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Un ricordo di Giacomo Brodolini a 40 anni dalla sua scomparsa. Il dirigente della Cgil, il politico socialista, il ministro al quale rimane legato il nome dello Statuto dei lavoratori, malgrado la sua morte gli impedirà di vedere il coronamento di quella successo, a cui tanto intensamente si era dedicato.
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Alla legalità come bene pubblico l'autore dedica una serie di conversazioni con esponenti autorevoli della società civile, quali Rita Borsellino, Francesco Alì, Marcelle Padovani, Raffaele Bruno e Alessandro Pecorato. L'idea che accomuna questi contributi è l'importanza dell'esercizio consapevole della responsabilità da parte dei cittadini. Un lessico democratico, fatto di legalità, partecipazione, regole, responsabilità, sia dei cittadini che delle loro classi dirigenti.
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La legalità come questione di etica pubblica, come valore fondante della convivenza civile. L’esercizio consapevole della responsabilità rappresenta oggi una chiave essenziale per rispondere, in maniera credibile perché efficace, alla crisi identitaria, legale, morale che investe il Paese ad ogni livello.
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L'impegno politico e civile della parlamentare europea siciliana nel campo della legalità, della giustizia, della lotta alle mafie. L'importanza dell'educazione, e quella dei giovani in particolare, per un cambio di civiltà, una metamorfosi in grado di favorire un nuovo rinascimento nelle terre più martoriate dal fenomeno mafioso.
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Il pensiero e il percorso politico-sindacale di Fernando Santi, la sua attualità, nella ricostruzione che ne traccia Adolfo Pepe.
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Una presentazione dei contributi che compongono questo numero della rivista, e dunque le trasformazioni del lavoro a partire dai risultate emersi dalla vasta indagine europea - WORKS - realizzata in 14 paesi europei da 17 istituti di ricerca, fra cui l'IRES.
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Una rapida disamina delle politiche del lavoro e del welfare alla luce delle misure adottate dall'ex Ministro del lavoro (2006-08) e nelle prospettive di riforma che si dibattono a livello istituzionale e e accademico.
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Una analisi che su basi empiriche si confronta con le teorie della produzione snella e della specializzazione flessibile nel modello organizzativo della piccola impresa. La rilevanza dei profili occupazionali prevalenti nelle imprese italiane. Il grado di qualificazione e delle competenze agite.
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L’articolo analizza gli effetti che la ristrutturazione della catena del valore ricopre rispetto alla flessibilità organizzativa e dell’occupazione. Ciò che si è riscontrato è che tramite le ristrutturazioni le richieste di flessibilità sono distribuite lungo tutta la catena. Le aziende tentano di esternalizzarla così da trasferire il rischio e il costo fuori dall’impresa e in special modo sui lavoratori.
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L’articolo tratta del ruolo della conoscenza nella ristrutturazione della catena del valore, con le implicazioni per l’organizzazione del lavoro e l’impatto sulle competenze attese. Ne emerge l’importanza che la sua codificazione esercita in misura determinante nei nuovi processi produttivi e nei cambiamenti relativi alla divisione del lavoro. Infine, quali competenze sono oggi richieste dai nuovi modelli di organizzazione nelle ristrutturazioni.
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Tema di questo articolo è l’impatto che le ristrutturazioni esercitano su occupazioni, carriere, traiettorie lavorative e mercati del lavoro. Ne emerge un quadro di forte diversificazione, con una crescente incertezza rispetto alle prospettive che si dischiudono per la forza lavoro.
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Lo studio esamina le conseguenze dei processi di ristrutturazione sulle condizioni di benessere dei lavoratori, con l’obiettivo di identificare i nuovi rischi così come le nuove opportunità di tutela. La ricerca utilizza i risultati del progetto internazionale WORKS, al quale hanno partecipato 17 Stati Europei, e in cui si sono analizzati in maniera comparativa i cambiamenti più importanti avvenuti nella società della conoscenza.