• Questo è il testo dell’intervento di Albertina Soliani in occasione della presentazione del volume “In difesa dello Stato, al servizio del Paese” di Giuseppe Amari. Tina Anselmi è arrivata a presiedere la commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia P2 nel 1981 nel momento del più alto attacco alle istituzioni democratiche da parte dell’organizzazione segreta guidata da Licio Gelli. La donna più amata dall’Italia democratica ha poi pagato a caro prezzo il suo impegno per la salvaguardia di quanto di più prezioso vi era nella vita del Paese: la democrazia.
  • In occasione della presentazione del volume, curato da Giuseppe Amari per conto della Cgil e della Fondazione Di Vittorio, Epifani ricorda i protagonisti del volume come “Erasmiani”, ovvero coloro che, secondo Ralph Dahrendorf, si opposero con il pensiero ma anche con l’azione, se necessaria, ai vari totalitarismi e in difesa della libertà, pagando spesso di persona con l’isolamento e non di rado con la loro stessa vita. Le persone ricordate combatterono contro un perverso intreccio politico, affaristico, criminale che faceva riferimento al bancarottiere Sindona e a Licio Gelli.
  • Il contributo presente in appendice è estratto dal volume di Giuseppe Amari (a cura di) "In difesa dello Stato, al servizio del paese. La battaglia di Giorgio Ambrosoli, Paolo Baffi, Silvio Novembre, Mario Sarcinelli e di Tina Anselmi, Ediesse, Roma, 2010.
  • Il contributo presente in appendice è estratto dal volume di Giuseppe Amari (a cura di) "In difesa dello Stato, al servizio del paese. La battaglia di Giorgio Ambrosoli, Paolo Baffi, Silvio Novembre, Mario Sarcinelli e di Tina Anselmi, Ediesse, Roma, 2010.
  • L’articolo discute il volume di Wolfgang Streeck Re-Forming Capitalism. Institutional Change in the German Political Economy.
  • L’articolo discute il volume di Streeck, "Re-Forming Capitalism. Institutional Change in the German Political Economy". L’articolo descrive i contenuti del volume a partire dalla descrizione del mutamento in corso della regolazione istituzionale dell’economia tedesca per discutere le prospettive teoriche e di ricerca della sociologia economica contemporanea. Il mutamento in corso non rappresenta un semplice aggiustamento di un modello socio-economico, ma una profonda trasformazione.
  • L'articolo raccoglie le riflessioni sul volume "La lunga marcia della Cisl" di Guido Baglioni edito da Il Mulino nel 2011.
  • L'articolo discute su il volume "La lunga marcia della Cisl" di Guido Baglioni edito da Il Mulino nel 2011.
  • Il saggio analizza il pluralismo delle culture sindacali nella storia dell’Italia repubblicana. Se la guerra fredda alimenta negli anni ’50 una profonda divisione ideologica tra i diversi modelli confederali, dal decennio successivo il miracolo economico facilita la contaminazione e il cammino unitario, specie in ambito industriale. Nell’ultimo trentennio la crisi del fordismo, la caduta dei partiti e gli effetti della globalizzazione colpiscono duramente i sindacati, impegnati in un costante e complesso processo di ridefinizione delle proprie identità e strategie.
  • Dopo aver rilevato l’importanza di una prospettiva storica per comprendere le dinamiche della transizione socio-politica italiana in relazione agli orientamenti del movimento sindacale, l’intervento inserisce i percorsi storici dei sindacati italiani nel contesto dell’evoluzione del sindacalismo internazionale. Esaminate le ragioni che hanno frenato nel ‘900 una piena affermazione della soggettività sociale del sindacalismo confederale italiano, ci si sofferma sulle tendenze di un’associazione sindacale libera e responsabile in grado di partecipare alla governance socio – economica.
  • Tra le forme più significative di regolazione globale del diritto del lavoro sta emergendo e diffondendosi la pratica degli accordi transnazionali di gruppo e dei codici di condotta. Una forma autonoma di dialogo sociale, realizzata principalmente ma non solo, a livello europeo. Il ruolo dei CAE e delle federazioni sindacali internazionali di settore. Quale futuro per la regolazione del lavoro nella globalizzazione?Un'attenta disamina dei profili giuridici e politico-sindacali su un tema destinato ad assumere un ruolo sempre più cruciale nel sindacato di oggi e di domani.
  • La proposta del leader del partito conservatore e primo ministro britannico, David Cameron, di una “Big Society” si inserisce all’interno del più ampio dibattito internazionale sulla “trasformazione dello Stato sociale” e sulla riforma del welfare. Il saggio analizza i caratteri dell’attuale riforma della politica economica e sociale britannica e tenta di individuare i punti di continuità e rottura del progetto di costruzione di una “grande società” rispetto alla tradizione del conservatorismo progressista britannico, passando attraverso le grandi trasformazioni imposte da Margharet Thatcher.
  • Cosa è andato storto? Qual'è stata la causa della peggiore crisi finanziaria dopo la Grande Depressione degli anni trenta? Contrariamente alle diagnosi convenzionali, incentrate sulla crisi dei mutui 'subprime' o della mancanza di regole adeguate per il sistema bancario, l'A. propone un'analisi che pone al centro il tema della diseguaglianza sociale come origine dell'attuale dissesto.
  • A partire da un recente volume a cura di F. Totaro, "Il lavoro come questione di senso" (2011), l'A. ripercorre il tema del lavoro da un punto di vista antropologico e filosofico, rivisitando il contributo di alcuni classici studi su questo argomento, come quelli di Arendt e Sennet. Lavoro e vita, persona e lavoro, lavoro e libertà, sono alcuni degli snodi attraverso i quali Cantaro si interroga su un grande tema, alla luce dei mutamenti che lo hanno percorso nell'arco degli ultimi decenni.
  • Una introdiuzione ai contributi che su questo numero della rivista animano la sezione "Tema", dedicata ai problemi della rappresentanza e della rappresentatività sindacale. Sullo sfondo delle vicende che - in una accelerazione impetuosa e altalenante - investono l'intero sistema nazionale delle relazioni industriali, l'A. anticipa e presenta le analisi e le tesi avanzate dagli autorevoli studiosi negli articoli che pubblichiamo.
  • Gli autori analizzano i dati che mostrano la crisi di rappresentanza dei sindacati europei. Ritengono che questa sia una buona ragione perche i sindacati aumentino l'attenzione a meccanismi di coinvolgimento democratico dei lavoratori, dal momento che gli associati sono molto spesso, come nella realtà italiana, una minoranza. Nel caso italiano gli autori ritengono maturo il passaggio a regole generali per la misurazione della rappresentatività. Ritengono anche utile la introduzione, dosata e selettiva, di meccanismi di più estesa partecipazione democratica.
  • E‘ opinione diffusa che esista una correlazione fra lo stato dei rapporti sindacali e la difficile situazione che attraversa il paese. L'A. suggerisce un discussione senza pregiudiziali che permetta di riconsiderare in maniera approfondita e critica le radici stesse delle culture sindacali cosiddette modernizzatrici, quale la CISL. La sfida dei valori e delle culture sindacali. Il confronto con il modello europeo e quello americano.
  • La Uil forte della sua cultura laica e riformista ha sempre ricercato modelli di democrazia e rappresentanza per affermare il ruolo di sindacato della partecipazione. Lo scenario contrattuale futuro prevede sempre più un mix tra contratto nazionale, territoriale ed aziendale e rende indispensabile procedere su questa strada. Il movimento sindacale italiano nella sua pluralità deve mantenere il suo profilo di rappresentatività degli iscritti e di tutti i lavoratori attraverso una certificazione verificabile e trasparente.
  • L’unità sindacale è parte della complessità dei rapporti intersindacali e, perciò stesso, problema che condiziona l’equilibrio e l’efficienza del sistema di relazioni industriali. L’esperienza storica sembra indicare che l’unità di azione è possibile nel sostegno di necessarie condizioni. Non così l’unità organica che è invece possibile nei Paesi ove prevalgono, in un buono equilibrio pluralismo e pragmatismo.
  • Una riflessione sulle forme e le pratiche di democrazia e di partecipazione all’interno di un’organizzazione di massa quale è il sindacato. Il tema è affrontato a partire dal dibattito teorico che, nel corso degli ultimi anni, si è sviluppato sulla democrazia e le sue trasformazioni e a partire, in particolare, dal contributo che a questo dibattito proviene da uno dei più promettenti filoni del pensiero democratico contemporaneo: quello della Democrazia Deliberativa. Le implicazioni nella vita e nell’azione del movimento sindacale.
  • Una recensione sociologica del libro a cura di Mimmo Carrieri e Cesare Damiano, "Insicurezza diffusa e rappresentanza difficile, Ediesse, 2010. Con un'attenzione particolare ai temi del lavoro non standard da un lato e dello stress lavorativo dall'altro.
  • Le elezioni primarie come strumento in grado di aumentare l’interesse e la partecipazione politica dei cittadini nelle odierne democrazie. Cosa sono e a che cosa servono. La differenza tra primarie vere e proprie, utilizzate per selezionare i candidati per una carica elettiva e quelle che primarie non sono, cioè le votazioni con le quali il PD elegge i propri segretari (sia a livello nazionale che regionale). Il quadro tratteggiato permette di mettere in luce punti di forza e debolezza di tali strumenti di partecipazione.
  • Una sintesi dei risultati ottenuti nell'ambito del rapporto "Valutazione dell'impatto del programma per le attività produttive 2003-2005 sulle imprese manifatturiere dell'Emilia Romagna". Analisi e prospettive di policy
  • I risultati di una indagine su innovazione, contrattazione collettiva e rappresentanza sindacale realizzata nella provincia di Torino
  • Un ricordo del giornalista Gianni Toti; del suo impegno nella Cgil del dopoguerra
  • Adolfo Braga intervista la Segretaria Generale della CGIL su tutti i principali tema dell'attualità sindacale. La globalizzazione e le relazioni industriali sovranazionali, il rilancio del sindacalismo confederale, i rapporti con Cisl e Uil, la riforma della contrattazione e della rappresentanza.
  • I sistemi di relazioni sindacali vivono una stagione di sostanziale erosione, sottovalutata in ragione di alcuni dati formali come il grado di copertura contrattuale. Il decentramento spinto, indotto da una concorrenza sempre più globale, ridimensiona il ruolo del contratto nazionale. Il sistema delle deroghe - sul modello tedesco - concorre a quest'esito. La contrattazione aziendale, tuttavia, non pare beneficiarne né in termini di espansione né sotto il profilo qualitativo dei contenuti. Su questi temi problematici Carrieri introduce i contributi che compongono il tema di questo numero.
  • I mutamenti della contrattazione collettiva dopo le più recenti vicende che hanno attraversato i nostri assetti delle relazioni industriali. Le difficoltà ma anche le innovazioni. Il welfare contrattuale. Gli accordi transnazionali di gruppo. I difficili rapporti fra i sindacati confederali. Verso nuove prospettive della tutela dei lavoratori nell'era della globalizzazione.
  • Le peculiarità del sistema italiano delle relazioni industriali rilette in una prospettiva comparativa. Le tendenze comuni che la globalizzazione impone ai vari assetti nazionali della contrattazione. Il decentramento attraverso le cluasole di uscita. Dall'esperienza tedesca al caso Fiat. I limiti delle soluzioni esclusivamente nazionali e la necessità di ricercare e trovare soluzioni a livello europeo.
  • Analogie e differenze del sistema italiano delle relazioni industriali rispetto a quello dei maesi mediterranei. La mancanza di regole formalizzate come nostro tratto peculiare. Il forte riconoscimento, sia pure informale, di cui godono i nostri sindacato nell'arena politica e concertativa. Modelli di rappresentanza e contrattazione a confronto. Il caso Fiat e le trasformazioni degli assetti italiani. Quali prospettive comuni?
  • L'evoluzione del modello italiano della rappresentanza sindacale in azienda, letto a partire da alcune vicende oggi divenute particolarmente significative. Ad esempio il referendum del '95 sull'art. 19 dello Statuto. La riforma nel pubblico impiego e il progetto Gasperoni. Quali efficienza del sistema e quali prospettive?
  • Mentre il mondo rischia di cadere nel double dip, l’Europa sceglie la via di una drastica austerity. Nonostante che tra le cause della stessa crisi finanziaria, ci sia la caduta della quota distributiva del lavoro, anche nei sistemi di relazioni industriali europei, dall’Italia fino alla Svezia, si registrano forti tensioni e le imprese tornano a porre la questione del contenimento dei costi del lavoro. Intanto in Italia la mancata crescita dei salari fa aumentare diseguaglianze e povertà più che in altri paesi.
  • Negli ultimi anni, gli Accordi Quadro Internazionali sono diventati un nuovo strumento di regolazione nell’ambito dei gruppi transnazionali. Alla luce di una rapida panoramica sulla nascita degli AQI e di un’analisi quantitativa di tali strumenti, nonché di un’analisi delle strategie messe in atto dalle Federazioni Sindacali Globali, l'articolo analizza il ruolo di tali nuovi strumenti per l’internazionalizzazione delle relazioni industriali e conclude che devono esistere delle condizioni specifiche inerenti alla categoria e al gruppo transnazionale.
  • La crisi e le sue ripercussioni sul discorso ideologico neoliberista. Per il professore irlandese la sostituzione graduale della democrazia con modalità tecnocratiche di governance non è inevitabile. Ma a condizione che i lavoratori organizzati, dal canto loro, sappiano ripoliticizzare il processo decisionale pubblico. Una prospettiva che sappia coniugare radicalità e pragmatismo. Una prospettiva neo-polanyiana, volta a ripristinare il primato della società sull'economia. I conflitti sindacali dovrebbero potere nuovamente crescere in una prospettiva di "risorgenza del conflitto di classe".
  • Per molti il sistema tedesco deve il suo successo dalla crescente convergenza del capitalismo renano con quello anglosassone. Compressione salariale, flessibilizzazione contrattuale e riforme del mercato del lavoro rappresenterebbero i segni di questo mutamento. Un’analisi più attenta tuttavia dimostra che il successo del sistema è dovuto proprio alle sue specificità renane. Codecisione e coinvolgimento dei sindacati e dei lavoratori nelle strategie d’impresa, investimenti di prodotto e di formazione e una forte azione rivendicativa del sindacato.
  • L’accordo Fiat Mirafiori del dicembre 2010 presenta più novità sul piano delle relazioni sindacali che non sulle condizioni di lavoro. Su queste ultime, le condizioni concordate sono simili ad altri accordi sottoscritti in aziende meno conosciute. Invece l’intesa sulle relazioni sindacali può avere conseguenze rilevanti e imprevedibili per l’Italia. L’accordo presenta incongruenze ma in ogni caso richiede l’elaborazione di nuove proposte e strategie da parte di tutte le parti politiche e sociali e in particolare dalla Cgil.