• Tra i rischi della globalizzazione c’è quello dello svuotamento del senso e delle identità delle persone. Persone considerate esclusivamente come consumatori, destinatari finali di scelte sempre più originate da elite politiche, economiche e sociali. La persona è privata del suo ruolo di cittadino, di protagonista della vita sociale e politica. È chiamata solo a ratificare mediante strumenti che si diffondono sempre di più, tra l’altro perdendo gran parte del loro significato, come i referendum o le primarie, che se decontestualizzati da più organiche e complesse forme di partecipazione...
  • Come organizzare il genio, premiare il merito, riconoscere il talento? Definire percorsi e strategie, adottare buone pratiche per sostenere la ricerca scientifica e l’innovazione? Sviluppare reti e relazioni virtuose tra università, istituzioni di ricerca, sistemi di impresa? Apprendere da esperienze e modelli di successo in Europa e nel mondo? E ancora. Sono i processi attivati dalle persone con le loro idee, il loro talento, il loro lavoro, la qualità e la quantità delle loro relazioni, connessioni, interazioni, a determinare la storia e il carattere, i successi e i fallimenti...
  • Alla fine dell’aprile 2008 a Città del Panama, la Orit (Organizzazione regionale interamericana del lavoro) e la Clat (Centrale latino-americana dei lavoratori), le due più grandi organizzazioni regionali di lavoratori delle Americhe, con più di cinquanta anni di storia alle spalle, si sono sciolte per fondare la Confederazione sindacale dei lavoratori e delle lavoratrici delle Americhe (Csa). ...
  • Esiste ormai una vasta letteratura sulle conseguenze umane e sociali dei processi di flessibilizzazione del lavoro, in particolare del diffondersi dei rapporti di impiego non-standard1. Molteplici sono gli aspetti che sono stati investigati con diversi approcci, metodi, obiettivi, desideri. Importanti sono innanzitutto quegli studi, in prevalenza economici, che adottano una prospettiva macro e cercano di comprendere quali siano, nei diversi paesi/contesti istituzionali, le conseguenze dell’incremento della flessibilità (intesa come minori vincoli alle assunzioni temporanee,...
  • Nel giugno 2008, al «no» dei francesi e degli olandesi si è aggiunto quello nel referendum irlandese sul Trattato modificativo di Lisbona. Cosa collega questi «no»? A mio avviso, la necessità di più Europa: ma un’Europa profondamente riformata, a partire dalle sue attuali modalità di spesa, e impegnata – innanzitutto – nella costruzione di uno «spazio sociale» (insieme coerente di politiche, diritti e responsabilità sociale delle imprese, e relazioni industriali) europeo e mondiale. ...
  • Fa parte della storia del movimento sindacale rilevare che le idee della Cgil e della Cisl su come attuare i processi democratici sono abbastanza diverse. Il recente accordo unitario sulla materia ha dimostrato che è possibile, sui processi democratici, fare passi avanti e trovare nuove convergenze nel movimento sindacale. Lo scopo di questo contributo, che prende a riferimento le due principali organizzazioni sindacali, è offrire elementi utili per una riflessione. ...
  • Le radicali innovazioni nella struttura e nell’organizzazione delle imprese, tipo lean production o just-in-time, sono una grande trasformazione che ormai ci appare più «devastante» che «provvidenziale». Questo ci ha dato il post-fordismo ed è difficile che ci dia di più o di meglio. La gravissima crisi provocata dalle storture del sistema finanziario americano potrebbe influire sul modo di produzione, determinando una svolta oppure un blocco. Dipende da come e quando il capitalismo uscirà dalla crisi.
  • Una rassegna di alcune delle principali teorie sul mutamento del modo di lavorare (Kern e Schumann; Ono, Womack, Jones e Roos) rivisitati alla luce dei più recenti esiti della transizione iniziata oltre 20 anni fa.
  • Il saggio analizza le conseguenze sulle condizioni di impiego e sull’organizzazione del lavoro, dimostrando che le condizioni di impiego e di lavoro sono complessivamente peggiorate lungo la catena del valore per effetto della ristrutturazione esterna, in quello che può essere definito un processo di frammentazione accelerata dell’impiego.
  • Da molti studi comparati, l’Italia risulta essere tra i paesi a maggiore rigidità del lavoro e con una maggiore diffusione del lavoro standard a tempo indeterminato, ma allo stesso tempo è uno dei paesi dove è più diffuso tra i lavoratori dipendenti – anche quelli con contratti a tempo indeterminato – un senso di insicurezza e incertezza e una maggiore disaffezione nei confronti dell’azione organizzata. Un'analisi dei motivi.
  • I risultati del progetto "Works", realizzato grazie a 17 gruppi di ricerca di 14 paesi. Obiettivo del progetto era mettere a disposizione una lettura comparativa dei cambiamenti del lavoro, della sua organizzazione, della sua natura; più esattamente era conoscere l’impatto dei diversi tipi di ristrutturazione in corso nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni sulla qualità della vita
  • Alla fine del 2005 la Fondazione europea ha realizzato la sua quarta indagine sulle condizioni di lavoro in Europa, che offre l’opportunità di osservare da vicino il modo in cui queste si sono evolute nei paesi europei1. Per comprendere questa evoluzione è però necessario considerare prima di tutto i cambiamenti della composizione della forza lavoro.
  • Il sapere professionale è il risultato di un processo all’interno del quale la persona costruisce e ridefinisce il proprio rapporto con la realtà, accettando o rifiutando valori, modi di essere, di pensare, di agire. Gli autori ricostruiscono i fondamenti concettuali e i riscontri empirici di questa problematica.
  • Una recensione del volume curato da Trotta e Milana sull'operaismo italiano degli anni Sessanta.
  • Secondo gli ultimi dati Ocse la crisi e la recessione investiranno tutti i paesi e, per quanto riguarda l’Italia, la disoccupazione tornerà all’8 per cento nel 2010, con una crescita di circa 2 punti dall’inizio del 2008. Il Pil, con un -0,4 per cento nel 2008 e -1 nel 2009, vedrà il nostro Paese in piena recessione, con un 2009 giudicato «in profondo rosso».
  • Ormai quasi dieci anni fa, Aris Accornero, ricostruendo quello che era stato il ruolo del lavorare nel Novecento e abbozzando quale potesse essere nel secolo a venire, disegnava una transizione «dalla società del Lavoro alla società dei lavori». Quanto accade oggi sotto i nostro occhi offre sempre più conferme a questo schema.
  • L’articolo riassume i risultati della ricerca empirica realizzata dall’Ires in materia di lavoro interinale. Caratteristiche delle missioni, in termini di durate e condizioni di lavoro. Si è tentato di cogliere gli aspetti dinamici e processuali che attivano questa forma occupazionale flessibile, ricostruendo i percorsi di lavoro e le storie lavorative attivate proprio a partire dall’esperienza di lavoro in somministrazione.
  • Questo articolo presenta i risultati di una ricerca empirica svolta sugli occupati di un call center pugliese. L’obiettivo è stato quello di indagare i processi che spingono i ragazzi meridionali a scegliere un lavoro da operatore telefonico, occupazione oggi tra le più sgradite nel nostro Paese. La ricerca conferma che, per i giovani del Sud, il lavoro da operatore telefonico è insoddisfacente. Essi lo considerano un’occupazione transitoria, la tappa di un percorso che li dovrà condurre verso un lavoro più desiderabile.
  • I risultati dell’inchiesta FIOM su oltre 100.000 lavoratori meccanici. I risultati dell’inchiesta servono a ricordare che gli operai esistono. Ed esistono le operaie che, se possibile, lavorano peggio dei loro colleghi uomini. Ma le risposte degli operai metalmeccanici ricordano non soltanto che il lavoro operaio esiste eccome, ma che nelle fabbriche metalmeccaniche italiane si lavora come cinquanta anni fa.
  • Gli autori si interrogano sulla base sociale del lavoro industriale, per come è venuto modificandosi nel tempo e per i riflessi che i cambiamenti avvenuti hanno sull’agire sindacale. Il principale risultato è che mentre la «periferia» del sindacato si confronta necessariamente con le trasformazioni profonde che hanno investito i contesti di lavoro e talvolta trova modi efficaci per affrontarle, il «centro» non ha ancora sviluppato una rappresentazione e un’elaborazione adeguate delle stesse.
  • L’articolo presenta i risultati di una ricerca sulle relazioni di lavoro e sulle trasformazioni nelle relazioni industriali nello stabilimento Fiat-Sata di Melfi a distanza di alcuni anni dalla crisi del gruppo Fiat, iniziata alla fine degli anni novanta, e dagli eventi conflittuali della primavera del 2004 che hanno riguardato la fabbrica di Melfi.
  • Mimmo Carrieri e Serafino Negrelli recensiscono il recento volume di Guido Baglioni, intitolato "L'accerchiamento" e dedicato ai temi della crisi sindacale nell'epoca della globalizzazione e del post-fordismo.