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QRS N. 1/2022
22.00
€
Lavoratori poveri
La questione salariale
Il lavoro su piattaforma
Giovani ed esclusione sociale in Europa
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Un altro mondo è inevitabile
16.00
€
Le grandi mobilitazioni avvenute in Italia fra l’estate del 2001 e l’autunno del 2002 sono il centro di interesse del volume di Damiani e Framba. Mobilitazioni su temi «classici», quali la tutela dei diritti del lavoro aggrediti dalle ondate di ristrutturazione capitalista, come pure su questioni riguardanti l’ambiente, la pace, il moltiplicarsi delle diseguaglianze, la crisi democratica degli Stati nazionali. Dalla protesta in occasione del G8 a Genova nel luglio del 2001 alla grande manifestazione Cgil a Roma, nel marzo del 2002, in difesa dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, al Social Forum di Firenze nel novembre 2002. A promuovere le iniziative di protesta nazionali del 2001-2002 sono soggetti e associazioni non abituate a confrontarsi fra di loro, con obiettivi e metodi di lotta differenti e anche, a volte, con radicali diversità di analisi, costrette a individuare terreni di incontro unitari. Gli autori ripercorrono, con il contributo essenziale di chi allora era in prima fila nelle varie organizzazioni sociali e sindacali, le vicende del biennio, anche al fine di riportare le riflessioni e gli approfondimenti che hanno caratterizzato quel periodo storico e che possono ancora contribuire, a distanza di vent’anni, a dare risposte ai problemi attuali.
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Ricerca sociale e azione sindacale: fra reciprocità e confronto
18.00
€
Una rassegna monografica su un tema inattuale come la ricerca sociale di emanazione sindacale, in occasione dei 40 anni di Ires Veneto. Il volume interroga il modus operandi dei lavori di ricerca compiuti dall’Istituto fin dagli anni Ottanta per ri-leggerne, oggi, gli obiettivi teorici perseguiti e le scelte politiche adottate, in relazione alle modalità di analisi applicate e ai modelli operativi attivati, per affinare il posizionamento scientifico e gli strumenti metodologici con cui guardare criticamente al presente e agli scenari possibili. Un disegno pensato per rispondere a esigenze di approfondimento non solo sulla caratura epistemologica, relativamente cioè a metodi, validità e limiti della conoscenza generata in ambito sindacale, ma anche sulla dimensione politica della ricerca, sulle implicazioni fra conoscenza e azione sociale. Quella qui presentata è una lettura plurale da parte di protagonisti e non, che accosta sguardi e saperi diversi per individuare nuovi significati del percorso compiuto e di quello da compiere. Fra i numerosi autori che hanno accettato di partecipare a questa lettura polifonica, si possono incontrare studiosi appartenenti a comunità scientifiche distinte, fautori di approcci divergenti, rappresentanti di posizioni non necessariamente vicine e di generazioni differenti, portatori di valutazioni e aspettative difficilmente omologabili.
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Un paese a metà
16.00
€
Il volume di Antonio Sassu si occupa principalmente del ruolo che hanno avuto, e che ancora hanno, le istituzioni – soprattutto quelle economiche – sulla società e lo sviluppo del Sud. A partire dal la seconda metà dell’Ottocento, in un periodo di passaggio da un sistema economico-giuridico a un altro, sia il governo centrale, sia le amministrazioni locali hanno svolto un’influenza molto negativa sul progresso della società meridionale. C’è da dire che soprattutto in termini di risorse e di politiche, le istituzioni si sono comportate nel Sud in maniera nettamente diversa rispetto al Nord del paese. Oggi, e in particolare a partire dagli ultimi trent’anni, questa differenza è strumentalizzata dalla politica della Lega e da alcuni intellettuali e alimentata anche dalla corruzione, dalle mafie e dalla disuguaglianza dei redditi. Dopo un momento di scarsa attenzione verso la questione meridionale e il divario fra le due grandi aree del paese, attualmente il Pnrr fornisce più di 80 miliardi di risorse al Sud e potrebbe risvegliare l’interesse del paese e dell’Europa su un problema mai risolto in ben 160 anni.
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L’impresa grigia [EBOOK]
17.99
€
Il processo di investimento delle mafie nell’imprenditoria del Nord Italia viene ancora considerato un fenomeno del tutto residuale, dal carattere «meramente» economico, avulso da ogni significato criminale. Ne consegue una sottovalutazione della profonda essenza di violenza che, invece, caratterizza sia l’origine dei capitali investiti, sia le modalità di interazione sistematicamente applicate nelle relazioni economiche. Molte attività imprenditoriali hanno accolto capitali di dubbia provenienza con l’esclusivo interesse di salvare o incrementare le attività economiche, in una sostanziale e diffusa alterazione dei principi sui quali si basa lo sviluppo economico. In questi casi, le imprese sono state utilizzate per veicolare capitali, mediante operazioni poste in essere da tecnici ed esperti, sedotti con lauti compensi o promesse di future collaborazioni. Il testo propone un approccio interdisciplinare, nel tentativo di far dialogare gli studi sociologici, per loro natura descrittivi, con le risposte della scienza giuridica, per definizione prescrittiva. Benché le due discipline si siano poste i medesimi interrogativi, sovente le risposte sono risultate differenti e talvolta inconciliabili. La prospettiva sociologico-giuridica ha permesso, in questo caso, di ricondurre le osservazioni tanto in una teoria generale del diritto, quanto in una teoria generale della società.
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Ricerca sociale e azione sindacale: fra reciprocità e confronto [EBOOK]
13.99
€
Una rassegna monografica su un tema inattuale come la ricerca sociale di emanazione sindacale, in occasione dei 40 anni di Ires Veneto. Il volume interroga il modus operandi dei lavori di ricerca compiuti dall’Istituto fin dagli anni Ottanta per ri-leggerne, oggi, gli obiettivi teorici perseguiti e le scelte politiche adottate, in relazione alle modalità di analisi applicate e ai modelli operativi attivati, per affinare il posizionamento scientifico e gli strumenti metodologici con cui guardare criticamente al presente e agli scenari possibili. Un disegno pensato per rispondere a esigenze di approfondimento non solo sulla caratura epistemologica, relativamente cioè a metodi, validità e limiti della conoscenza generata in ambito sindacale, ma anche sulla dimensione politica della ricerca, sulle implicazioni fra conoscenza e azione sociale. Quella qui presentata è una lettura plurale da parte di protagonisti e non, che accosta sguardi e saperi diversi per individuare nuovi significati del percorso compiuto e di quello da compiere. Fra i numerosi autori che hanno accettato di partecipare a questa lettura polifonica, si possono incontrare studiosi appartenenti a comunità scientifiche distinte, fautori di approcci divergenti, rappresentanti di posizioni non necessariamente vicine e di generazioni differenti, portatori di valutazioni e aspettative difficilmente omologabili.
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Un secolo, due movimenti [EBOOK]
8.99
€
«C’è una contiguità, un’analogia fra comunismo e femminismo?». A partire da questa domanda, la fondatrice del manifesto affronta teorie e percorsi storici dei due movimenti che hanno segnato in profondità il Novecento, la sua vita e quella dei tanti con cui si è confrontata e ha dialogato. Tracciando un bilancio di una generazione politica che si rivolge a quelle più giovani riflettendo su temi complessi con il linguaggio diretto del racconto giornalistico. Il testo, inedito, nasce da una corrispondenza con il filosofo comunista Étienne Balibar e la sociologa femminista Françoise Duroux, è introdotto da Maria Luisa Boccia ed è corredato da due interventi della stessa Rossanda, pubblicati sulla rivista femminista Reti.
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Un paese a metà [EBOOK]
8.99
€
Il volume di Antonio Sassu si occupa principalmente del ruolo che hanno avuto, e che ancora hanno, le istituzioni – soprattutto quelle economiche – sulla società e lo sviluppo del Sud. A partire dal la seconda metà dell’Ottocento, in un periodo di passaggio da un sistema economico-giuridico a un altro, sia il governo centrale, sia le amministrazioni locali hanno svolto un’influenza molto negativa sul progresso della società meridionale. C’è da dire che soprattutto in termini di risorse e di politiche, le istituzioni si sono comportate nel Sud in maniera nettamente diversa rispetto al Nord del paese. Oggi, e in particolare a partire dagli ultimi trent’anni, questa differenza è strumentalizzata dalla politica della Lega e da alcuni intellettuali e alimentata anche dalla corruzione, dalle mafie e dalla disuguaglianza dei redditi. Dopo un momento di scarsa attenzione verso la questione meridionale e il divario fra le due grandi aree del paese, attualmente il Pnrr fornisce più di 80 miliardi di risorse al Sud e potrebbe risvegliare l’interesse del paese e dell’Europa su un problema mai risolto in ben 160 anni.
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Un altro mondo è inevitabile [EBOOK]
11.99
€
Le grandi mobilitazioni avvenute in Italia fra l’estate del 2001 e l’autunno del 2002 sono il centro di interesse del volume di Damiani e Framba. Mobilitazioni su temi «classici», quali la tutela dei diritti del lavoro aggrediti dalle ondate di ristrutturazione capitalista, come pure su questioni riguardanti l’ambiente, la pace, il moltiplicarsi delle diseguaglianze, la crisi democratica degli Stati nazionali. Dalla protesta in occasione del G8 a Genova nel luglio del 2001 alla grande manifestazione Cgil a Roma, nel marzo del 2002, in difesa dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, al Social Forum di Firenze nel novembre 2002. A promuovere le iniziative di protesta nazionali del 2001-2002 sono soggetti e associazioni non abituate a confrontarsi fra di loro, con obiettivi e metodi di lotta differenti e anche, a volte, con radicali diversità di analisi, costrette a individuare terreni di incontro unitari. Gli autori ripercorrono, con il contributo essenziale di chi allora era in prima fila nelle varie organizzazioni sociali e sindacali, le vicende del biennio, anche al fine di riportare le riflessioni e gli approfondimenti che hanno caratterizzato quel periodo storico e che possono ancora contribuire, a distanza di vent’anni, a dare risposte ai problemi attuali.
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Le conseguenze multidimensionali dell’insicurezza lavorativa. I rischi di esclusione sociale dei giovani in Europa
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Prima di Amazon. Un’analisi dei percorsi occupazionali dei candidati alla somministrazione
Finora, l’attività di ricerca sulla presenza di Amazon si è concentrata sulle condizioni di lavoro all’interno dei suoi magazzini, sugli aspetti dell’organizzazione del lavoro e, parzialmente, su quelli legati alle relazioni industriali. L’obiettivo di questo articolo è invece quello di esaminare le principali caratteristiche dei candidati all’assunzione in Amazon per tramite delle Agenzie di somministrazione. L’articolo dà conto dei risultati di una ricerca promossa da Nidil Cgil nazionale nel 2019 su un campione di candidati selezionati in diverse città italiane dalle principali agenzie del settore. Dall’analisi dei dati, emerge la prevalenza di esperienze contrassegnate da rapporti di lavoro atipici e, soprattutto, con basse retribuzioni, a conferma di un target dell’offerta di lavoro già individuabile in altri contesti nazionali.
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Autonomia economica e organizzazione di vita: la ridefinizione adattiva del sé in giovani precari
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Un’azione sindacale a più dimensioni per contrastare il lavoro povero
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Cura e lavoro sociale: un viaggio di andata e ritorno a bordo dell’inchiesta
Con questo contributo voglio focalizzare l’attenzione sulle condizioni di chi lavora nel sociale come il risultato di una dinamica che va al di là del perimetro di settore. Lavorare male con retribuzioni scarse e incerte è un dato di fatto per chi opera nel sociale. L’origine di queste condizioni è però da ricercarsi in primo luogo nella dominazione storicamente determinatasi della produzione sulla riproduzione e, in secondo luogo, nell’irriducibilità delle dimensioni etico-morali del lavoro sociale alla misura oraria del lavoro mercificato. Seguendo queste linee di ragionamento, a partire dai dati rileva-ti dall’autoinchiesta WhoCares, progetto riconducibile alla tradizione dell’inchiesta operaia e della sociologia pubblica, provo a tracciare le coordinate della relazione tra cura e lavoro sociale. Grazie ai dati rilevati con l’inchiesta, da un lato evidenzio come il regime lavorativo per chi opera nel sociale finisca per esporre i lavoratori e le lavoratrici agli stessi ri-schi che col loro lavoro sono chiamati a ridurre; dall’altro, mi concentro sul fatto che anche riportando il lavoro sociale su un piano di sostenibilità, il riconoscimento non potrebbe che essere parziale. L’organizzazione dei servizi è parte del problema. La questione, cioè, non sta solo in una giusta retribuzione, ma va ridefinita a partire dalla centralità della cura intesa nel suo senso più ampio e come questa prende forma nei servizi socioassistenziali. Questo riguarda il lavoro sociale, ma a ben guardare ha a che fare con la sopravvivenza stessa.
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Il lavoro su piattaforma in Italia: informalità, discriminazioni e rischi di lavoro povero
Attraverso i dati dell’indagine Inapp-Plus relativi al 2021, l’articolo si propone di gettare luce sul fenomeno del lavoro tramite piattaforma in Italia, focalizzando l’attenzione sui possibili rischi legati allo sviluppo in questo ambito del lavoro povero. Ricostruito lo sviluppo del settore, e descritto il ruolo dell’algoritmo nel radicalizzare una dinamica in parte già sperimentata nella lean production, vengono presentate le ultime evidenze disponibili dell’indagine Inapp. Oltre alle caratteristiche fondamentali dei lavoratori digitali, si analizza il livello di formali-tà/informalità delle relazioni di lavoro, le dinamiche di pagamento e gestione dell’account, nonché le modalità di valutazione e controllo delle attività lavorative e, infine, la condizione economico-sociale dei lavoratori. In sintesi, informalità dei rapporti giuridici e pratiche discriminatorie, rappresentano ancora questioni aperte ed espongono i lavoratori ai rischi all’inizio segnalati, nonostante rispetto a queste questioni cercasse di porre rimedio la legge n. 128/2019. L’articolo ricostruisce questa disciplina, e la controversa fase attuativa della stessa, anche alla luce delle evidenze disponibili, sottolineando il ruolo che potrà avere, in prospettiva de iure condendo, la proposta di direttiva europea recentemente approvata.
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La questione salariale e occupazionale in Italia. Un contributo alla discussione sul lavoro povero
Questo articolo tratta la questione salariale e occupazionale italiana attraverso l’elaborazione dei dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), dell’Ufficio statistico dell’Unione Europea (Eurostat), della Commissione Europea (Ameco) e dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps). Lo studio analizza le dinamiche salariali e occupazionali e presenta un quadro in cui l’Italia, a differenza delle principali economie dell’Eurozona, si caratterizza per una stagnazione salariale di lungo periodo e per il peso crescente delle professioni meno qualificate. L’articolo mostra come l’aumento dell’area della precarietà alimenti quella del disagio salariale e del lavoro povero.
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Il lavoro povero nel turismo: mercati del lavoro, dinamiche locali e difetti regolativi. I casi di Rimini e Venezia a confronto
Per via delle sue caratteristiche produttive e sociali, il turismo è internazionalmente riconosciuto come un’attività povera, dominata da lavoro mal retribuito e instabile, e con alti tassi di turnover. All’interno del panorama produttivo italiano, il comparto fa segnare il più alto rischio di basse retribuzioni a causa sia dei bassi salari unitari sia dei limitati periodi lavorativi durante l’anno. Tuttavia, in questo contributo, attingendo in chiave comparativa ai casi delle industrie turistico-alberghiere di Rimini e Venezia mostreremo come al variare di alcune condizioni sociali, istituzionali ed economiche corrisponda anche una variazione piuttosto significativa della qualità, della retribuzione, della stabilità e dei contenuti del lavoro e, quindi, delle esperienze dei lavoratori.
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Quantità o qualità? Le sfide del lavoro per i giovani europei
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Il lavoro come fondamento della libertà sociale
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La tenaglia sul sindacato. La doppia logica del controllo sul lavoro
Il contributo parte da una ricostruzione della distribuzione salariale nel lavoro dipendente in Italia. La mappa delle classi salariali può fornire un punto di partenza per fare emergere le strategie che le imprese adottano per governare le relazioni di lavoro, secondo una articolazione di coercizione e consenso. Questa prospettiva non è nuova nella ricerca sociologica, soprattutto dopo l’analisi condotta da Burawoy nell’ambito di una impresa industriale. Qui l’analisi trae origine dalle caratteristiche della composizione sociale della forza lavoro e procede con l’individuazione di due macro indirizzi: uno che si sviluppa nell’area del mercato del lavoro dove è più consistente la dispersione e il dumping contrattuale nella forma della coercizione (elasticità verso il basso del salario nominale), l’altro, collocato nelle posizioni lavorative dove è più significativa la presenza di profili professionali specifici e difficilmente riconducibili a prestazioni standardizzate, agisce sulla leva del consenso attraverso una gestione unilaterale del salario variabile. La combinazione di queste due tendenze schiaccia l’azione sindacale su un perimetro di azione sempre più ristretto. Gli elementi su cui si appoggiano queste due tendenze hanno carattere sempre più sistemico, non sono un fatto congiunturale. L’azione sindacale è chiamata oltre che ad intervenire sui fattori di maggiore vulnerabilità (in particolare su una legislazione che inverta la direzione della de-regolazione dei rapporti di lavoro e la proliferazione dei Ccnl), anche a ripensare un nuovo equilibrio nelle relazioni industriali, soprattutto nel rapporto tra contrattazione centralizzata e contrattazione di secondo livello.
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Presentazione. Lavoratori poveri e lavori poveri: mezze figure della stessa carta
La questione del lavoro «povero» viene tematizzata quasi esclusivamente sulla dimensione retributiva e reddituale. Nel testo si argomenta che, più in generale, la questione attraversa congiuntamente le condizioni e i contenuti del lavoro. Inoltre, essa non dipende solo dalle caratteristiche dell’offerta, ma va vista anche alla luce della presenza sul mercato di occupazioni con bassi salari, con durata intermittente, con scarse possibilità di crescita salariale e professionale.
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Per una riconcettualizzazione delle cause della povertà lavorativa
Il saggio si propone di definire specifici settori del mercato del lavoro nei quali il fenomeno della povertà lavorativa è maggiormente diffuso, per utilizzarli come chiave di lettura degli strumenti legislativi esistenti e di quelli in gesta-zione a livello europeo.
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Se il fascismo va di moda
6.50
€
Una gran quantità di giovani, nel nostro Paese, milita in movimenti che si richiamano alle ideologie nazifasciste. Si può ormai dire che l’estremismo di destra permea ogni ambito di vita e di interesse di un numero sempre più elevato di soggetti – moda, musica, volontariato, (anti)femminismo, sport, arte e persino cultura –, in un crescendo di “cieca militanza” dalla quale, una volta entrati, è difficile uscire. Un fenomeno pieno di contraddizioni che tendiamo a sottovalutare, nonostante il continuo ripetersi di gravi fatti di cronaca. Il libro di Ghiglione e Isoppo analizza dati ed elementi di questo consenso, le dinamiche di “affiliazione” e anche, per converso, l’impegno dei tantissimi esponenti delle nuove generazioni – veri e propri partigiani 4.0 – impegnati ogni giorno, troppo spesso nell’indifferenza degli adulti, a difendere la nostra democrazia e nel contempo a custodire i valori della Costituzione nata dalla Resistenza.
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Se il fascismo va di moda [EBOOK]
9.99
€
Una gran quantità di giovani, nel nostro Paese, milita in movimenti che si richiamano alle ideologie nazifasciste. Si può ormai dire che l’estremismo di destra permea ogni ambito di vita e di interesse di un numero sempre più elevato di soggetti – moda, musica, volontariato, (anti)femminismo, sport, arte e persino cultura –, in un crescendo di “cieca militanza” dalla quale, una volta entrati, è difficile uscire. Un fenomeno pieno di contraddizioni che tendiamo a sottovalutare, nonostante il continuo ripetersi di gravi fatti di cronaca. Il libro di Ghiglione e Isoppo analizza dati ed elementi di questo consenso, le dinamiche di “affiliazione” e anche, per converso, l’impegno dei tantissimi esponenti delle nuove generazioni – veri e propri partigiani 4.0 – impegnati ogni giorno, troppo spesso nell’indifferenza degli adulti, a difendere la nostra democrazia e nel contempo a custodire i valori della Costituzione nata dalla Resistenza.
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