Skip to content
Cerca per:
ARCHIVIO
AUTORI
ABBONAMENTI
CHI SIAMO
CONTATTI
CODICE ETICO
Cerca:
Cerca
LOG IN
Facebook
Instagram
Cerca per:
LOG IN
✕
ARCHIVIO
AUTORI
ABBONAMENTI
CHI SIAMO
CONTATTI
CODICE ETICO
Sort by
Default Order
Sort by
Name
Sort by
Prezzo
Sort by
Date
Sort by
Popolarità
Sort by
Rating
Show
12 Products
Show
12 Products
Show
24 Products
Show
36 Products
A proposito di produttività e contrattazione. La presunta oggettività della misurazione della produttività
Il saggio prende in esame il tema della produttività, analizzandolo nei suoi vari e complessi risvolti, quantitativi e qualitativi; di misurazione statistica e di concettualizzazione teorica. In una prospettiva comparativa si approfondisce il caso italiano, rilevandone le criticità e i problemi, sia strutturali sia contingenti. Si sottolinea l’importanza del sistema delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva per favorire una crescita e un miglioramento della produttività. Infine vengono ripercorse le tappe che, nel corso dell’ultimo periodo, hanno registrato l’impegno dei governi e delle parti sociali per trovare rimedi alle scarse performance del nostro sistema produttivo. Con un’attenzione particolare agli ultimi accordi siglati dalle parti sociali.
Details
Contrattazione e patto sociale. Un richiamo ai fondamenti
Dopo alcune chiarificazioni sul concetto di produttività, l’articolo sottolinea la necessità di operare una chiara distinzione tra i fattori determinanti della dinamica della produttività interni all’impresa e quelli esterni all’impresa. Una seconda necessaria distinzione è quella tra conseguenze e cause della crescita di produttività. La contrattazione collettiva dovrebbe riguardare tutti questi elementi, ma per essere più efficace dovrebbe essere inquadrata nell’ambito di un più comprensivo patto sociale che includa il governo. Infine, viene raccomandata l’adozione di un tasso programmato di crescita della produttività per evitare che il legame tra salari e produttività diventi un disincentivo per le imprese a investire in innovazione.
Details
Le ragioni strutturali che giustificano la contrattazione nazionale
Semplificando, la contrattazione nazionale è parte della politica macroeconomica: serve a evitare che il naturale egoismo delle imprese, volto a massimizzare il profitto, e dei lavoratori, volti a massimizzare il salario, distrugga l’economia, l’occupazione, lo standard di vita. La contrattazione decentrata è invece politica microeconomica, perché anche applicata a un gran numero di imprese e di territori non implica nulla per l’economia nel suo complesso. Il declino della prima non serve a fare della seconda un successo, anche perché, in tempi di crisi, il prodotto per addetto, se cresce ora qui ora lì nella geografia imprenditoriale, in media non cresce: perciò non cresceranno nemmeno i salari. Il terreno è quello giusto per l’intervento dello Stato, ma ciò può avvenire solo se si riesce a battere il mercantilismo dei paesi nordici dell’Eurozona.
Details
Piani, non solo premi
Per oltre vent’anni la contrattazione aziendale della produttività si è concentrata sulla retribuzione. La crisi, lo stallo della produttività e la competizione globale indicano alle relazioni industriali che la strada da percorrere è quella della contrattazione dell’innovazione organizzativa finalizzata agli incrementi di performance, e che i premi aziendali e gli incentivi pubblici alla contrattazione vanno indirizzati a questo obiettivo. Pratiche efficaci di innovazione nei luoghi di lavoro – la formazione, la flessibilità e la de-standardizzazione degli orari, il lavoro in team, il coinvolgimento dei lavoratori – possono aumentare enormemente sia la performance e la competitività aziendali sia la qualità del lavoro. È però necessario che le relazioni industriali a livello d’impresa riconquistino fiducia, recuperino competenza e si aprano alla partecipazione sindacale.
Details
Per un Patto di produttività e crescita in termini di produttività programmata?
Vari suggerimenti sono stati espressi negli ultimi anni per un Patto di produttività programmata articolato su due livelli, nazionale e aziendale. In questo lavoro si sostiene che la dinamica della produttività va contrattata a livello decentrato. Il carattere incentivante della proposta non è superiore a quello di altri sistemi già sperimentati con esito negativo. La mancata indicazione degli strumenti che ogni parte stipulante dovrebbe porre in atto può tradursi in un pericoloso loro atteggiamento parassitario o indurre le imprese a esasperare i ritmi della produzione, attuare un demansionamento delle qualifiche, allungare l’orario di lavoro o adottare strumenti comunque peggiorativi delle condizioni di lavoro.
Details
Basta nuove regole centrali, agiamo a livello locale
L’articolo parte dalla presa d’atto che la fase di crescita dell’economia che abbiamo conosciuto per cinquant’ anni è finita. Suggerisce poi una tesi insolita, cioè che il calo di produttività sia un effetto e non la causa della crisi. Propone quindi di concentrare l’azione sindacale sulla redistribuzione del lavoro (riduzione e flessibilizzazione dell’orario) e del reddito (detassazione dei salari e introduzione di una patrimoniale). Si dice infine favorevole a insistere sull’adeguamento organizzativo delle aziende e contrario a nuovi accordi centralizzati.
Details
Produttività del lavoro e contrattazione collettiva
L’Italia è entrata in un circolo vizioso, che può essere spezzato solo attraverso un rilancio degli investimenti e della produttività nei settori strategici, a iniziare dal manifatturiero. Se da una parte dobbiamo chiedere la costruzione di un’Europa politica, dall’altra dobbiamo risolvere i nostri problemi di competitività. Occorre incrementare la competitività di quei comparti che sono maggiormente esposti alla concorrenza internazionale. La contrattazione collettiva può essere chiamata a svolgere un ruolo attivo di sostegno e di accompagnamento. Urge dirimere le questioni relative al sistema contrattuale e alla rappresentanza sindacale, premesse necessarie di qualsiasi opera riformatrice di ampio respiro.
Details
I «nuovi» dilemmi del sindacato
Si discute sul testo "I Sindacati" di Mimmo Carrieri edito da Il Mulino
Details
No ai fraintendimenti riguardo alla battaglia in difesa dell’art. 18
Si discute sul testo "I Sindacati" di Mimmo Carrieri edito da Il Mulino
Details
Postilla. Per continuare a discutere
Details
Lezioni americane. Riattivare il territorio per costruire il sindacato
Details
Il delegato sindacale come «termometro» sociale del cambiamento
L’indagine sulla rappresentanza a Parma pone al centro dell’analisi la percezione del delegato sindacale. L’indagine è costruita su un campione composto da oltre 300 delegati. Si propone di analizzare non solo la composizione socio-anagrafica dei rappresentanti dei lavoratori, ma anche quale dimensione motivazionale prevale nella scelta sindacale, quale sia la relazione tra rappresentanza politica e rappresentanza sociale, come sia percepita l’immigrazione e la qualità delle relazioni che il singolo delegato instaura con la direzione aziendale, i lavoratori e l’organizzazione sindacale.
Details
Presentazione. Piani e progetti per il rilancio del ruolo dei sindacati
Nel presentare il tema del numero della rivista, dedicato al Piano del Lavoro elaborato dalla Cgil, l’articolo sottolinea l’importanza del tentativo di rielaborazione strategica effettuato dall’organizzazione sindacale, che interloquisce con le priorità dell’agenda economico- politica, cercando di rimettere al centro delle nostre società il lavoro.
Details
Un progetto per stimolare le migliori energie sociali. Intervista a Susanna Camusso a cura di Mimmo Carrieri
Un’intervista al segretario generale della Cgil sul ruolo del sindacato come "soggetto politico" e sul Piano del Lavoro
Details
Un’agenda per la crescita economica e civile del paese, la modernizzazione e la creazione di buona occupazione
Il testo presenta un’analisi articolata e approfondita della proposta della Cgil, della sua ispirazione, dei suoi obiettivi principali, dei suoi pilastri, degli strumenti più idonei per la sua realizzazione e del ruolo che deve giocare la contrattazione collettiva.
Details
Un Nuovo Piano del Lavoro per un nuovo modello di sviluppo in Europa e in Italia
Osservando le analogie tra l’attuale crisi economica e la grande depressione degli anni ’20, il testo riflette sulla debolezza delle strategie e delle politiche dei paesi europei nell’affrontare il calo della domanda ma soprattutto i problemi strutturali che oggi li affliggono.
Details
Beni pubblici e beni comuni: il ruolo dello Stato
Il testo riflette sulla necessita di un intervento pubblico focalizzato sull’identificazione delle condizioni di un nuovo modello di sviluppo che faccia perno sulla «piena e buona occupazione» e su un «Piano straordinario per la creazione diretta di lavoro per giovani e donne».
Details
Il passato e il futuro
Una riflessione comparata tra l’odierno Piano del Lavoro e quello presentato da Giuseppe Di Vittorio nel 1949 in occasione del secondo Congresso della Cgil, una proposta di politica economica nazionale volta a guidare la modernizzazione del paese coniugando regole democratiche e sviluppo.
Details
Le radici della crisi e le possibili soluzioni
Il saggio analizza alcune possibili soluzioni alla crisi con un ruolo della finanza al servizio delle esigenze dell’economia reale, in una corretta relazione con il lavoro, la produzione e il risparmio.
Details
L’innovazione come chiave per lo sviluppo e la competitività
La politica economica, e più in particolare la politica industriale, diventano necessarie non solo per determinare una crescita del reddito soddisfacente, ma anche per migliorare le condizioni del lavoro e uno degli interrogativi chiave da porsi riguarda quali siano le politiche economiche adeguate per conseguire gli aumenti di reddito nelle economie a minore contenuto tecnologico, senza subire questo vincolo.
Details
Lavoro e attivazione in Europa. Investimento sociale o creazione diretta di nuova occupazione?
Se per un certo periodo il tema delle politiche di attivazione ha guardato principalmente all’integrazione con i servizi sociali, con la cura e conciliazione, con la formazione continua e professionale, oggi occorre allargare lo sguardo anche a quelle politiche che sono in grado di incidere sulla creazione diretta di occupazione per creare il giusto mix per il welfare di domani
Details
Il rallentamento della produttività del lavoro in Italia: cause e soluzioni
L’analisi di Travaglini si concentra sui fattori che assicurano nel tempo una buona occupazione congiuntamente a una alta produttività.
Details
Storie di ordinario precariato
Tra maggio e giugno 2012 la Cgil, in collaborazione con il settimanale Internazionale, ha promosso la realizzazione dell’indagine Storie precarie, finalizzata a comprendere e descrivere le esigenze e le difficoltà dei lavoratori precari. Il contributo raccoglie i principali risultati.
Details
Il Piano del Lavoro ieri e oggi
La riflessione di Guglielmo Epifani sul Nuovo Piano del Lavoro della Cgil, segno concreto di come si possa e si debba cambiare, senza attendere che l’inerzia dei processi determini il nostro futuro, senza rassegnarsi e considerare i giovani d’oggi la generazione perduta di questo inizio millennio
Details
Previous
1
2
3
…
59
60
61
62
63
64
65
…
173
174
175
Next
RICERCA AVANZATA
CERCA IN:
Tutti
Libri
RPS
RGL
QRS
CM
Autore
Collane
Collane
Rivista
Rivista
Titolo
Titolo
Anno
Anno
ESCI
RESET
CERCA