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Docenti ospedalieri: equilibrismi sulla soglia
L’articolo analizza, sulla base di una prima discesa sul campo, le esperienze, le rappresentazioni e i posizionamenti di ruolo di un gruppo di docenti ospedalieri e, attraverso il loro punto di vista, offre spunti per riflettere su come le attuali politiche educative e sanitarie si intrecciano e sono implementate. A partire dalle sfide poste alla scuola dalla società della conoscenza, si discutono le potenzialità e gli inciampi che costellano il lavoro e la quotidianità del docente in ospedale. Quella che emerge è una professione che, per la particolarità del contesto, si costruisce attraverso equilibrismi su molteplici e sovrapposte soglie.
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La vita in una stanza. Bambini e genitori in ospedale
La transizione dalla salute alla malattia che investe bambini e adolescenti e che richiede ricoveri prolungati si configura come elemento dirompente nelle biografie familiari. La discontinuità biografica che ne deriva, per tutti i componenti del nucleo, si manifesta nella trasformazione dell’agency infantile, della relazione genitori-figli e nella scoperta di una nuova quotidianità, dapprima subita, poi accettata. In questa nuova routine, prevalentemente caratterizzata da una scansione sanitaria del tempo, la scuola ospedaliera non soltanto occupa un posto di spicco per mantenere saldi legami con il fuori, ma si inserisce nel processo terapeutico come attivatore di energie e competenze.
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Violenza sulle donne e intersezionalità: la capacità di risposta degli interventi a supporto dell’empowerment socio-economico
Il saggio pone l’attenzione al carattere intersezionale della violenza e al tema delle discriminazioni multiple, tessendo un filo di Arianna tra i risultati emersi da una ricerca di campo realizzata nell’ambito di un lavoro di valutazione dei due Piani nazionali contro la violenza sessuale e di genere. La prima parte presenta i risultati di un’indagine sugli interventi nazionali finanziati dal Piano Straordinario 2015-2017 a valere dei fondi stanziati da due Avvisi pubblici. L’indagine si focalizza sulla capacità ed efficacia di presa in carico e di supporto all’empowerment socio-economico delle donne considerate un target maggiormente vulnerabile al rischio di subire diverse forme di violenza ed esposte a discriminazioni multiple: migranti anche di seconda generazione, incluse le donne rifugiate e richiedenti asilo. La seconda parte si propone di comprendere se le criticità rilevate emergono anche dall’analisi del focus group condotto con soggetti del privato sociale impegnati nel contrasto di tutte le forme di violenza. L’obiettivo è di comprendere se tali discriminazioni permangono come fattori che ostacolano l’efficacia degli interventi di policy per prevenire e contrastare la violenza sulle donne più vulnerabili.
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Fare rete nel contrasto alla violenza maschile contro le donne
Il contributo affronta il tema del lavoro di rete nella prevenzione e nel contrasto della violenza maschile contro le donne e si concentra in particolare sull’analisi delle dinamiche che hanno luogo tra centri antiviolenza/case rifugio e servizi generali nei processi di costruzione di relazioni operative stabili. Tali collaborazioni, oggi unanimemente considerate il presupposto fondamentale per la messa in atto di interventi integrati, efficaci e rispondenti ai bisogni e ai desideri delle donne in uscita dalla violenza, sono lette sia alla luce del ruolo dei Cav, delle case rifugio e dei servizi generali, che del confronto metodologico e culturale tra questi attori, con la finalità di mettere in risalto sia i principali esempi virtuosi che le maggiori criticità relative ai processi di costituzione e funzionamento delle reti territoriali antiviolenza.
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I centri antiviolenza nelle politiche regionali: eterogeneità e prospettive
Le politiche di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne sono definite, oltre che dalle disposizioni nazionali, anche da quelle regionali. A partire da una breve ricostruzione storica e normativa riguardante lo sviluppo del ruolo dei centri antiviolenza in Italia, il contributo analizzerà i contesti regionali e delle province autonome, al fine di esplorare i differenti assetti territoriali. L’articolo, ricostruendo la cornice formale entro cui si situa l’azione dei servizi, e approfondendo alcune dimensioni riguardanti l’inquadramento e il ruolo attribuito ai centri antiviolenza (Cav) a livello locale, propone una riflessione sul riconoscimento o meno delle loro peculiarità e sollecita la necessità di riconoscere le politiche antiviolenza come specifiche.
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Una convergenza impossibile? Gli interventi per autori di violenza in Italia tra resistenze e istanze innovatrici
Nel campo degli interventi antiviolenza, il riconoscimento dei Programmi per autori di violenza (Pav) è stato accompagnato da dubbi di diversa natura. Tra questi, le resistenze di alcuni centri antiviolenza (Cav) femministi si fondano sui timori per la sicurezza delle vittime. Il contributo analizza le tensioni che si sono originate nel processo di accreditamento dei Pav e le strategie da questi adottate per legittimarsi. A livello politico, si analizza la negoziazione interna ai Pav in occasione della codifica dei princìpi di riferimento nelle linee guida nazionali, mentre a livello operativo si discutono le tensioni emerse con i Cav in merito alle procedure adottate dai Pav per garantire la sicurezza delle partner degli autori presi in carico. In entrambi i casi emergono ambivalenze, tensioni e strategie per il loro superamento, che indicano possibilità di conciliare i diversi posizionamenti, nella prospettiva di garantire sicurezza alle vittime in un sistema integrato e coordinato di intervento.
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La metodologia dei centri antiviolenza e delle case rifugio femministe come «politica sociale di genere»
L’articolo esplora gli effetti del processo di regolamentazione in atto sulle pratiche di Centri antiviolenza (Cav) e case rifugio (Cr), in particolare di quelli gestiti dall’associazionismo femminile e femminista, inquadrandolo all’interno del dibattito teorico sul «riconoscimento». A partire dalle narrazioni di operatrici antiviolenza sulle rappresentazioni e le pratiche adottate nei loro interventi, analizziamo 1) la specificità della metodologia di accoglienza dei Cav basata sulla co-costruzione dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza con le donne accolte, 2) il tema dei finanziamenti e 3) il ruolo delle operatrici. Si intende così approfondire come le pratiche di Cav e Cr si integrino nel sistema istituzionale antiviolenza in Italia, configurandosi come politica sociale di genere. L’analisi conferma come le politiche antiviolenza rappresentino un unicum all’interno del sistema delle politiche pubbliche nel loro complesso, specificatamente caratterizzate da un approccio di genere, intersezionale e multidimensionale. Infine, l’articolo mette in luce come il dibattito che attraversa il percorso di regolamentazione riveli sia i vincoli, sia, talvolta, alcuni spazi di opportunità per interpretare le esigenze di Cav e Cr e delle donne.
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Il contrasto alla violenza sulle donne: attori, processi e pratiche di un campo in evoluzione. Nota introduttiva
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RPS N. 3-4/2021
22.00
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Contrastare la violenza sulle donne
attori, processi e pratiche di un campo in evoluzione
La Scuola in ospedale tra sfide educative e complessità relazionali
Oltre il proibizionismo. Le politiche di regolamentazione della cannabis
La pandemia e l’aggravarsi della povertà
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Quo vadis rider [EBOOK]
13.99
€
Un racconto. Un’inchiesta. Un contributo di approfondimento giuridico, sociologico e culturale con uno sguardo che al giorno d’oggi va ben oltre i confini nazionali. Fra sentenze e contratti, orizzonti mediatici e testimonianze in carne e ossa, questo libro si propone di suscitare una presa di coscienza, individuale e collettiva, su cosa è diventato e su come rischia di configurarsi il lavoro gestito dagli algoritmi in un mondo che già corre velocissimo. A maggior ragione è decisivo che a rappresentare nelle sedi istituzionali il lavoro e le figure dei ciclofattorini ci sia una conoscenza il più possibile interconnessa e condivisa, quindi all’altezza della situazione.
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Quo vadis rider
18.00
€
Un racconto. Un’inchiesta. Un contributo di approfondimento giuridico, sociologico e culturale con uno sguardo che al giorno d’oggi va ben oltre i confini nazionali. Fra sentenze e contratti, orizzonti mediatici e testimonianze in carne e ossa, questo libro si propone di suscitare una presa di coscienza, individuale e collettiva, su cosa è diventato e su come rischia di configurarsi il lavoro gestito dagli algoritmi in un mondo che già corre velocissimo. A maggior ragione è decisivo che a rappresentare nelle sedi istituzionali il lavoro e le figure dei ciclofattorini ci sia una conoscenza il più possibile interconnessa e condivisa, quindi all’altezza della situazione.
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Accogliere e integrare
18.00
€
Il tema dell’accoglienza degli immigrati extracomunitari in Europa si è sviluppato negli ultimi anni come una priorità organizzativa e sociale determinante per attivare successivamente politiche di integrazione efficace nei singoli contesti di arrivo. I modelli di accoglienza si differenziano molto fra di loro sia per prassi che per politiche sociali specifiche. La pubblica amministrazione a livello locale, regionale e nazionale non sempre è adeguatamente informata sui modelli esistenti in Europa e sulle normative che di solito vengono applicate nei contesti territoriali di riferimento nazionale. La ricerca sul campo è stata realizzata con metodi comparativi per evidenziare le diversità di approccio all’accoglienza esistente in Europa. L’analisi è stata parte integrante di un progetto più ampio finanziato con le risorse del fondo Fami 2014-2020. L’attività di ricerca comparativa è stata realizzata in Italia, a livello regionale, in Germania, in Grecia ed in Turchia. Ha visto coinvolti vari attori sociali, pubblici e privati, che hanno narrato le prassi e le applicazioni operative dell’accoglienza esistente con storie specifiche di ambito amministrativo, sociale, lavorativo, scolastico e sanitario. All’interno del rapporto finale, vi sono suggerimenti con l’obiettivo di realizzare un modello unico europeo di accoglienza degli immigrati, in grado di favorire processi di inclusione attiva degli stessi in una dimensione sistemica e solidale condivisa dai vari attori istituzionali nazionali.
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