
- La questione salariale
- Il lavoro su piattaforma
- Giovani ed esclusione sociale in Europa
Presentazione. Lavoratori poveri e lavori poveri: mezze figure della stessa carta
POOR WORKERS AND POOR WORKS: HALF FIGURES OF THE SAME CARD
La questione del lavoro «povero» viene tematizzata quasi esclusivamente sulla dimensione retributiva e reddituale. Nel testo si argomenta che, più in generale, la questione attraversa congiuntamente le condizioni e i contenuti del lavoro. Inoltre, essa non dipende solo dalle caratteristiche dell’offerta, ma va vista anche alla luce della presenza sul mercato di occupazioni con bassi salari, con durata intermittente, con scarse possibilità di crescita salariale e professionale.
ENGLISH - The issue of «poor» work is themed almost exclusively around the wage and income dimension. In the text it is ar-gued that, more generally, the issue crosses conditions and contents of work. Furthermore, it does not depend only on the features of supply but must also be seen in the light of the presence on market of jobs with low wages, with intermittent duration, with few chance of wage and professional growth.
Fabrizio Pirro
La questione salariale e occupazionale in Italia. Un contributo alla discussione sul lavoro povero
THE WAGE AND EMPLOYMENT ISSUE IN ITALY. A CONTRIBUTION TO THE DISCUSSION ON THE WORKING POOR
Questo articolo tratta la questione salariale e occupazionale italiana attraverso l’elaborazione dei dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), dell’Ufficio statistico dell’Unione Europea (Eurostat), della Commissione Europea (Ameco) e dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps). Lo studio analizza le dinamiche salariali e occupazionali e presenta un quadro in cui l’Italia, a differenza delle principali economie dell’Eurozona, si caratterizza per una stagnazione salariale di lungo periodo e per il peso crescente delle professioni meno qualificate. L’articolo mostra come l’aumento dell’area della precarietà alimenti quella del disagio salariale e del lavoro povero.
ENGLISH - This paper deals with the Italian wage and employment issue through a comparison made by processing data from the Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd), the statistical office of the European Un-ion (Eurostat), the annual macro-economic database of the European Commission (Ameco) and the Italian Na-tional Institute for Social Security (Inps). The study analyses wage and employment dynamics and presents a framework in which Italy, in divergence with the main Eurozone economies, is characterised by a long-term wage stagnation and growing weight of lower skilled professions. The article shows how the increase of the job precari-ousness area feeds the areas of wage distress and working poor.
Nicolò Giangrande
Il lavoro su piattaforma in Italia: informalità, discriminazioni e rischi di lavoro povero
DIGITAL LABOUR PLATFORMS IN ITALY: INFORMAL WORK, DISCRIMINATIONS AND RISK OF IN-WORK POVERTY
Attraverso i dati dell’indagine Inapp-Plus relativi al 2021, l’articolo si propone di gettare luce sul fenomeno del lavoro tramite piattaforma in Italia, focalizzando l’attenzione sui possibili rischi legati allo sviluppo in questo ambito del lavoro povero. Ricostruito lo sviluppo del settore, e descritto il ruolo dell’algoritmo nel radicalizzare una dinamica in parte già sperimentata nella lean production, vengono presentate le ultime evidenze disponibili dell’indagine Inapp. Oltre alle caratteristiche fondamentali dei lavoratori digitali, si analizza il livello di formali-tà/informalità delle relazioni di lavoro, le dinamiche di pagamento e gestione dell’account, nonché le modalità di valutazione e controllo delle attività lavorative e, infine, la condizione economico-sociale dei lavoratori. In sintesi, informalità dei rapporti giuridici e pratiche discriminatorie, rappresentano ancora questioni aperte ed espongono i lavoratori ai rischi all’inizio segnalati, nonostante rispetto a queste questioni cercasse di porre rimedio la legge n. 128/2019. L’articolo ricostruisce questa disciplina, e la controversa fase attuativa della stessa, anche alla luce delle evidenze disponibili, sottolineando il ruolo che potrà avere, in prospettiva de iure condendo, la proposta di direttiva europea recentemente approvata.
ENGLISH - Through the Inapp-Plus survey, the article sheds light on the phenomenon of platform work in Italy, focusing on the possible risks related to development in this area of in-work poverty. We first describe the development of this economic sector and the role of the algorithm in radicalising a dynamic already experienced in Lean production. After that, we analyse the latest available Inapp survey data. In addition to the fundamental characteristics of dig-ital workers, we analyse the formality/informality of employment relationships, the dynamics of payment and ac-count management, the methods of evaluating and monitoring work activities, and the workers’ economic and social status. In summary, informal work and discrimination practices still represent open issues and expose workers to the abovementioned risks. Finally, the article focuses on the Italian legal framework and its controversial enforce-ment in the light of the Inapp data, underlining the role that the recently adopted proposal for a European Di-rective could play in the future.
Massimo De Minicis, Manuel Marocco
Per una riconcettualizzazione delle cause della povertà lavorativa
TOWARDS A RECONCEPTUALIZATION OF THE CAUSES OF IN-WORK POVERTY:
THE VUP GROUPS AS AN ANALYTICAL TOOL TO EVALUATE EUROPEAN MEASURES AGAINST THE WORKING POOR PHENOMENON
Il saggio si propone di definire specifici settori del mercato del lavoro nei quali il fenomeno della povertà lavorativa è maggiormente diffuso, per utilizzarli come chiave di lettura degli strumenti legislativi esistenti e di quelli in gesta-zione a livello europeo.
ENGLISH - The article aims to define specific labour market sectors in which in-work poverty is most prevalent, and to use them as a key to understand existing and planned legislative instruments at European level.
Luca Ratti
Prima di Amazon. Un’analisi dei percorsi occupazionali dei candidati alla somministrazione
BEFORE AMAZON. AN ANALYSIS OF THE WORK EXPERIENCES OF CANDIDATES FOR TEMPORARY WORK
Finora, l’attività di ricerca sulla presenza di Amazon si è concentrata sulle condizioni di lavoro all’interno dei suoi magazzini, sugli aspetti dell’organizzazione del lavoro e, parzialmente, su quelli legati alle relazioni industriali. L’obiettivo di questo articolo è invece quello di esaminare le principali caratteristiche dei candidati all’assunzione in Amazon per tramite delle Agenzie di somministrazione. L’articolo dà conto dei risultati di una ricerca promossa da Nidil Cgil nazionale nel 2019 su un campione di candidati selezionati in diverse città italiane dalle principali agenzie del settore. Dall’analisi dei dati, emerge la prevalenza di esperienze contrassegnate da rapporti di lavoro atipici e, soprattutto, con basse retribuzioni, a conferma di un target dell’offerta di lavoro già individuabile in altri contesti nazionali.
ENGLISH - So far, the research activity on Amazon has focused on working conditions inside its logistics centres, on aspects of work organization and, partially, on those related to industrial relations. Instead, the aim of this article is to ex-amine the main characteristics of candidates for recruitment at Amazon through temporary work agencies. The ar-ticle presents the results of a research promoted by Nidil Cgil at the national level, in 2019, on a sample of candi-dates selected in various Italian cities by the main agencies in the sector. Data analysis shows the prevalence of ex-periences marked by atypical employment relationships and low salaries, confirming a target of the job supply al-ready identifiable in other national contexts.
Davide Bubbico, Daniele Di Nunzio, Marcello Pedaci
Il lavoro povero nel turismo: mercati del lavoro, dinamiche locali e difetti regolativi. I casi di Rimini e Venezia a confronto
LOW WAGES IN TOURISM: LABOUR MARKETS, LOCAL DYNAMICS AND REGULATORY WEAKNESSES. A COMPARISON OF THE RIMINI AND VENICE CASES
Per via delle sue caratteristiche produttive e sociali, il turismo è internazionalmente riconosciuto come un’attività povera, dominata da lavoro mal retribuito e instabile, e con alti tassi di turnover. All’interno del panorama produttivo italiano, il comparto fa segnare il più alto rischio di basse retribuzioni a causa sia dei bassi salari unitari sia dei limitati periodi lavorativi durante l’anno. Tuttavia, in questo contributo, attingendo in chiave comparativa ai casi delle industrie turistico-alberghiere di Rimini e Venezia mostreremo come al variare di alcune condizioni sociali, istituzionali ed economiche corrisponda anche una variazione piuttosto significativa della qualità, della retribuzione, della stabilità e dei contenuti del lavoro e, quindi, delle esperienze dei lavoratori.
ENGLISH - Due to its productive and social characteristics, tourism is internationally recognized as a poor economy, character-ised by poorly paid and insecure employment, and high turnover rates. In the Italian economic landscape, tourism presents the highest risk of low wages because of low hourly wages and limited work periods throughout the year. However, in this contribution, drawing comparatively on two case studies of the tourist-hotel sector of Venice and Rimini, we show how the variation of particular social, institutional, and economic conditions also corresponds to a rather significant difference in the quality, remuneration, stability, and content of tourism employment and, there-fore, of workers’ experiences.
Francesco Eugenio Iannuzzi, Silvia Mazzaglia
Cura e lavoro sociale: un viaggio di andata e ritorno a bordo dell’inchiesta
CARE AND SOCIAL WORK: A ROUND TRIP ON A MILITANT INQUIRY
Con questo contributo voglio focalizzare l’attenzione sulle condizioni di chi lavora nel sociale come il risultato di una dinamica che va al di là del perimetro di settore. Lavorare male con retribuzioni scarse e incerte è un dato di fatto per chi opera nel sociale. L’origine di queste condizioni è però da ricercarsi in primo luogo nella dominazione storicamente determinatasi della produzione sulla riproduzione e, in secondo luogo, nell’irriducibilità delle dimensioni etico-morali del lavoro sociale alla misura oraria del lavoro mercificato. Seguendo queste linee di ragionamento, a partire dai dati rileva-ti dall’autoinchiesta WhoCares, progetto riconducibile alla tradizione dell’inchiesta operaia e della sociologia pubblica, provo a tracciare le coordinate della relazione tra cura e lavoro sociale. Grazie ai dati rilevati con l’inchiesta, da un lato evidenzio come il regime lavorativo per chi opera nel sociale finisca per esporre i lavoratori e le lavoratrici agli stessi ri-schi che col loro lavoro sono chiamati a ridurre; dall’altro, mi concentro sul fatto che anche riportando il lavoro sociale su un piano di sostenibilità, il riconoscimento non potrebbe che essere parziale. L’organizzazione dei servizi è parte del problema. La questione, cioè, non sta solo in una giusta retribuzione, ma va ridefinita a partire dalla centralità della cura intesa nel suo senso più ampio e come questa prende forma nei servizi socioassistenziali. Questo riguarda il lavoro sociale, ma a ben guardare ha a che fare con la sopravvivenza stessa.
ENGLISH - This paper intends to focus attention on the working conditions of social workers in light of a cross-cutting dynamic that goes beyond the social services sector itself. Poor working conditions and income levels, both inadequate and uncertain, are two givens for those working in this sector. The determinants of these conditions are twofold: first, there is the historical dominance of production over reproduction in society; second, there is the incompatibility of the ethical-moral dimensions of social work with the concept of hours worked, the standard measure of commodified labour. Following these lines of reasoning and building on the data collected by WhoCares (a project in the tradi-tions of public sociology and worker’s inquiry and co-research), I attempt to document the relationship between care and social work. On the one hand, I observe how the working conditions of the social workers expose those work-ers to the same risks they seek to reduce for those they serve. On the other hand, I show how a focus on sustainabil-ity for social work only partially solves the problem since the organization of the services themselves is a part of the problem. While wages are essential, social workers’ challenges need to be redefined, starting with the centrality of care in all its dimensions, with attention paid to how care is manifested in work. This is a problem, not just for so-cial workers but for the question of survival itself.
Gianluca De Angelis
Un’azione sindacale a più dimensioni per contrastare il lavoro povero
Mimmo Carrieri, Paolo Terranova
Le conseguenze multidimensionali dell’insicurezza lavorativa. I rischi di esclusione sociale dei giovani in Europa
Sonia Bertolini
Autonomia economica e organizzazione di vita: la ridefinizione adattiva del sé in giovani precari
Giustina Orientale Caputo
La tenaglia sul sindacato. La doppia logica del controllo sul lavoro
THE PINCER ON THE UNION. THE DOUBLE LOGIC OF CONTROL OVER THE WORKFORCE
Il contributo parte da una ricostruzione della distribuzione salariale nel lavoro dipendente in Italia. La mappa delle classi salariali può fornire un punto di partenza per fare emergere le strategie che le imprese adottano per governare le relazioni di lavoro, secondo una articolazione di coercizione e consenso. Questa prospettiva non è nuova nella ricerca sociologica, soprattutto dopo l’analisi condotta da Burawoy nell’ambito di una impresa industriale. Qui l’analisi trae origine dalle caratteristiche della composizione sociale della forza lavoro e procede con l’individuazione di due macro indirizzi: uno che si sviluppa nell’area del mercato del lavoro dove è più consistente la dispersione e il dumping contrattuale nella forma della coercizione (elasticità verso il basso del salario nominale), l’altro, collocato nelle posizioni lavorative dove è più significativa la presenza di profili professionali specifici e difficilmente riconducibili a prestazioni standardizzate, agisce sulla leva del consenso attraverso una gestione unilaterale del salario variabile. La combinazione di queste due tendenze schiaccia l’azione sindacale su un perimetro di azione sempre più ristretto. Gli elementi su cui si appoggiano queste due tendenze hanno carattere sempre più sistemico, non sono un fatto congiunturale. L’azione sindacale è chiamata oltre che ad intervenire sui fattori di maggiore vulnerabilità (in particolare su una legislazione che inverta la direzione della de-regolazione dei rapporti di lavoro e la proliferazione dei Ccnl), anche a ripensare un nuovo equilibrio nelle relazioni industriali, soprattutto nel rapporto tra contrattazione centralizzata e contrattazione di secondo livello.
ENGLISH - The article starts from a reconstruction of the wage distribution in the dependent work. The map of wage classes can provide a starting point for emerging the strategies that companies adopt to govern working relationships, ac-cording to an articulation of coercion and consensus. This perspective is not new in sociological research, especially after the analysis conducted by Burawoy in a industrial firm. Here the analysis originates from the characteristics of the social composition of the labour force and proceeds with the identification of two macro addresses: one that develops in the area of the labour market where dispersion and contractual dumping, in the form of coercion, is more substantial, the other – placed in jobs where the presence of specific professional profiles is more significant and difficult to relate to standardized performance – acts on the ba-sis of consent through an unilateral management of variable wages. The combination of these two trends crushes union action on an increasingly narrow perimeter of action. The elements on which these two trends are based are increasingly systemic; they are not a cyclical fact. Trade union action is called upon not only to intervene on the most vulnerable factors (in particular on legislation that reverses the direction of the de-regulation of labour relations and the proliferation of Ccnl), but to rethink a new balance in industrial relations, especially in the relationship between centralized and second-tier bargaining.
Igor Piotto