Cittadinanza opaca
Un’indagine sui limiti e le contraddizioni che caratterizzano ancora oggi la cittadinanza delle donne alla luce dei profondi mutamenti sociali e antropologici intervenuti nelle relazioni di genere.
Ottobre 2019
136 pag
ISBN: 978-88-230-2232-4
Collana: Saggi
Descrizione
Il libro intende indagare il carattere opaco della cittadinanza femminile, inteso come persistenza di dispositivi socio-simbolici che riconducono costantemente la soggettività delle donne a funzione sociale. Questa dinamica proietta nel presente le sue ombre, producendo nuove forme di assoggettamento. L’opacità che ancora oggi circonda il lavoro di cura – non considerato lavoro, ma attività naturale delle donne, connessa alla maternità e al contesto familiare – è emblematica del funzionalismo del corpo delle donne. Le più svariate forme di disparità che le donne vivono non sono dovute all’incompiutezza delle leggi o ad un deficit dei diritti, bensì alla permanenza della divisione sessuale del lavoro e di una condizione strutturale dei rapporti di potere tra i sessi. Il volume si sviluppa lungo cinque nuclei argomentativi, volti a tracciare un bilancio sulla cittadinanza femminile: cittadinanza, lavoro, welfare, saperi, migrazione. In tali ambiti è possibile rinvenire una rinnovata forma dei processi di addomesticamento del femminile. Il filo conduttore di ogni capitolo è rappresentato dal lavoro. Inteso, nel senso più ampio, come riproduzione della vita (funzione sociale, cura, socializzazione) costituisce l’aspetto su cui si è più esercitato il disciplinamento del corpo femminile. Corpo naturalizzato, a servizio prima della modernizzazione capitalistica e poi sussunto nelle performance della nuova razionalità neoliberale.
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