La dignità dell'uomo
Luigi Pintor, ragione e passione
Il libro raccoglie trenta testimonianze che mettono in luce i molteplici aspetti di una personalità  ricchissima
Ottobre 2015
248 pag
ISBN: 978-88-230-1986-7
Collana: Materiali
NovecentoPciResistenzatestimonianze
Descrizione
A novant’anni dalla nascita il libro ricorda un protagonista del giornalismo, della politica, della cultura italiana del Novecento. Dal 1925 al 2003 la vita di Luigi Pintor attraversa un secolo segnato da tragedie, speranze, vittorie, sconfitte. La morte del fratello Giaime, 24 anni, in uno dei primi episodi della lotta partigiana, la Resistenza a Roma, la cattura da parte dei fascisti della banda Koch, la tortura, il carcere, la condanna a morte, la militanza comunista, il lavoro giornalistico all’«Unità», la radiazione dal Pci nel 1969, la nascita del «manifesto», su cui scriverà sino a pochi giorni dalla scomparsa. Un’esistenza spesso segnata dal dolore (la morte di entrambi i figli), mai dalla rassegnazione e dalla resa. Si batte fino all’ultimo per la dignità della persona umana, contro ogni forma di sfruttamento, contro la guerra, per una sinistra libera e aperta. La politica per Pintor ha senso solo se non si allontana dall’etica e se è in grado di cambiare i rapporti tra le persone. Maestro di giornalismo, è rimasto famoso per i corsivi e gli editoriali, brevi e fulminanti. Le parole sono preziose, sono fatti di cui assumersi la responsabilità. Lo stile è innanzitutto una questione morale. Ne sono conferma i libri scritti negli ultimi anni della sua vita: Servabo, La signora Kirchgessner, Il nespolo, I luoghi del delitto. Testi brevi, esili autobiografie. Temi privati, intimi: gli affetti, la malattia, il dolore, la morte. Testi esemplari, per discrezione e finezza letteraria.
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