• Basandosi sui risultati di un progetto internazionale di ricerca, l’articolo esamina un’esperienza innovativa di contrattazione a livello aziendale sui temi dell’occupazione giovanile; in particolare i recenti accordi sottoscritti da Enel Spa e sindacati per una «staffetta generazionale» e un programma sperimentale di apprendistato con alternanza scuola-lavoro. L’analisi si concentra sulle logiche d’azione e le modalità operative degli attori coinvolti, nonché sul contesto che li ha agevolati; essa evidenzia i buoni risultati ottenuti, ma anche alcune importanti criticità.
  • Perché un funzionario e dirigente del più grande partito comunista d’Occidente, come Walter Veltroni, dichiara di non essere mai stato comunista e di non credere nei partiti politici? Come mai questo politico riesce a diventare il primo leader del Partito Democratico, acclamato da un plebiscito nelle primarie? Perché, in seguito, è stato così pesantemente sconfitto? Il libro prova a rispondere a questi e altri interrogativi ricostruendo, secondo una prospettiva socio politologica, la biografia di Walter Veltroni, la sua formazione come leader attraverso il rapporto con le Istituzioni, il percorso di carriera, la cultura politica, l’immagine pubblica. Dai tempi della FGCI romana alla direzione de l’Unità, passando per il forte legame col gruppo dirigente del PCI di Achille Occhetto, per poi arrivare agli anni dell’Ulivo, della segreteria dei DS, del sindaco della Capitale, fino alle recenti vicende del Partito Democratico. Consacrato come grande leader prima, ritenuto il maggior artefice della sconfitta poi. Cos’ha rappresentato realmente Walter Veltroni nella recente storia della sinistra postcomunista italiana?
  • Il World class manufacturing potrebbe essere definito come l'integrazione di tutti i concetti organizzativi prodotti e stratificatisi nel Novecento, resa possibile dall'evoluzione tecnologica. Non un semplice sviluppo del toyotismo ma un nuovo sistema che simboleggia lo stadio raggiunto dall'evolozione socio-tecnica.
  • Per lungo tempo il tema del welfare contrattuale ha attraversato il dibattito interno alla Cgil, alimentando sospetti, reticenze, contraddizioni che non hanno consentito una riflessione approfondita sulla natura del fenomeno e sulle sue possibili evoluzioni, ritardando così l’elaborazione di una propria visione autonoma. Oggi il tema del welfare contrattuale è diventato centrale nel dibattito nazionale, tanto nelle azioni del governo, quanto nelle posizioni e nelle proposte dei soggetti di rappresentanza, innanzitutto di parte datoriale. In particolare, sul welfare aziendale la recente Legge di stabilità ha previsto ulteriori misure di sostegno e agevolazioni di natura fiscale. Solo un solido sistema di welfare pubblico e universale consente di sviluppare esperienze di welfare integrativo sostenibili anche in termini di costi e convenienze contrattuali. Anche per questo il welfare contrattuale (nazionale o aziendale) pur se rivolto solo ai lavoratori dipendenti e ai loro familiari deve contribuire a quello universale e in questo senso è decisivo il rapporto tra il welfare contrattuale/aziendale e il territorio dove opera l’impresa.
  • Le politiche di conciliazione vita-lavoro hanno effetti non solo sull’occupazione femminile ma anche sulla distribuzione dei carichi di cura tra uomini e donne e, di conseguenza, sull’uguaglianza di genere. Analogamente, anche le iniziative di welfare aziendale in ambito di work-life balance possono avere implicazioni differenti sulle opportunità di conciliazione vita-lavoro e di carriera dei lavoratori a cui si rivolgono, e in particolare della componente femminile all’interno delle organizzazioni. Il presente contributo analizza le politiche implementate dalle aziende attraverso lo studio dei contenuti di 148 accordi aziendali siglati nel periodo 2004-2014, nel tentativo di individuare le implicazioni di diverse «strategie» aziendali in ottica di genere.
  • Il rapporto tra welfare e immigrazione costituisce una problematica complessa. L’intreccio tra i due processi, lo sviluppo del welfare e i flussi migratori, mette in gioco grandi questioni: il nesso tra diritto alle prestazioni del welfare e cittadinanza; la tematica delle disuguaglianze nell’accesso al welfare che è all’origine del sistema di «stratificazione civica»; la questione della implementazione delle politiche sociali e infine le barriere che interferiscono con l’accesso e la fruibilità dei servizi per gli immigrati. L’estensione dei diritti sociali di cittadinanza (cioè dei benefici del welfare) ai non cittadini è una conquista mai realizzata completamente. E questo sta diventando più difficile per effetto del prevalere della ideologia neoliberista che è alla base delle attuali politiche economiche e sociali. Partendo dalla visione dei migranti come soggetti titolari di un diritto esigibile e non oggetto di una missione umanitaria della società d’arrivo, si propone un percorso di riflessione a partire dal concetto di discriminazione e da come questa influenzi le politiche migratorie e l’accoglienza degli immigrati nel welfare italiano in una fase di progressivo ridimensionamento del welfare pubblico quale garante dei diritti sociali.