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Per una storia della precarietà… al femminile
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Il rischio psicosociale: lo stress lavoro correlato e gli strumenti di intervento
L’evoluzione dei modelli organizzativi del lavoro ha portato negli ultimi decenni all’emergere di diverse situazioni di disagio definite come «rischio psicosociale», che comprendono lo stress correlato al lavoro, le molestie e le situazioni in cui si configurano forme di vera e propria violenza. Lo stress da lavoro correlato costituisce oggi la condizione più diffusa di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Il saggio valuta l’evoluzione del rischio psicosociale e dello stress nel nostro sistema economico, prendendo in considerazione alcune tra le principali misure promosse per contrastare il fenomeno e valutando ricerche che mettono in rilievo degli aspetti particolari della problematica. In particolare si considera il ruolo del dialogo sociale e del sindacato, sia nelle politiche che negli interventi in azienda, per promuovere modelli organizzativi in grado di limitare le situazioni di disagio collegate allo stress correlato al lavoro e per favorire il benessere aziendale come condizione prevalente nei sistemi produttivi. Inoltre si considerano i dati provenienti dalle analisi dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute rispetto al rischio psicosociale. La tesi dell’autore è che i modelli organizzativi del lavoro che stanno emergendo in questi anni, in particolare l’idea che la prestazione lavorativa sia da valutare quale «performance», implichino la diffusione di un maggior rischio psicosociale e di un conseguente minor benessere lavorativo.
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La rappresentanza negoziale sindacale dal Patto per la fabbrica al programma di governo giallorosso. Traiettorie regolative autonome e prospettive eteronome
Obiettivo del contributo è, in primo luogo, di indagare le prospettive regolative in tema di rappresentanza negoziale del sindacato emergenti dall’ultimo tassello di autoregolazione sindacale sul tema, costituito dall’Accordo interconfederale del 9 marzo 2018 (Patto della fabbrica). In secondo luogo, e sulla scorta del dibattito originato dall’inclusione di un intervento legislativo in tema di salario minimo e rappresentanza sindacale tra le priorità della nuova compagine governativa, oggetto di indagine sono le prospettive di un eventuale intervento eteronomo di regolamentazione della rappresentanza sindacale nel contesto di una legge istitutiva del salario minimo legale.
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Welfare: Stato e parti sociali. Il caso italiano e profili di comparazione con l’esperienza olandese*
Le dinamiche economico-sociali tra associazioni sindacali e datoriali hanno da sempre comportato un interesse statale, manifestatosi in forme sia dirette che indirette, sia formali che informali. L’analisi, condotta nell’articolo, attiene proprio agli aspetti più marcatamente sociali delle relazioni industriali, con l’obiettivo di evidenziare le connessioni che sussistono tra welfare contrattuale e agente pubblico, sia in termini di soggetto «incentivante», sia quale interlocutore principale di tali interventi. Per l’autrice questa riflessione costituisce un passaggio obbligato, in quanto l’entropia definitoria del fenomeno, e l’assenza di una nozione normativa sembrano determinare che un’eventuale perimetro dell’istituto passi necessariamente anche attraverso il concetto di Welfare State. Il metodo comparato, con la scelta dell’esperienza olandese, è un utile strumento metodologico nel dimostrare che l’azione statale sembra comportare un determinato modularsi delle relazioni industriali e della loro azione nel welfare sussidiario.
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Teoria e prassi dei beni comuni: una primavera per il diritto e la rappresentanza del lavoro?
L’articolo analizza, nella prospettiva del c.d. doppio-movimento Polanyiano, le implicazioni teoriche e pratiche della teoria dei beni comuni sul diritto e sulla rappresentanza del lavoro. La proposta dei beni comuni comporta un ripensamento della concezione pluralista del diritto del lavoro e delle relazioni industriali. Di fianco all’analisi teorica, l’articolo discute alcuni esempi di azione collettiva per la difesa dei beni comuni, relativamente allo sviluppo sostenibile dei territori, alle forme di cittadinanza attiva e al ruolo del consumo critico. La conclusione è che la prospettiva dei beni comuni possa rappresentare un fattore di rivitalizzazione per il diritto e la rappresentanza del lavoro.
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Oltre la rappresentatività sindacale (anche datoriale) «quantificata». Una possibile circolazione del modello francese?
L’autrice si sofferma sui criteri adottati dall’ordinamento francese per selezionare le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro al fine di evidenziare i profili che possono costituire spunto di riflessione per l’ordinamento interno, anche alla luce del percorso avviato dalle parti sociali. In particolare si evidenzia l’importanza della previsione di criteri non soltanto «quantitativi», ma altresì tesi ad accertare l’effettività dell’azione sindacale.
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Le riforme italiane e francesi del mercato del lavoro: una via indiretta per il depotenziamento della contrattazione sindacale?
Negli ultimi anni le riforme del mercato del lavoro in Francia e in Italia hanno contribuito all’ulteriore deregolamentazione della legislazione lavorista. Se in Italia queste hanno riguardato principalmente i temi della regolazione contrattuale e del funzionamento del mercato del lavoro, nel caso francese hanno riguardato più espressamente anche la contrattazione collettiva e il sistema delle relazioni industriali a livello aziendale. Sia l’ultima riforma promossa dal governo Renzi (il Jobs Act), sia quella promossa da Macron (Loi Travail 2), si sono mosse entrambe sulla scia di precedenti provvedimenti, più o meno in continuità rispetto ai contenuti, ma anche nel quadro di un confronto sindacale più conflittuale e condizionato da una crescente propensione alla disintermediazione da parte dei governi. Anche se i due paesi presentano caratteristiche differenti relativamente al loro mercato del lavoro (anche in ragione della loro economia) e al loro modello di rappresentanza sindacale (diverso peso dei contratti nazionali, tassi di sindacalizzazione, organismi di rappresentanza interni alle aziende, ecc.), le due riforme potrebbero in prospettiva favorire ulteriormente la de-sindacalizzazione, in particolari degli occupati più giovani. L’ipotesi contenuta in quest’articolo è in altri termini quella che l’ulteriore processo di precarizzazione contrattuale nel rapporto di lavoro e la riduzione delle tutele contro i licenziamenti, tanto nella riforma italiana quanto in quella francese, possa condurre nel medio-lungo periodo ad un indebolimento crescente dell’efficacia e della copertura della contrattazione collettiva, a partire dall’enorme incidenza dei contratti a termine nelle assunzioni e dall’introduzione di formule negoziali dirette tra lavoratori e aziende.
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Introduzione. Come cambiano le funzioni dello Stato e delle relazioni industriali
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QRS N. 4/2019
22.00
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Le prospettive della rappresentanza negoziale
La misurazione della rappresentatività datoriale
Comparare il welfare in Italia e Olanda
Precari e precarietà
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Lavorare tutti?
13.00
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Lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza torna come ipotesi nel dibattito politico e accademico. Negli Stati Uniti le proposte di Lavoro garantito pubblico e il Green New Deal, che prevede lavoro garantito pubblico, hanno suscitato grande interesse. Di cosa parliamo? Della possibilità e necessità di intervenire, creando lavoro, in ambiti quali l’adattamento e la lotta al cambiamento climatico e il lavoro di cura in società avanzate e complesse come quelle occidentali. Si tratta di ipotesi sensate? Ce ne sarebbe bisogno negli Stati Uniti? E nell’Italia del «Reddito di cittadinanza»? Forse, se è vero che in tutto l’Oc cidente aumentano le diseguaglianze e il lavoro viene pagato sempre meno. Lavorare tutti? ricostruisce le proposte americane di lavoro ga ran tito e il dibattito accademico e politico che hanno suscitato, ricorda le esperienze precedenti dal New Deal in poi, offre una fotografia della società americana, delle sue diseguaglianze, dei suoi ritardi, dei milioni rimasti indietro. Divisioni e diseguaglianze spiegano tanto la vittoria di Trump quanto la popolarità di figure come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez. Spostando poi il fuoco sulla situazione italiana, il volume, arricchito da una introduzione teorica di Laura Pennacchi, prova a fare alcune ipotesi su un’idea di lavoro garantito a partire da un quadro del mercato del lavoro e dei bisogni insoddisfatti del nostro paese.
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Dai nostri corpi sotto attacco
14.00
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In un contesto politico profondamente mutato, la questione dell’aborto continua ad essere – come fu negli anni Settanta del Novecento – questione cruciale per la libertà, soggettività e convivenza civile di tutte e tutti. In un panorama che sembra segnato dalla rottura di vecchi schemi gerarchici e dal trionfo neoliberale dei diritti individuali emergono con grande forza, in Italia e in molti paesi, forme di nostalgia per un passato governato dalle certezze patriarcali e sovraniste che incidono ancora una volta sui corpi delle donne. In molti paesi del mondo l’aborto torna ad essere oggetto di politiche criminalizzanti. Le donne però reagiscono, in forme politiche forti e interessanti. In questo volume, che pensiamo come strumento di riflessione e di attivismo, si racconta il protagonismo politico femminista in Spagna, Polonia, Irlanda, Brasile, Argentina e Cile, dove, attraverso forme di resistenza e sperimentazione inedite, è stato posto un freno a riforme reazionarie e sono state aperte brecce nell’ordinamento per la regolamentazione dell’aborto. Le esperienze maturate in Italia e nei diversi contesti sono narrate nella cornice del dibattito politico, giuridico e filosofico più articolato che si interroga sui modi di rappresentare la questione dell’aborto, la soggettività e l’autodeterminazione femminile, e non solo.
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Rapporto sui diritti globali 2019 (ebook)
18.00
€
Promosso da:
CGIL | Con l’adesione di: ActionAid | Antigone | ARCI | CNCA | Fondazione Basso-Sezione Internazionale | Gruppo Abele | Legambiente | Rete dei Numeri Pari
Il Rapporto sui diritti globali è uno studio annuale, unico a livello internazionale, che analizza i processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali, osservati in un’ottica che considera i diritti come interdipendenti. La struttura del Rapporto, giunto alla sua 17a edizione, è articolata in capitoli tematici, suddivisi in una panoramica generale e in Focus di approfondimento su alcune delle problematiche più rilevanti e attuali dell’anno. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, dati statistici, riferimenti bibliografici e web. Il Rapporto sui diritti globali, contenente le analisi più approfondite, le cifre più aggiornate, il quadro più ampio, si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni. Ideato e realizzato dall’Associazione Società INformazione ON LUS, è promosso dalla CGIL nazionale, con l’adesione delle mag gio ri associazioni impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto. Prefazione di Maurizio LANDINI, introduzione di Sergio SEGIO, interventi di Marco AIME, Paolo BERDINI, Giorgio BERETTA, Susanna CAMUSSO, Luigi CIOTTI, Vincenzo COLLA, Marco DE PONTE, Monica DI SISTO, Fausto DURANTE, Gianna FRACASSI, Enrico GAGLIANO, Paul MASON, Lea MELANDRI, Carolina MELONI GON ZÁLEZ, Marcello MINENNA, Sabrina PIGNEDOLI, Giacomo PISANI, Roberta RADICH, Katrin SCHIFFER, Maurizio SIMONCELLI, Susi SNYDER, Livia TOLVE, Paolo VIGANÒ, Julie WARD, Alex ZANOTELLI, Wim ZWIJNENBURG. REDAZIONE: José Miguel Arrugaeta, Orsola Casagrande, Roberto Ciccarelli, Massimo Franchi, Sandro Gobetti, Francesco Paniè, Susanna Ronconi, Alberto Zoratti, Sergio Segio (coordinatore). HANNO COLLABORATO: Caterina Amicucci, Marco Bersani, Marco Calabria, Gianluca Carmosino, Roberta Ferruti, Marco Omizzolo, Daniela Patti, Levente Polyak, Carlo Ridolfi, Carla Maria Ruffini, Annarita Sacco, Riccardo Troisi. ** Nota ** Il libro è disponibile anche in formato cartaceo.
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