• L’articolo mira ad analizzare le traiettorie lavorative dei soggetti vulnerabili che hanno beneficiato o meno di politiche sociali come il Reddito di inclusione e quello di cittadinanza. Utilizzando sinergicamente metodi quantitativi e qualitativi, si integrano le analisi statisti-che descrittive di un campione rappresentativo della popolazione di beneficiari del Reddito di inclusione nel 2018 – di cui la maggior parte sono diventati beneficiari del Reddito di cittadinanza – e quelle di un campione di controllo con le evidenze di uno studio etnografico realizzato in un’area marginale del Mezzogiorno d’Italia a partire da un gruppo di indagine composto da diversi percettori del Reddito di cittadinanza, anch’essi già beneficiari del Red-dito di inclusione in molti casi. Le analisi evidenziano la frammentarietà del lavoro, data da pessime condizioni contrattuali e scarsa quantità di «giornate lavorate» che il mercato del lavoro italiano riserva alla categoria di lavoratori più vulnerabili, e restituiscono l’im-magine di lavoratori poveri, intrappolati in traiettorie lavorative discontinue se non interrotte e mai più riprese. Si sottolinea, dunque, la necessità di intervenire a livello sistemico nel mercato del lavoro, superando l’errata aspettativa che le sole politiche attive del lavoro pos-sano permettere la fuoriuscita da una condizione di vulnerabilità.
  • Questo articolo focalizza l’attenzione sui divari territoriali nel sistema di welfare italiano alla luce degli incastri istituzionali che collegano il mercato del lavoro, l’offerta di prestazioni sociali e le funzioni economiche della spesa sociale. L’analisi condotta offre un panorama di situazioni altamente diversificate a livello nazionale, tra un gruppo di regioni (Centro-Nord) in cui i sistemi di welfare orientati supportano il mercato del lavoro e lo sviluppo di servizi orientati all’Investimento sociale (Is) e le regioni del Mezzogiorno, in cui emerge una persistente dipendenza dai trasferimenti nazionali e l’offerta di servizi più debole e limitata. In questo contesto, emerge una variabilità nella capacità dei contesti locali di implementare istituzioni efficaci che si traducano in maggiori opportunità di crescita per le persone e per i territori. Riguardo alla spesa compensativa, se da un lato non svolge funzione attivante od orientata alla qualificazione dell’offerta di lavoro e dei sistemi produttivi territoriali, dall’al-tro contribuisce a sostenere i redditi di chi o è ai margini del mercato del lavoro o in condi-zione di forte dipendenza dai trasferimenti per garantirsi una qualche forma di integrazione nella società. Queste tendenze acuiscono le fratture interne ai sistemi di welfare regionali italiani, tra aree del paese che si sentono minacciate dai tagli alle politiche redistributive e all’assistenza, ma che rappresentano una componente fondamentale ai fini della tenuta della domanda interna, oltre che per fronteggiare i maggiori rischi associati alla endemica bassa crescita, e aree più forti che beneficiano delle strategie di ricalibratura.
  • Il contributo analizza la relazione che c’è tra politiche industriali di tipo verticale e selettivo, orientate cioè a favorire cambiamento strutturale e posizionamento dell’economia su una traiettoria di crescita superiore, e politiche del lavoro volte a promuovere la creazione di «buona occupazione». Investigando la recente evoluzione dell’economia italiana, l’articolo mostra come quest’ultima rappresenti un rilevante caso di studio per quanto riguarda il parallelo indebolimento di struttura produttiva e mercato del lavoro e, d’altra parte, la man-canza di un legame «virtuoso» tra politiche industriali e del lavoro.
  • Questo articolo presenta un’analisi empirica delle preferenze degli italiani relative alla crea-zione di uno schema europeo di sostegno al reddito dei disoccupati, tramite l’ausilio di un conjoint survey experiment che consente di esplorare le attitudini individuali verso mol-teplici dimensioni di policy. Inoltre, l’interazione delle dimensioni sperimentali con alcune variabili sociodemografiche e attitudinali restituisce un quadro delle preferenze di policy per vari sottogruppi dell’opinione pubblica italiana. I risultati mostrano una preferenza degli italiani per generosi contributi sovranazionali alle misure nazionali di sostegno al reddito dei disoccupati, il cui finanziamento non preveda un ulteriore aggravio fiscale e accompagnati da condizionalità lavorativa e da programmi for-mativi. Non emergono, invece, chiare preferenze in materia di governance e redistribuzione transnazionale dei fondi. Le principali divergenze attitudinali riguardano il sostegno per le condizionalità lavorative, significativamente osteggiate dagli individui potenzialmente esposti a vulnerabilità economiche reali o percepite. Tuttavia, tale polarizzazione a livello di prefe-renze non trova riscontro nelle scelte di voto.
  • RPS N. 1/2024

    22.00 
    Politiche attive del lavoro e creazione diretta di nuova occupazione
    • Il lavoro tra «oscuramento teorico» e «invisibilità politica»
    • L’Europa di fronte ai radicali cambiamenti mondiali
    • Pnrr, un’occasione sprecata
  • Il volume indaga, attraverso le fonti a stampa e documenti provenienti dai fondi della Camera del lavoro, della Prefettura e degli Archivi nazionali Cgil e Fiom, la crescita dell’industria metalmeccanica nel Parmense a partire dal 1945, la maturazione dell’organizzazione sindacale Fiom e lo sviluppo delle lotte operaie. Uno sguardo complesso, che punta a far emergere i ruoli delle diverse componenti aziendali e sindacali che hanno accompagnato la crescita di una realtà a lungo rimasta ai margini del processo industriale nazionale. Un «caso di studio», quindi, focalizzato su una delle «periferie» industriali del Paese, che narra la costituzione di un polo industriale robusto, sebbene contenuto, protagonista nella vita politica ed economica emiliana degli anni sessanta. Il racconto comprende i cicli di lotte che hanno attraversato i primi decenni del dopoguerra, il fallimento della più importante azienda metalmeccanica parmense (Salamini) nel 1969, il crescente protagonismo della Fiom Cgil nelle officine e nell’organizzazione sindacale parmense, fino al processo di unità sindacale che ha portato alla costituzione della Flm.
  • CM N. 1/2024

    15.00 
    Editoriale
    • Aldo Tortorella, Impero e imperialismo 
    Osservatorio Italia/Europa
    • Alberto Leiss, Sonnambuli della politica tra Italia ed Europa
    • Mattia Gambilonghi, Un’Europa sociale o ordoliberale? Le antinomie di Jacques Delors
    • Salvo Leonardi, Lavoro e sindacati nell’integrazione europea: conflitti e convergenze
    • Agustín José Menéndez, La “terribile” costituzione materiale dell’Unione europea 
    Israele/Palestina
    • Wasim Dahmash, I crimini di Israele oggi e nel tempo. Ma l’unico futuro è la convivenza 
    Dopo Giulia Cecchettin
    • Cristina Carelli, Dopo Giulia, parola alle giovani
    • Alessio Miceli, Dopo Giulia e Filippo, parole nuove per i giovani maschi 
    Laboratorio culturale. I Marx del Pci
    • Stefano Petrucciani, Un dialogo tra sordi? La discussione tra filosofi marxisti del 1962
    • Michele Prospero, Galvano Della Volpe e i dellavolpiani
    • Carmela Covato, Il Marx di Mario Alighiero Manacorda 
    Ritratti di Maestri
    • Nadia Garbellini e Gianmarco Oro, Oltre la critica dell’economia politica: l’insegnamento di Luigi Pasinetti
  • Bruno Trentin e David Sassoli erano personalità diverse, con storie e radici culturali che non permettono omologazioni, tuttavia le loro leadership hanno fatto emergere convergenze significative. E innovative. Sulla centralità della persona nel lavoro, nel welfare, nel modello sociale, sul contrasto al divario nelle conoscenze, sul rafforzamento dell’Unione Europea come attore globale e come motore di uno sviluppo davvero sostenibile. Questi temi sono stati discussi e approfonditi in un seminario promosso dalla Fondazione Achille Grandi e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Il volume raccoglie i testi rielaborati dagli autori e le conclusioni di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e di Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli.