• Dalla seconda metà del 1990 i paesi europei hanno attuato politiche volte ad aumentare il concetto di flessicurezza ridefinendo principi cardine dello stato sociale. Negli stessi anni, un altro fenomeno è apparso con estremo vigore il costante e forte aumento del debito privato familiare. Alcuni studi hanno evidenziato una relazione tra questi due fenomeni, individuando, nell’indebitamento familiare, un fattore stabilizzante di un più ampio processo di ridefinizione del welfare a seguito dei processi di finanziarizzazione dell’economia. L’articolo analizza, così, la funzione dell’indebitamento familiare e le sue implicazioni macroeconomiche per l’affermazione e stabilizzazione di un nuovo modello di welfare (capitalistico/finanziario) prodotto da una comune traiettoria neoliberale che ha attraversato l’Europa negli ultimi decenni.
  • L’autore analizza il recente Documento dell’International Labour Organization, «Lavorare per un futuro migliore», in cui si elabora una idea di sviluppo «centrata sulla persona». Il progetto, articolato su tre «pilastri» di «investimenti» e dieci gruppi di «raccomandazioni», propone una innovativa idea di sviluppo delle qualità del lavoro («lavoro dignitoso») e della crescita economico-sociale, in cui viene meno la tradizionale separazione dei «due tempi», l’economico e il sociale, che ha a lungo ostacolato l’azione del movimento del lavoro. In questa maniera, infatti, si prefigura la possibilità di un processo unitario di lotta per la libertà e qualità del lavoro nei luoghi di lavoro e la lotta per una società democraticamente e socialmente più avanzata.
  • L’avanzare degli studi su Industria 4.0 pone la necessità di riproporre quegli approcci epistemologici che analizzano il ruolo dei soggetti sociali coinvolti. In base ai primi risultati di una ricerca ancora in corso sulle condizioni di lavoro e salute dei lavoratori impiegati in aziende che stanno adottando tecnologie riferibili a Industria 4.0, l’articolo discute tre dimensioni di analisi cercando di metterne in rilievo alcune criticità. La prima dimensione tratta di un percorso non lineare di sostituzione tecnologica, la seconda mette in risalto la relazione spesso in ombra fra intensificazione del lavoro e salute, la terza cerca di evidenziare alcune linee di continuità con la logica taylorista della produzione.
  • Negli ultimi anni, la discussione su cambiamento tecnologico e futuro del lavoro è diventata centrale nei dibattiti di policy e nelle discussioni accademiche. Tuttavia, raramente il cosiddetto nuovo paradigma «Industria 4.0» viene calato all’interno di un’analisi approfondita dei processi di organizzazione del lavoro ed interazione dei soggetti operanti all’interno di un’organizzazione produttiva. In questo lavoro, proponiamo uno studio di caso sull’evoluzione storica della contrattazione aziendale all’interno dell’azienda automobilistica Lamborghini su alcuni temi specifici legati all’introduzione di nuove tecnologie, quali l’organizzazione del lavoro e la formazione dei lavoratori, attraverso uno studio approfondito della base documentale già utilizzata in Russo et al. (2018, 2019) ed una serie di interviste ai rappresentanti sindacali. La nostra analisi conferma la natura non neutrale del processo di innovazione tecnologica, esito della negoziazione tra direzione aziendale e lavoratori, e sottolinea la necessità di guardare con attenzione al ruolo delle relazioni industriali a livello aziendale per comprendere la direzione dei cambiamenti in discussione oggi.
  • Il presente contributo presenta alcuni risultati di un’ampia ricerca promossa dalla Fiom Cgil che ha esplorato la percezione dei lavoratori rispetto all’impatto sulle condizioni di lavoro e sugli spazi di partecipazione dell’introduzione del modello World Class Manufacturing (Wcm) negli stabilimenti del gruppo Fca-Cnh. Si mostra come, nel modello di produzione snella implementato da Fca-Cnh, le logiche di intensificazione del lavoro tendano a predominare sull’attenzione per i miglioramenti ergonomici e della sicurezza, sulle logiche di empowerment dei lavoratori e sulle pratiche di partecipazione. Questa tendenza non è tanto il risultato di una scorretta o distorta applicazione del modello Wcm, quanto piuttosto il frutto di una tensione intrinseca ai modelli lean, che origina dagli imperativi organizzativi tra loro contrastanti, e del modo in cui queste tensioni vengono accomodate dal management in ogni specifico contesto aziendale.
  • Analizzando il principale centro logistico italiano di Amazon attraverso l’etnografia e l’osservazione partecipante, l’articolo porta al centro del dibattito sulle piattaforme il tema dell’organizzazione scientifica del lavoro e del taylorismo e ne mette alla prova la pertinenza e l’attualità. Nella prima parte viene presentato il funzionamento interno del centro di distribuzione, in particolare per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro, la gestione della manodopera e il rapporto fra forza a lavoro e management. Nella seconda parte questi aspetti vengono osservati nella loro evoluzione , in cui si susseguono due fasi di sviluppo dell’organizzazione e delle relazioni lavoratori-management: la prima, «neo-familistica» e consensuale, nella quale l’impresa riesce a integrare la forza-lavoro nel processo produttivo; la seconda, «burocratico-disciplinare» nel quale la crescente taylorizzazione, insieme ad altri fattori, mette in crisi l’integrazione della forza-lavoro. Dalla ricostruzione emerge la pertinenza del concetto di taylorismo così come teorizzato da vari autori (fra cui Braverman, Burawoy, Edwards), ma a condizione di prenderne in considerazione i limiti e gli aggiustamenti.
  • I cambiamenti nella struttura e negli obiettivi che hanno caratterizzato il settore bancario hanno importanti ricadute sulle condizioni di lavoro, i livelli di soddisfazione e le aspettative dei lavoratori del comparto. A partire dalla discussione dei risultati di una indagine condotta su 400 lavoratori della regione Toscana, il paper evidenzia il progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e un abbassamento dei livelli generali di soddisfazione con importanti differenze legate soprattutto all’anzianità di servizio.
  • L’articolo riflette sulle trasformazioni dei rapporti di lavoro che il nuovo ordine postindustriale esige. In particolare mette a fuoco il lavoro autonomo professionale di nuova generazione, partendo dalla duplice considerazione che è l’unica categoria occupazionale in crescita e che sta smascherando i limiti della regolazione del lavoro affermatasi fino ad oggi in Europa. Attraverso i risultati di una ricerca comparativa europea, si indaga sulle condizioni di lavoro e di reddito dei professionisti indipendenti, sull’accesso alle tutele sociali e sulla rappresentanza collettiva. Ne emerge un quadro composito dove, accanto all’affermazione di valori soggettivi intrinseci al lavoro autonomo come mezzo di autorealizzazione, si affiancano chiari elementi di precarietà economica, svalutazione delle competenze e vulnerabilità sociali. Redditi da lavoro mediamente bassi o molto bassi, frammentazione e accumulo delle prestazioni professionali, uniti all’individualizzazione dei rapporti di lavoro e all’isolamento dei prestatori d’opera, sono caratteri tipici dell’economia dei servizi. L’articolo fa luce anche sulle disuguaglianze di status tra lavoro autonomo e lavoro dipendente negli ordinamenti europei ed esplora l’esistenza di nuove forme associative neo-mutualistiche da parte di attori non tradizionali che aspirano a ridurle.
  • L’articolo presenta, in termini generali, la configurazione del mercato del lavoro e la costituzione graduale del sistema di protezione sociale come è andato delineandosi in Brasile dal secolo scorso ai nostri giorni. Si basa su un approccio qualitativo, utilizzando fonti bibliografiche, documenti e dati quantitativi relativi al tema. Analizza soprattutto la più recente situazione brasiliana, con particolare attenzione ai cambiamenti nel mercato del lavoro e al ruolo dello Stato in relazione agli investimenti pubblici e alla regolazione delle organizzazioni degli interessi e delle relazioni industriali. Nel corso degli ultimi tre decenni, l’orientamento neoliberista ha ispirato i vari Governi che si sono succeduti attraverso l’adozione di varie riforme nella previdenza sociale e nel mercato del lavoro. Tali politiche hanno progressivamente rappresentato la perdita di diritti sociali per la popolazione e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, unitamente alla crescita delle disuguaglianze sociali, della disoccupazione e di forme atipiche di lavoro incentrate su flessibilità e precarietà. La nuova e attuale legislazione sul lavoro (Legge n. 13.467 del 13 luglio 2017), frutto della riforma presentata e approvata dal Congresso Nazionale, rappresenta una battuta d’arresto per i progressi sociali, la perdita di diritti e lo smantellamento della protezione sociale per i lavoratori brasiliani.
  • Il contributo si concentra su di un avvenimento poco noto avvenuto nel gennaio 1951: l’espulsione, su decisione governativa, della Federazione sindacale mondiale dal territorio francese. Se le fonti consultabili per ricostruire il contesto generale in cui matura la decisione sono numerose e diverse, al contrario rare risultano essere quelle relative all’avvenimento specifico che si è scelto di raccontare privilegiando fonti d’archivio inedite ed originali.
  • Le tematiche sociali, economiche, sindacali ovviamente sono uno dei pilastri del ragionamento sull’Europa che oggi vanno inserite nel mutato scenario politico e geo-economico dell’Europa. Solo così è possibile sperare di superare le evidenti difficoltà che ha incontrato da Lisbona in poi la dimensione sociale dell’Europa, come fattore di stabile integrazione e omogeneizzazione delle diversità strutturarli di questo spazio.
    • Il principio di eguaglianza tributaria e il diverso trattamento tra pubblico e privato per il riscatto di pensione complementare
    • La Cassazione su presunzione della natura ritorsiva del licenziamento e limiti alla restituzione dell’indennità di disoccupazione
    • La Corte di Appello dell’Aquila e il Tribunale di Bologna su non imputabilità e insussistenza del fatto ai fini della reintegra nel posto di lavoro
    • I criteri di valutazione della maggiore rappresentatività nelle sentenze dei Tribunali di Genova e Torino
    • La Corte di Giustizia sulla durata massima del contratto a termine nei rapporti di lavoro a tempo parziale
    • Il diritto all’oblio secondo i provvedimenti dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali
  • Tutti ne parlano in maniera diversa, cosa sia davvero nessuno lo sa. Le esperienze passate non consentono di avere una concezione univoca della politica industriale. Invocarla ora senza specificare obiettivi, percorsi, modalità e governance rischia di essere un esercizio sterile. Dopo una breve rassegna delle esperienze più significative del secolo passato e delle trasformazioni socio-economiche portate dalla crisi, si ritiene necessario ripartire dai bisogni per individuare le linee più efficaci di politica economica. In particolare dai bisogni sociali e del territorio. Su questi declinare gli strumenti e le modalità di una nuova politica di sviluppo e innovazione economico-sociale.
  • Dopo STORIA D'ITALIA Cortissima. 1860-2010: 150 anni, realizzato in occasione dei 150 anni del l’Unità d’Italia, lo stesso autore presenta una nuova proposta comunicativa-in formativa-didattica dedicata questa volta alla storia del popolo italiano. Una nuova pubblicazione simile alla precedente per le sue caratteristiche (una breve sintesi storica con decine di piccole illustrazioni in ogni capitolo, un linguaggio non specialistico semplice e chiaro), rivolta nuovamente ad un pubblico misto e vario per età e formazione, cittadini italiani e stranieri. Un libro pensato per condividere una memoria specifica relativa alle origini preistoriche e storiche del «popolo italiano», per vivere e affrontare la realtà delle nuove immigrazioni con una conoscenza-coscienza alternativa al rifiuto, al razzismo, alla xenofobia, che vada anche oltre la tolleranza, l’accoglienza, l’integrazione per una convivenza civile più matura. Un libro semplice e piacevole per ricordare e forse riscoprire che noi, italiane e italiani di oggi, siamo il risultato genetico e storico di iniziali e continue mescolanze fra decine di popolazioni con culture diverse, grazie alle progressive immigrazioni da quasi tutto il mondo verso la nostra penisola. Dieci capitoli di storia sintetica illustrata e un’Appendice con altri quattro capitoli brevi: uno sull’origine del nome Italia, uno sulle origini miste di alcune personalità della storia e del presente d’Italia, una scheda sulla popolazione italiana di oggi e infine una piccola biblio-sitografia.
  • L’articolo esamina l’adeguatezza del sistema pensionistico italiano a fronte delle diseguaglianze sociali in salute, in particolare concentrandosi sull’aspettativa di vita, un indicatore omnicomprensivo in grado di sintetizzare le diseguaglianze che si sperimentano e cumulano lungo tutto il corso della vita. Si presentano e si discutono i più recenti studi sui differenziali di mortalità fra gruppi sociali in Italia e sulle loro implicazioni in termini di equità del trattamento pensionistico, inquadrando il tema nella più generale cornice delle diseguaglianze sociali in salute e di come queste vengono affrontate dal dibattito politico corrente.
  • L’articolo esamina l’adeguatezza del sistema pensionistico italiano a fronte delle diseguaglianze sociali in salute, in particolare concentrandosi sull’aspettativa di vita, un indicatore omnicomprensivo in grado di sintetizzare le diseguaglianze che si sperimentano e cumulano lungo tutto il corso della vita. Si presentano e si discutono i più recenti studi sui differenziali di mortalità fra gruppi sociali in Italia e sulle loro implicazioni in termini di equità del trattamento pensionistico, inquadrando il tema nella più generale cornice delle diseguaglianze sociali in salute e di come queste vengono affrontate dal dibattito politico corrente.