1 Luglio 2024 Di Vittorio colpisce ancora Mai più senza pane, il libro di Maria Grazia Adamo ispirato alla biografia di Giuseppe Di Vittorio, riceverà il prossimo 17 luglio a Pontremoli una menzione d’onore dal concorso internazionale di arte e letteratura “La via dei libri”, nell’ambito del prestigioso Premio Bancarella. Intervista all’autrice. Si aspettava questo riconoscimento? Sinceramente no, perché l’iscrizione e avvenuta all’ultimo momento, dopo aver visto che si poteva partecipare a questo premio importante. Un’idea che mi è venuta anche con l’intenzione di varcare i confini nostrani, quelli romani, per raggiungere un pubblico più vasto. In tutto questo la menzione d’onore è una piacevole sorpresa. Anche perché arriva da una istituzione importante. Sì, il Premio letterario Bancarella ha storia antica, venne istituito nel 1953 da librai e venditori di libri, e premia per l’appunto il libro che ha venduto di più. Ma nel corso della settimana di valutazione dei titoli vengono considerate anche altre opere, come la mia, che certo non è quella che ha venduto di più… Un riconoscimento prestigioso, che garantisce una cassa di risonanza di cui sono molto contenta, e che arriva in un momento politico e sociale molto difficile. Per questo una menzione d’onore a un libro che si pone anche la contro guerra e le morti sul lavoro è un riconoscimento importante, soprattutto perché arriva attraverso un personaggio come Giuseppe Di Vittorio toccando temi attuali, ed è bello tornare a parlare di un uomo che ha speso la vita per diritti e condizioni di lavoro dignitose. Il libro è uscito nell’autunno 2023. Quale riscontro ha registrato in questo primo anno di pubblicazione? Sono tornate impressioni positive, i lettori hanno parlato di un libro scorrevole e coinvolgente, e non tutti conoscevano Di Vittorio, soprattutto i più giovani, cosa che da un lato mi ha un po’ sorpreso. Ma sono stata contenta soprattutto di questo, di un interesse a livello trasversale. D’altronde il target dei lettori del mio libro è particolare, o se vogliamo ben definito, sono persone che si interessano di problemi sociali. Ma queste sono scelte che uno scrittore fa a priori. Si può dunque ancora affermare, nell’era dell’ipertecnologia, che lo strumento della scrittura, della letteratura in particolare, sia ancora importante per la diffusione di saperi? Prendo spunto da una citazione di Pablo Picasso, quando dice che “l’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità”. Letteratura, teatro, cinema, compiono un’opera di mediazione tra il mondo che ci è esterno, a tratti ostile, e noi. Per me è dunque importante suscitare curiosità nella sensibilità delle persone, e in questo senso credo che il suo lavoro il libro lo stia facendo. Poi il successo è un’altra cosa, ma sono molto contenta delle presentazioni che stiamo facendo, non solo per il riscontro ma per il tipo di performance, che impegna persone provenienti da lavori teatrali, più in generale dai circuiti del mondo dell’arte. Un lavoro faticoso, quello promozionale, ma che sta producendo risultati che stimolano. Progetti futuri? Sto scrivendo la sceneggiatura di un film che parlerà di femminicidio e violenza sulle donne, ma da un punto di vista inedito. Per ora non diciamo altro…