecentesca, memorialistica operaia e disincanto del presente. «Quando la “Costa Magica” si è scostata dal bacino ho provato, per la prima volta nella mia vita lavorativa, una punta di orgoglio e mi sono sentito accomunato a tut te le generazioni di costruttori di navi che mi avevano preceduto. Io appartengono al secolo scorso, la mia speranza è per i più giovani, per i loro sogni e perché possano costruire le navi più belle del mondo». (Eugenio)
  • La crisi della partecipazione elettorale è ormai da qualche anno un tratto che accompagna le vicende politiche del nostro paese. Si presenta come fenomeno non contingente e neppure specificamente italiano, che ha a che vedere con le trasformazioni, le sfide e i pericoli che attraversano le democrazie contemporanee. Non va quindi sottovalutato né subìto come qualcosa di inevitabile (o addirittura salutare per la democrazia), ma studiato e compreso in tutte le sue dimensioni e implicazioni, anche per poterlo fronteggiare meglio. Del resto, come dimostrano le più recenti consultazioni, la capacità di riportare i cittadini alle urne si configura sempre di più come una decisiva risorsa strategica nella competizione elettorale (ancor più se di tipo maggioritario e bipolare). Comunque, riflettere sul declino della partecipazione elettorale è necessario e urgente soprattutto perché la progressiva de-inclusione di cittadini appartenenti ai ceti sociali «periferici» e svantaggiati, sempre più orfani di un’adeguata rappresentanza politica, implica l’ulteriore caduta della loro influenza politica e, alla lunga, potrebbe aprire una falla nel consenso verso la democrazia. Di tutto ciò si occupa questo libro, che - riallacciandosi a una prestigiosa tradizione di ricerca, e apportandovi nuove ipotesi e metodologie - analizza l’astensionismo in Italia, la sua evoluzione storica, le sue cause dirette e indirette, le sue diverse espressioni, le sue conseguenze.
  • In Italia un milione di immigrati, più di un quarto degli stranieri soggiornanti regolarmente nel paese, sono iscritti alle tre maggiori confederazioni. Ciò fa del livello di sindacalizzazione uno degli indicatori più sensibili per lo studio dei percorsi di inserimento lavorativo e sociale dei lavoratori immigrati nei contesti territoriali d’approdo, e qualifica il sindacato come l’organo principale di tutela e di supporto dei migranti a fronte delle difficoltà e degli ostacoli che incontrano lungo quei percorsi, nonché come spazio di socializzazione e di partecipazione anche per i lavoratori italiani. Le due ricerche raccolte in questo libro si sono proposte di capire in quale misura la mole di conoscenze accumulata dalle strutture confederali attive sul terreno dell’immigrazione possa ormai essere considerata una nuova dimensione della cultura della CGIL; ci si è inoltre proposti di individuare e mettere in luce i principali problemi che si trovano ad affrontare nel lavoro quotidiano alcune delle federazioni di categoria impegnate in settori nei quali è particolarmente forte la presenza di lavoratori di origine straniera.