• Un ricordo di Gino Giugni, attraverso il racconto degli anni alla Commissione di garanzia sullo sciopero; un’esperienza vissuta dal giurista e studioso del lavoro con straordinaria intensità, con profondo rispetto per le istituzioni e per la collettività che rappresentano; un’esperienza che ha suscitato interesse anche in altri ordinamenti, per le innovazioni portante nella discussione, nella regolazione della materia, per la capacità di coinvolgere sempre le parti sociali.
  • La frammentazione del nostro sistema di rappresentanza imprenditoriale lungo una pluralità di assi di differenziazione è sempre stato considerato un punto di debolezza che rischia oggi di divenire anacronistico. Debolezza politica delle piccole e medie imprese è stata individuata nella frammentazione del sistema di rappresentanza. La nascita di Rete imprese Italia e dell’ACI per le cooperative sono importanti segnali di aggregazione e integrazione. Altre mancate fusioni e l’uscita di Fiat da Confindustria registrano processi di segno inverso. L’apparizione sulla scena politica di Rete imprese.
  • I risultati, commentati, di un database sugli iscritti alle principali associazioni datoriali italiane negli ultimi 20 anni. Una mappa descrittiva in grado di colmare una forte lacuna conoscitiva della rappresentanza datoriale, da cui emerge una diffusione dell’insediamento molto differenziata fra le regioni del paese. La struttura attuale può avere ancora un senso e un futuro? Meglio meno associazioni, più grandi, o più associazioni, in grado di intercettare meglio le differenze. Le associazioni degli interessi forti sono un bene o un male per lo sviluppo di un paese?
  • Per i possessori di capitali l’organizzazione costituisce una seconda scelta: i capitalisti evitano di organizzarsi fino a quando possono procurarsi la forza lavoro con la contrattazione individuale che consente loro di sfruttare i vantaggi di cui godono sul mercato. L’anomalia italiana e la frammentazione del sistema produttivo. Le divisioni di natura partitico-ideologica e la loro recente fine. Il divorzio Fiat-Confindustria: quali scenari futuri? Un’analisi socio-politologica fra logica della membership e logica dell’influenza.
  • Confindustria celebra i suoi cento anni in un contesto di epocali trasformazioni. L’associazione si è già trovata – rispettivamente nel 1910, nel 1929 e nel 1960 – di fronte ad altri grandi snodi critici. La sfida attuale consiste nel confrontarsi coi tre passaggi e le relative scelte della sua storia: liberalismo e questione nazionale); internazionalizzazione e competitività; democrazia economica attraverso la cogestione. Il problema, ieri come oggi, della responsabilità di classe dirigente.
  • Crisi della rappresentanza e politiche organizzative nei sindacati e nelle associazioni datoriali. La scelte di razionalizzare il numero di sigle e associazioni, con esiti che permangono molto distanti fra il mondo del lavoro e quello delle imprese. I riflessi sulla contrattazione, la cui frammentazione traduce il particolarismo corporativo dell’associazionismo datoriale. L’accordo del 28 giugno e l’art. 8 della manovra di ferragosto: due exit alternativi alla crisi e alla disomogeneità del nostro sistema contrattuale. L’uscita di Fiat da Confindustria e il contratto di gruppo di primo livello
  • Il mondo della piccola impresa è stato troppo a lungo afono e non adeguato in termini di capacità di rappresentanza. Questa funzione è stata perlopiù delegata a Confindustria e al mondo della rappresentanza sindacale. Occorre invece entrare nella serie A della rappresentanza. Rete imprese Italia dovrà accreditarsi come portavoce di interessi concreti e più generali, e non solo come portavoce di interessi corporativi. La sua nascita ha questo profondo significato.
  • Una serie di interviste a dirigenti e funzionari di associazioni imprenditoriali italiane realizzate nel periodo giugno-settembre 2011.La loro realizzazione è parte di un più ampio programma di ricerca, "Relazioni industriali, contrattazione collettiva e rappresentanza in Italia", finanziato dal ministero dell’Istruzione e tuttora in corso di svolgimento. Una situazione di crisi per le associazioni imprenditoriali, in cui si deve fare i conti con rotture e discontinuità delle routine. Le trasformazioni in atto richiedono, in altri termini, una ridefinizione del modo di fare rappresentanza
  • L’articolo racconta l’ultimo congresso della Ces, tenutosi ad Atene il 16-19 maggio 2011; un congresso importante, negli anni della de-regolazione neoliberista, della crisi economica, dei programmi di austerity, della crescita delle disuguaglianze. Il testo ricostruisce in modo dettagliato la composizione delle delegazioni, le diverse posizioni, i documenti discussi, gli emendamenti proposti, il dibattito sulla strategia futura.
  • Il saggio ricostruisce le complesse dinamiche che hanno portato il sindacato britannico ad appoggiare la domanda di adesione della Gran Bretagna di Wilson alla CEE a cavallo fra gli anni sessanta e settanta. In particolare, attraverso l’analisi del ruolo svolto dalla centrale sindacale britannica sia a livello nazionale che internazionale in questa fase, viene analizzato il complesso dibattito che si sviluppa all’interno degli organismi di rappresentanza dei sindacati in Europa e sul loro ruolo e le funzioni rivestite all’interno della vita comunitaria e delle sue strutture.
  • La rivista propone un contributo che garantisca un'analisi il più possibile rigorosa dell'accordo per consentire di inquadrare i suoi diversi risvolti applicativi. Una pluralità di letture, introdotte e riassunte in questo contributo curato dai coordinatori del numero.
  • La ricostruzione del contesto nel quale è maturato l'accordo del 28 giugno 2011, nel racconto e nelle analisi di uno fra i protagonisti che più direttamente è stato impegnato alla stesura di quel testo. Una ricognizione dei contenuti più qualificanti che, da questo punto di vista, caratterizzano l'intesa. A partire dalla conferma dei due livelli contrattuali e del primato del CCNL su quello aziendale, che pure viene potenziato. La certificazione della rappresentatività. Il rifiuto di conferire valenza retroattiva all'accordo.
  • Una disamina del contesto politico, economico e sindacale nel quale prende corpo l'accordo interconfederale del 28 giugno. La scelta, a quel punto tutt'altro che scontata, di salvaguardare il primato del CCNL in un quadro che riafferma l'articolazione bipolare del nostro modello contrattuale. L'uso attento delle parole, grazie: non si parla mai di "deroghe". La certificazione della rappresentatività. L'efficaica erga omnes dei contratti aziendali su base maggioritaria. Le clausole di tregua solo per le ooss. L'art. 8 e le sue conseguenze devastanti.
  • L'A.I. del 28 giugno non è la prosecuzione di un modello inaugurato nel '93; è piuttosto un passaggio di fase. Lo studioso deve coglierne il significato nel contesto storico, ma anche capirne senza reticenze sia le luci che le ombre. Primato formale ma non sostanziale del CCNL e in assenza di regole che definiscono i parametri democratici per concluderlo. Il venir meno del ne ibis ne idem a livello aziendale. Critica delle clausole di uscita e di tregua.
  • Il presente quaderno pubblica scritti di commento al volume "In difesa dello Stato, al servizio del Paese" curato da G. Amari, Ediesse, 2010. La battaglia di Ambrosoli, Baffi, Novembre, Sarcinelli e Anselmi che mise in luce l’intreccio di politica, affari, criminalità, servizi segreti, che da sempre ha inquinato la democrazia in Italia. Battaglia che non è stata vana; il loro sacrificio è penetrato nel profondo del sentimento della società civile che ogni volta improvvisamente riemerge.
  • Normalità e genuinità: è la duplice prospettiva attraverso la quale è possibile guardare gli esempi descritti nel libro In difesa dello Stato, al servizio del paese. Nel passato del paese troviamo esempi che ci aiutano a capire come ciascuno di noi abbia un ruolo da esercitare per contribuire all’evoluzione della società, alla correzione di quei limiti che la caratterizzano in relazione alla gestione del potere, alla tutela dell’interesse collettivo. Per l’esercizio di tale ruolo, ciò cui bisogna rivolgersi non ha natura di straordinarietà, ma radica nella quotidianità di ciascuno di noi.
  • Il volume di Amari "In difesa dello Stato, al servizio del paese" ripercorre l’affaire politico-affaristico-giudiziario che, per salvare gli interessi di Sindona e della P2, porta all’incriminazione di Baffi e Sarcinelli e all’assassinio dell’avvocato Ambrosoli. Della ricostruzione documentale di una vicenda che costituisce un punto di svolta delle nostre istituzioni, questo saggio privilegia la figura di Paolo Baffi, per la sua azione di politica economica in una fase critica delle nostre istituzioni e che sarà causa delle pesanti vicende giudiziarie che su lui si abbatteranno.