• Si esamina il sistema di imposizione delle attività finanziarie descrivendo le caratteristiche principali del nostro sistema tra cui quella della tassazione del risparmio gestito, dove si considera in risultato netto conseguito dal gestore che si applica, solo alle gestioni dei fondi residenti, e non a quelli esteri, creando una disparità di trattamento. Riflessioni finali sulla tassazione degli immobili proponendo interessanti suggerimenti.
  • Il sindacato stenta a connettere i problemi della gestione del risorse ambientali nei più generali temi della rappresentanza sociale, come retribuzioni, orari e organizzazione del lavoro. L’obiettivo generale del contributo è quello di fornire le coordinate concettuali che possano fornire una trama di sfondo al dibattito in materia di rischi sociali e ambientali in epoca neo-liberista. L’obiettivo specifico è volto ad analizzare come la crisi ecologica, costituisca una sfida interna ed esterna alle tradizioni e all’identità sindacale strutturatesi nel processo di modernizzazione.
  • Una riflessione sul sistema economico regionale dell’Emilia-Romagna che intende superare la sterile contrapposizione tra tesi del declino e tesi della trasformazione. Da un lato i settori industriali, trainati dalla componente estera della domanda, fanno registrare una crescita del valore aggiunto a tassi ben più elevati della media nazionale. Dall’altro i settori del terziario che frenano la crescita con dinamiche della produttività spesso negative, compensate da una forte intensità occupazionale della crescita. Analisi e valutazioni.
  • A dieci anni dal suo varo, un bilancio ed un'analisi critica sulle ragioni che hanno impedito alla strategia di Lisbona di dispiegare gli effetti attesi sul sistema produttivo ed occupazionale europeo. Lo studioso svedese si interroga su cosa e perchè non ha fuinzionato, per avanzare - in sei punti - una sorta di manifesto per un rilancio del modello sociale europeo.
  • I primi anni ’70 rappresentano uno snodo decisivo della storia nazionale, col passaggio da una fase di sviluppo ad una situazione di stallo. Il sindacato italiano, protagonista di quella stagione, ne uscirà profondamente mutato. Molti dei problemi della politica italiana di ieri e di oggi scaturiscono proprio dalle mancate risposte date dalle istituzioni e dal sistema delle imprese alle lotte operaie di quella stagione.
  • L'analisi di un documento che segnerà in modo significativo la nuova mappa delle culture e delle politiche manageriali in seno al padronato italiano. il Rapporto Pirelli, del marzo 1970, pur introducendo importanti elementi di novità e di rottura nella struttura organizzativa e nelle politiche della Confindustria, non arriva - secondo i due autori - a sganciare il sistema delle imprese italiane dalla necessità di agire sulle classiche leve dell’inflazione, della svalutazione e del contenimento del costo del lavoro per “aggirare” gli oneri dell’autunno.
  • Lo Statuto dei lavoratori, di cui ricorre quest'anno il 40 anniversario, è un pezzo fondamentale della storia italiana, una delle grandi riforme strutturali, frutto di una irripetibile stagione di protagonismo operaio e democratico. E tuttavia, pur sancendo finalmente l’ingresso della Costituzione nei luoghi di lavoro, non verrà mai accettato in modo definitivo da ampi settori delle classi dirigenti del Paese, le quali da subito proveranno in tutti i modi ad attutirne gli effetti. Una ricostruzione delle idee e degli eventi che portarono a quella riforma del diritto del lavoro
  • Una ricostruzione del clima culturale e dell'immaginario diffuso che in Italia accompagnano l'ascesa e il declino della classe operaia, intorno all'apice del suo potere sociale, a cavallo fra gli anni '60 e '70. Il costume, le canzoni, la stampa e la cultura popolare da parte dell'autore di "Tute blu" (Donzelli, 2006).
  • L'autunno caldo segna uno spartiacque fondamentali nella storia delle relazioni industriali italiane. Pur avendo registrato un insieme di cambiamenti epocali destinati a segnare per circa un decennio i rapporti di forza nei luoghi di lavoro, non si stabilizzeranno mai in modo compiuto e non riuscirono a raggiungere standard europei. Gli esiti dell’autunno caldo – la stagione che più di tutte ha rafforzato la democrazia e la partecipazione nel nostro Paese – avrebbero potuto essere decisamente migliori
  • Alcuni documenti fondamentali a testimonianza delle svolte compiute dal sindacato italiano intorno alla stagione dell'autunno caldo. Curata dallo storico del movimento sindacale Fabrizio Loreto, la scelte dei documenti riguarda gli atti della 1^ conferenza unitaria dei metalmeccanici; la arisoluzione del direttivo Cgil del dicembre 1970 con cui si sanciscono formalmente i mutamenti del modello organizzativo in fabbrica; il Patto federativo Cgil-Cisl-Uil nella risoluzione unitaria dei Consgili generali del 24 luglio 1972.
  • Il quadro della disuguaglianza di accesso all’istruzione in Italia determinata dalle origini sociali. Nell’ultimo mezzo secolo, si osserva una diminuzione della disuguaglianza di istruzione derivante dalla classe sociale di origine, ma questa diminuzione riguarda solo i livelli scolastici bassi, e non riguarda l’effetto dell’istruzione dei genitori. Tra le cause , la stratificazione e l’efficienza del sistema educativo e le preferenze e i vincoli di liquidità delle famiglie. Infine si propongono politiche per l’uguaglianza delle opportunità.
  • Come è cambiato il lavoro postindustriale: insieme all’organizzazione fordista sono finite anche l’identità e il senso di appartenenza. Attraverso il racconto della vita lavorativa di quattro impiegati di un’azienda di servizi informatici si cerca di ricostruire la vicenda di una generazione che aveva partecipato ad un movimento di grande cambiamento della società e del lavoro. Sono cambiati i modi, i valori, gli obiettivi, e un intero mondo di significati, e con essi l’intera società.
  • Un ricordo di Gino Giugni, da parte di un altro grande maestro del diritto del lavoro italiano ed europeo. La prospettiva adottata ne iscrive l’opera nell’alveo della grande scuola giuridica weimariana di cui – secondo la tesi di Romagnoli – Giugni fu l’ultimo grande interprete.
  • L’opera di Giugni in un’articolata disamina delle influenze che il grande studioso, scomparso di recente, seppe recepire e originalmente declinare nel contesto giuridico e accademico italiano, contribuendo a forgiare – insieme ai fondamenti culturali delle nostre relazioni industriali – il quadro normativo nel quale esse hanno concretamente preso forma.
  • Pubblichiamo l’intervento col quale l’Associazione Universitaria Britannica per le Relazioni Industriali (fra gli altri studiosi della fama di Richard Hyman e John Kelly) – in contrasto con alcuni indirizzi neo-manageriali che si vanno diffondendo nelle accademie anglo-sassoni – ribadisce la specificità e il valore delle relazioni industriali come ramo delle scienze sociali critiche.
  • Due visioni a confronto: quella di chi considera gli enormi squilibri accumulati come la causa prima della crisi e quella che collega quegli eccessi all'enorme indebitamento derivante proprio da quegli squilibri. Un'attenta lettura critica a partire dalle scelte dibattute al G20 di Pittsburgh, lo scorso anno.
  • L'Autore, che ha curato la monografia tematica di questo numero della rivista, introduce i temi e i contributi sviluppati in questa sezione. In particolare, la crisi in corso viene interpretata e declinata dal punto di vista di una sinistra in grado di raccogliere la sfida sul terreno strategico cruciale dell'innovazione.
  • L’articolo elabora un’interpretazione schumpeteriana della crisi del 2008, sottolineando l’instabilità come tratto caratteristico del funzionamento del sistema capitalistico. Si dimostra come la comprensione dei ritmi e della direzione del cambiamento tecnologico sia determinante per comprenderne
  • La difesa dell’offerta pubblica appare in disuso nel dibattito pubblico, nonostante l’eccezione paradigmatica costituita dal Presidente Obama in ambito sanitario. Pur nel riconoscimento delle possibili carenze, l’articolo porta l’attenzione su tre importanti potenzialità dell’offerta pubblica e indisponibili per l’offerta privata, in termini di promozione dell’efficienza allocativa, dell’ethos pubblico e delle opportunità.
  • Tra crisi economica e cambiamento climatico vi sono relazioni evidenti: l’influenza positiva della riduzione dell’attività economica sulle emissioni inquinanti e la presenza, nei pacchetti anti-crisi adottate da diversi governi, di misure a favor dell’economia verde. L’articolo esamina questi aspetti e si sofferma sulle relazioni che riguardano l’inadeguatezza delle istituzioni del capitalismo contemporaneo. Centralità della tempestiva valutazione del rischio e soluzione dei problemi distributivi
  • Si analizzano le caratteristiche dei lavoratori temporanei, a tempo determinato e parasubordinati, con un particolare focus sul livello di istruzione. Nell’articolo si evidenziano alcune criticità del sistema italiano di formazione continua, anche al fine di suggerire possibili indicazioni di policy finalizzate a rafforzarne il ruolo di leva per facilitare la transizione dei lavoratori temporanei verso un impiego permanente.
  • Una disamina aggiornata del sistema sindacale della rappresentanza nel settore pubblico, a partire dalla riforma tracciata da Massimo D'Antona nel 1997, col d.lgs 396. Quale "manutenzione" di quell'impianto oggi, fra criticità vecchie e nuove.
  • Un ricordo di Giacomo Brodolini a 40 anni dalla sua scomparsa. Il dirigente della Cgil, il politico socialista, il ministro al quale rimane legato il nome dello Statuto dei lavoratori, malgrado la sua morte gli impedirà di vedere il coronamento di quella successo, a cui tanto intensamente si era dedicato.
  • Alla legalità come bene pubblico l'autore dedica una serie di conversazioni con esponenti autorevoli della società civile, quali Rita Borsellino, Francesco Alì, Marcelle Padovani, Raffaele Bruno e Alessandro Pecorato. L'idea che accomuna questi contributi è l'importanza dell'esercizio consapevole della responsabilità da parte dei cittadini. Un lessico democratico, fatto di legalità, partecipazione, regole, responsabilità, sia dei cittadini che delle loro classi dirigenti.
  • La legalità come questione di etica pubblica, come valore fondante della convivenza civile. L’esercizio consapevole della responsabilità rappresenta oggi una chiave essenziale per rispondere, in maniera credibile perché efficace, alla crisi identitaria, legale, morale che investe il Paese ad ogni livello.
  • L'impegno politico e civile della parlamentare europea siciliana nel campo della legalità, della giustizia, della lotta alle mafie. L'importanza dell'educazione, e quella dei giovani in particolare, per un cambio di civiltà, una metamorfosi in grado di favorire un nuovo rinascimento nelle terre più martoriate dal fenomeno mafioso.
  • Il pensiero e il percorso politico-sindacale di Fernando Santi, la sua attualità, nella ricostruzione che ne traccia Adolfo Pepe.
  • Una presentazione dei contributi che compongono questo numero della rivista, e dunque le trasformazioni del lavoro a partire dai risultate emersi dalla vasta indagine europea - WORKS - realizzata in 14 paesi europei da 17 istituti di ricerca, fra cui l'IRES.
  • Una rapida disamina delle politiche del lavoro e del welfare alla luce delle misure adottate dall'ex Ministro del lavoro (2006-08) e nelle prospettive di riforma che si dibattono a livello istituzionale e e accademico.
  • Una analisi che su basi empiriche si confronta con le teorie della produzione snella e della specializzazione flessibile nel modello organizzativo della piccola impresa. La rilevanza dei profili occupazionali prevalenti nelle imprese italiane. Il grado di qualificazione e delle competenze agite.
  • L’articolo analizza gli effetti che la ristrutturazione della catena del valore ricopre rispetto alla flessibilità organizzativa e dell’occupazione. Ciò che si è riscontrato è che tramite le ristrutturazioni le richieste di flessibilità sono distribuite lungo tutta la catena. Le aziende tentano di esternalizzarla così da trasferire il rischio e il costo fuori dall’impresa e in special modo sui lavoratori.
  • L’articolo tratta del ruolo della conoscenza nella ristrutturazione della catena del valore, con le implicazioni per l’organizzazione del lavoro e l’impatto sulle competenze attese. Ne emerge l’importanza che la sua codificazione esercita in misura determinante nei nuovi processi produttivi e nei cambiamenti relativi alla divisione del lavoro. Infine, quali competenze sono oggi richieste dai nuovi modelli di organizzazione nelle ristrutturazioni.
  • Tema di questo articolo è l’impatto che le ristrutturazioni esercitano su occupazioni, carriere, traiettorie lavorative e mercati del lavoro. Ne emerge un quadro di forte diversificazione, con una crescente incertezza rispetto alle prospettive che si dischiudono per la forza lavoro.