• Anche il ricorso cautelare impedisce la decadenza dal diritto di impugnare il licenziamento
    • Nuova sanzione di incostituzionalità del Jobs Act
    • Rinvio pregiudiziale della Consulta alla Corte di giustizia sul riconoscimento del «bonus bebé» agli extracomunitari
    • La Cassazione sullo stato di crisi nelle cooperative
    • Il regime di prova del danno da dequalificazione
    • Importante decisione della Corte di giustizia sulle cure mediche in altro Stato membro
    • Corte di Appello di Torino e Tribunale di Firenze decidono interessanti casi di antisindacalità
    • Nuova delibera della Commissione di garanzia sulla nozione di servizio pubblico essenziale
  • CM 1/2-2021

    12.00 
     

    Cento anni dopo

    Aldo Tortorella, Sui motivi di una metamorfosi

    Fondazione e rifondazioni

    • Guido Liguori, Da Bordiga a Gramsci
    • Claudio Natoli, Fascismo e antifascismo nella storia dei comunisti italiani tra le due guerre
    • Alexander Höbel, L’impronta di Togliatti
    • Aldo Agosti, Internazionalismo e “legame di ferro” nella cultura politica del Pci
    • Fiamma Lussana, La “via italiana” all’emancipazionismo

    Passato-presente

    • Francesco Barbagallo, La questione meridionale
    • Mario Sai, Il Pci e i lavoratori
    • Vincenzo Vita, La dialettica nel partito tra destra e sinistra
    • Piero Di Siena, Riflessioni sul rapporto con il ’68
    • Alberto Leiss, L’“intellettuale collettivo” tra avanguardie e masse
    • Chiara Valentini, L’ultimo Berlinguer
    • Maria Luisa Boccia, Femministe e comuniste
    • Fulvia Bandoli, Importanza e limiti dell’ambientalismo del Pci
    • Piero De Chiara, 1984: «Orwell sbagliava»

    Come eravamo

    • Anna Maria Carloni, Franca Chiaromonte, La nostra Fgci tra partito e nuovi movimenti
    • Rinalda Carati, Il partito-comunità come educazione sentimentale

    Letture

    • Antonio Di Meo, Una nuova edizione delle Lettere dal carcere di Gramsci
    • Oscar Greco, Fausto Gullo, dirigente comunista
  • Il V Rapporto Agromafie e caporalato a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto/ Flai-Cgil fotografa la situazione degli ultimi due anni (ottobre 2018-ottobre 2020) concernente lo sfruttamento lavorativo nel settore agro-alimentare e le criticità dei rapporti di lavoro dovute a contratti ingannevoli e a raggiri perpetuati a danno dei lavoratori. Inganni e raggiri sono distribuiti diversamente in tutti gli ambiti produttivi che nel loro insieme costituiscono la filiera di valore dell’intero settore.

    Il V Rapporto si compone di quattro parti, ciascuna focalizzata ad esplorare specifici ambiti che nell’insieme contribuiscono ad illuminare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo.

    Lo stretto legame tra lavoro e legalità è ancora una volta il carattere costitutivo di questa pubblicazione che ha ormai assunto un ruolo importante come fonte di comprensione e riflessione su questi fenomeni.

    Con questa edizione la Flai-Cgil rinnova la volontà di contribuire attraverso la ricerca e l’indagine non solo alla conoscenza del lavoro agricolo e delle forme di sfruttamento in esso presenti, ma anche di stimolare le tante forze positive del nostro Paese per una battaglia comune per la legalità e l’affermazione dei diritti.

    • La Corte costituzionale sul rapporto tra Stato e Regioni nella disciplina degli appalti pubblici
    • La contrattazione del pubblico impiego resta sovrana nel rapporto di lavoro dei giornalisti delle regioni
    • Legittimità costituzionale dei termini di tempestività per la presentazione delle domande di Cigs
    • La Cassazione sulla rilevanza degli accordi sindacali per la continuità dei rapporti nelle aziende in crisi
    • I limiti del cosiddetto «sindacalismo militare»
    • La Corte di Giustizia sul noto caso italiano di rifiuto pregiudiziale di assunzione di omosessuale
    • Divieti di sciopero nell’emergenza Covid-19
    • L’ARGOMENTO. La sottoposizione di Uber Italy ad amministrazione giudiziaria
  • CM 5/6-2020

    1,200.00 

     

    Editoriale

    Aldo Tortorella, La fraternità universale e la legge di Caino  

     

    Osservatorio

    Massimo Cavallini, La sconfitta di Trump e le anomalie della democrazia americana Cesare Salvi, Crisi del governo rappresentativo e modelli alternativi Piero Di Siena, Emergenza per il paese e nuove ipotesi a sinistra Iacopo Scaramuzzi, Chiesa aperta in mare aperto. La strategia di Francesco Stefania Limiti, La Palestina nel buco nero degli “accordi di Abramo”  

     

    Laboratorio culturale

    Luciana Castellina, La compagna Rossana  Aldo Tortorella, La inquieta fedeltà a una idea Rossana Rossanda, Gli operai, le donne, i ritardi della sinistra. Tre scritti Antonio Di Meo, Giuseppe Prestipino, un ricordo Il Pci e le nuove generazioni. Una discussione del 1975 tra Pasolini, Luporini e Amos Cecchi Amos Cecchi, Discutendo con Pasolini. Ieri e oggi  Giuseppe Guida, Frammenti da un “paese rosso”  Giovambattista Vaccaro, Sartre, la morale, la sinistra Giulio Di Donato, Il concetto di philía in Aristotele e in Hegel  Antonio Coratti, Proprietà, Volontà generale e politica in Rousseau Mavì De Filippis, Metrica e biografia nella poesia di Franco Fortini      Schede critiche Pasquale Voza, Benedetto Croce “autonarratore” 
  • Il presente contributo si inserisce nel dibattito della political economy comparata ed esamina le caratteristiche qualitative dei modelli di politica attiva del lavoro (Almp) rivolte espressamente ai giovani Neet in tre paesi: Regno Unito, Germania e Italia. I tre modelli di Almp sono esaminati alla luce delle riforme attuate dal 2000 al 2019. Il principale interrogativo di ricerca è comprendere se e come tali modelli siano cambiati nel tempo e se le trasformazioni siano state influenzate dall’azione sovranazionale europea. L’analisi qualitativa comparata mostra che i tre modelli di Almp presentano proprie specificità nazionali e i cambiamenti introdotti nella fase successiva alla crisi economica hanno contribuito a differenziare il modello inglese e tedesco. Tale processo di divergenza non è attribuibile all’influenza del programma comune europeo Garanzia giovani (Gg). Nel caso inglese, che non ha adottato il programma Gg, i cambiamenti del modello di Almp sono da ricondurre alle scelte politiche attuate dal governo conservatore. Nel caso tedesco i cambiamenti hanno riguardato la maggiore personalizzazione delle misure già erogate e l’influenza europea è limitata alla disponibilità di risorse aggiuntive europee per l’implementazione nel contesto tedesco del programma Gg. Infine il modello italiano di Almp ha compiuto importanti passi avanti che lo hanno avvicinato alle caratteristiche del modello inglese e tedesco della fase pre-crisi. In questo caso le trasformazioni che si verificano in particolare dal 2014 al 2019 sono state favorite dall’implementazione del programma europeo Gg. Ciononostante il modello italiano di Almp continua a rimanere «incompiuto».
  • Dopo il Brexit e la crisi del Covid-19, il semestre di presidenza tedesco segna il ritorno di un grande paese a coordinare le attività nel Consiglio dell’Unione europea. Si tratta di una risorsa da non sprecare, visti i limiti dello schema che assegna a tutti i governi continentali un turno semestrale di presidenza. La fragilità d’azione dimostrata ad oggi da paesi non ancora pronti a coordinare per sei mesi l’attività comunitaria, rischiava di mettere ancor più in crisi l’Ue in un momento d’emergenza socioeconomica e sanitaria che non si preannuncia di breve periodo.
  • Il cosiddetto welfare digitale dipende fortemente dai dati. Quale che sia la funzione loro attribuita – anticipare, stimare, localizzare fabbisogni o sostenere in modo più o meno automatizzato processi decisionali – la rinnovata centralità dei dati per il welfare, legata anche alle innovazioni tecnologiche che rendono possibili forme di rilevazione ed elaborazione delle informazioni inimmaginabili in passato, implica anche un’altra centralità: quella dei cittadini, principali stakeholders dei servizi di welfare e ora, nella cosiddetta «società digitale», anche fornitori insostituibili dei dati e delle informazioni di cui il welfare si serve. Tutto ciò rende l’etica della ricerca un campo strategico di riflessione e di intervento, non solo di per sé, ma anche fattore che influenza la qualità dei dati raccolti. Nel saggio si sostiene la tesi secondo cui l’etica dei mezzi – approccio deontologico, rispetto della persona e della riservatezza dei suoi dati – debba essere più sistematicamente affiancata da un’etica dei fini – approccio consequenzialista, condivisone con i cittadini delle beneficialità pubbliche, estese e democratiche delle campagne di raccolta dati.
  • In questo articolo, dopo aver introdotto il tema dell’innovazione digitale nei servizi del welfare, si presentano alcune sperimentazioni di utilizzo di soluzioni avanzate di intelligenza artificiale e di robotica nei servizi alla persona (bambini, anziani e persone con disabilità), nelle quali l’adozione di questi strumenti integra, senza sostituire, l’azione umana. Si cercherà, quindi, di mettere in luce in che modo il binomio di innovazione sociale e ricorso alle nuove tecnologie possa costituire un potente agente di miglioramento della qualità della vita delle persone assistite, delle loro famiglie degli operatori e le operatrici professionali coinvolti. Allo stesso tempo, nella seconda parte del contributo, ci si propone di mettere a fuoco i complessi e delicati risvolti di carattere etico e i potenziali rischi che un uso indiscriminato di questi nuovi strumenti può portare: la progressiva smaterializzazione e disumanizzazione della relazione tra fruitore del servizio e operatore; la pericolosa deriva della sostituzione del rapporto umano con quello dei robot e degli umanoidi-androidi; l’amplificarsi delle disuguaglianze socio-sanitarie nell’accessibilità e nella fruibilità di alcuni servizi.