• A partire da una ricognizione della letteratura su innovazione sociale e trasformazioni della governance, l’articolo evidenzia il rapporto – a tratti conflittuale – fra dinamiche di innovazione e istituzioni del welfare. La letteratura di riferimento non raramente vede, infatti, queste ultime come un ostacolo a processi di innovazione. Le istituzioni del welfare hanno e possono avere, tuttavia, un ruolo sia di promozione che di supporto ai processi di innovazione sociale, mentre le virtù della società civile vanno situate nel contesto istituzionale in cui agiscono.
  • Uno dei problemi più rilevanti e dibattuti del Sud d’Italia, sin dalla costituzione dello Stato unitario, è stato il funzionamento delle sue istituzioni. In questo contributo si è cercato di analizzare i fattori principali che hanno influito sui processi di istituzionalizzazione e sui modi di regolazione sociale nel Sud d’Italia utili, per alcuni versi, a leggere alcuni fenomeni sociali e politici che riguardano il resto del Paese. A tale scopo l’attenzione è stata rivolta a ricostruire come la relazione sociale di clientela abbia costituito una delle principali forme di regolazione e come abbia influenzato in modo significativo la costruzione delle istituzioni sociali, politiche ed economiche del Mezzogiorno d’Italia. Queste dinamiche hanno contribuito a determinare la crisi dei produttori di regolazione e la diffusione di alcune particolari forme di «economicizzazione» della vita sociale e politico-istituzionale come il neo-patrimonialismo e la corruzione. Aspetti che risultano strettamente correlati con i modi di funzionamento delle istituzioni che diventano una chiave di lettura per analizzare i processi di sviluppo economico e sociale dei territori.
  • Ritrovare l’Istria, raccontare tutta la storia di questa terra e guardare al futuro. È possibile fare tutte e tre queste cose insieme? Forse oggi la risposta è finalmente positiva. Caduti i muri della guerra fredda, le pagine bianche della nostra storia recente cominciano ad essere conosciute più largamente. E si possono affrontare il dramma delle foibe, l’esodo dei giuliano-dalmati, ma anche la guerra di aggressione alla Jugoslavia e la repressione fascista. Ma l’Istria è una sfida anche per il nostro presente. Come altre terre di confine nel nostro continente, questa regione può oggi tornare ad essere luogo di incontro pacifico tra popoli e culture diversi. Con l’integrazione europea i confini non si spostano con le armi: devono invece perdere sempre di più il loro significato di barriera e di esclusione. Riusciremo a costruire una riconciliazione piena che guardi al futuro e non sia smemorata? Le voci raccolte in queste pagine dedicate all’Istria dicono di sì: e il fatto che lo facciano con toni e ragioni diverse fa ben sperare. Sono stati intervistati: Giorgio Benvenuto, Silva Bon, Marina Cattaruzza, Gianni De Michelis, Riccardo Devescovi, Galliano Fogar, Roberto Gualtieri, Riccardo Illy, Predrag Matvejevi´c, Raoul Pupo, Gianni Oliva, Sergio Romano, Giacomo Scotti, Lucio Toth, Maurizio Tremul, Nevenka Troha, Luciano Violante, Demetrio Volcic.
  • Italia 2013

    12.00 
    Il 2008 è stato l’«anno zero» per la sinistra italiana, sconfitta come mai prima nelle sue componenti «radicali» come in quelle «riformiste», le une estromesse dalla rappresentanza parlamentare, le altre a lungo afasiche di fronte a una destra dominante e tronfia. Da qui è partita l’esperienza del blog Italia 2013, che nel tempo ha perseguito due obiettivi: offrire una diversa interpretazione della realtà italiana ed elaborare proposte alternative per una nuova sinistra. Il volume è il punto di arrivo di questo percorso e vuole proporre una lettura originale dell’ascesa e della fine del berlusconismo, ma anche avanzare proposte per uscire dal trentennio neoconservatore in Italia e in Europa. Scritto a più mani, come nello stile del blog, il libro propone un’analisi delle forze che hanno portato alla caduta del governo Berlusconi e una proposta su come costruire una coalizione politica alternativa. Il sottotitolo del libro, che è anche lo slogan del blog, riassume lo spirito con cui sono state condotte le due imprese: l’idea che non bisogna chiedere all’Italia di essere altro da sé, ma solo di dare il meglio di se stessa, perché non è scritto da nessuna parte che sia un Paese «naturalmente di destra».