• L’articolo riporta i primi e parziali risultati di una case study research su esperienze di contrattazione della digitalizzazione in alcune aziende afferenti a diversi settori e analizzate con una ricerca di tipo qualitativo. L’articolo è focalizzato sulle dimensioni che sono emerse come le più sensibili nei casi indagati: la trasformazione del lavoro «concreto» (Trentin) con la digitalizzazione, che investe le dimensioni del rapporto con la macchina, dell’autonomia, della collaborazione, dei nuovi tipi di alienazione, e il tema del controllo della produzione e del lavoratore. In generale si riscontra che gli effetti dell’introduzione delle tecnologie cd. 4.0 sul lavoro variano molto a seconda dei contesti, che questi cambiamenti sono affrontati anche con istituti contrattuali tradizionali ma declinati in maniera innovativa e che si sono seguiti diversi approcci alle relazioni industriali per governare questi fenomeni.
  • I lavoratori della gig economy, in quanto formalmente «autonomi», fanno parte di una «distributed workforce» esterna al perimetro della contrattazione collettiva. La possibilità di ricondurli entro i suoi confini dipende in larga misura dal riconoscimento della loro subordinazione di fatto, a prescindere dal loro contratto formale con le imprese-piattaforme. Sullo sfondo del dibattito giuslavorista in merito, l’articolo si concentra sull’argomentazione a sostegno della presunta autonomia dei gig workers, basata sulla teoria dei costi di transazione, che riduce le piattaforme a semplici «mercati». Un uso analitico e non soltanto persua- Oltre i confini della Qcontrattazione collettiva? 31 sivo della stessa teoria conduce a ben altre conclusioni: le piattaforme sono «mercati gerarchizzati » creati, governati e controllati da un’impresa, dove la «gerarchia» opera attraverso la completa etero-determinazione algoritmica della prestazione lavorativa. E dove c’è gerarchia c’è subordinazione.
  • La rivoluzione tecnologica digitale è un processo in corso. Esso sta trasformando l’economia, il lavoro, i consumi e le abitudini di vita delle persone. Gli esiti quantitativi e qualitativi sull’occupazione e sulle condizioni di vita non sono scontati: dipendono dalle politiche che gli Stati fanno (o non fanno) per indirizzare l’innovazione e dalla tutela che il sindacato può fare (o non fare) con la contrattazione territoriale e sul lavoro. Senza questi interventi l’innovazione tecnologica allargherà le diseguaglianze sociali ed economiche. L’innovazione è un veicolo per realizzare gli obiettivi di una crescita sostenibile (economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibile).
  • CM 4/5-2019

    12.00 
     
    Editoriale
    Aldo Tortorella, La costruzione del popolo 
     
    Osservatorio
    Romeo Orlandi, Lanterne rosse in Africa 
    Anna Maria Merlo, Macron, un liberal troppo a destra 
    Iacopo Scaramuzzi, La chiesa di Francesco, “poliedrica” e terremotata 
     
    “Alternative in rete”
    Vincenzo Vita, La dittatura delle tecniche, l’alternativa necessaria 
    Michele Mezza, Il dominio del calcolo: un conflitto a casa nostra  
    Piero De Chiara, Per una intelligenza europea (non solo artificiale) 
    Giulio De Petra, Rivoluzione digitale, una critica da sinistra 
    Stefano Bocconetti, Sui social ascoltiamo le parole degli anonimi
     
    Discussioni
    Denis Melnik, Sul Putin-pensiero: il liberalismo è morto, viva il neoliberismo 
    Francesco Aqueci, Antonino Laganà, Oltre la frontiera. Analisi e prospettive di un nuovo inizio 
     
    Laboratorio culturale
    Aldo Tortorella, Etica e politica in Antonio Banfi 
    Giuseppe Cacciatore, Il marxismo di Antonio Banfi 
    Paolo Ercolani, Marx, Lenin e la centralità della questione femminile
    Sevgi Doğan, Rosa Luxemburg e la questione femminile
    Antonio Di Meo, Primo Levi. Un centenario 
    Paolo Desogus, La «filosofia della praxis» da Labriola a Gramsci
    Stefania Pietroforte, Usi di Leopardi
     
    Schede critiche 
    Paolo Ciofi, Rendita e sovranismo nelle città globali
    Alberto Leiss, La politica nell’era digitale
    Fabio Vander, L’egemonia e la sinistra nel XXI secolo
    Pasquale Voza, La (ancora) nuova ragione del mondo