• Ripercorrere le indagini sulle condizioni di lavoro in Italia significa seguire, da un lato, le piste di ricerca nella sociologia del lavoro in Italia, dall’altro, la posizione del lavoro nella società italiana. I due percorsi sono tutt’altro che concordi, proprio per questo possono essere utilizzati in modo diacronico per leggere le trasformazioni avvenute nei punti di vista assunti tanto dagli studiosi quanto dai loro committenti. ...
  • La serie storica delle partenze degli italiani per l’estero dell’ultimo ventennio evidenzia chiaramente un ritorno alla crescita dell’emigrazione italiana che nel decennio della crisi assume i caratteri di un fenomeno emergente. La sua misurazione è una delle questioni cardine nell’analisi del fenomeno. L’articolo affronta questo problema ricorrendo alle statistiche in merito alle iscrizioni e alle cancellazioni dai registri dell’anagrafe comunale e ai dati dell’Aire. Queste informazioni sono poi comparate con i dati delle fonti statistiche dei paesi di destinazione in merito all’ingresso e al soggiorno dei cittadini stranieri.
  • La prima biografia di Mastronardi nel cinquantenario de Il maestro di Vigevano. Riccardo De Gennaro colma una vasta lacuna, restituendoci il ritratto vivido di uno scrittore ancora troppo poco conosciuto, autore dello straordinario romanzo “Il maestro di Vigevano”. Un grande intellettuale che, insieme a Bianciardi e Pasolini, ha saputo raccontare meglio di chiunque altro gli sconvolgimenti degli anni del boom economico, quando la frenesia e la furia della corsa al denaro travolsero quasi tutta la nostra società. In tutti i suoi romanzi Mastronardi ha saputo cogliere lo spirito del tempo, parlando di quella grande provincia padana che, come scrive Fofi nella prefazione, «era - ed è forse ancora - la zona più fragile, succube e ricettiva della frenesia collettiva». Ma De Gennaro ci parla anche dei dilemmi insolubili di oggi, rivelando un mondo della cultura e dei media mai stato così conformista e totalmente privo di osservatori geniali ed acuti, come lo furono ieri Mastronardi e Bianciardi.
  • Il libro racconta i due mesi che hanno cambiato la recente storia francese, grazie alla mobilitazione dei giovani contro il Cpe (contratto di primo impiego) proposto dal primo ministro Dominique De Villepin, considerato l’anticamera verso la precarietà a vita. Una rivolta che ha acceso i riflettori di tutta Europa sulla Francia e sugli studenti che hanno animato la lotta. La consapevolezza di quel rischio è infatti maturata soprattutto nelle università, tanto che l’evento simbolico della mobilitazione è stato individuato nell’occupazione e nel successivo sgombero della Sorbona. Si descrivono i fatti accaduti, a partire dalla «rivolta delle banlieues», immediatamente precedente, fino al ritiro del provvedimento da parte del governo. Attraverso storie e interviste, si interrogano gli studenti, i lavoratori precari e gli stagisti, nuova frontiera del precariato. Il libro è inoltre corredato da una serie di interviste ad alcuni intellettuali francesi (Dubet, Bensaid, Castel, Fitoussi) e da un raffronto tra il mercato del lavoro francese e quello italiano, a cura di Alessandro Genovesi del Dipartimento Politiche attive del lavoro della Cgil.
  • Le disuguaglianze di salute sono importanti non solo per il danno al benessere della popolazione, ma anche perché rappresentano indicatori del grado di giustizia sociale e della civiltà di un paese. Nella letteratura nazionale e internazionale ci sono prove che dimostrano l’efficacia di specifici interventi nel produrre effetti positivi sulla salute: sono azioni che i governi dovrebbero adottare come priorità, anche e soprattutto durante periodi di crisi economica. Al contrario, come attesta anche la letteratura internazionale, quasi tutti i paesi colpiti dalla recessione non hanno adottato tempestivamente programmi per monitorare gli effetti delle restrizioni economiche in ambito sanitario. E a fronte di una generalizzata scarsità di risorse destinate ai sistemi pubblici di tutela della salute, si fanno strada nuovi strumenti finanziari per sostenere i bisogni sociali e socio-sanitari. Tale collaborazione tra settore pubblico e finanza privata potrebbe rappresentare uno degli strumenti per affrontare la mancanza di risorse pubbliche, ma ancora mancano evidenze in tal senso. I rischi e le criticità di questo approccio sono discussi nell’articolo.
  • Il 1978 è stato un anno cruciale nella storia dell’Italia repubblicana. Il 16 mar zo le Brigate rosse rapiscono Aldo Moro. La violenza terroristica raggiunge il punto più alto della sua parabola con l’assassinio di Moro il 9 maggio. Pur di fronte a questo atto teso a minare le fondamenta dello Stato democratico, il Parlamento approva quasi contemporaneamente e a larga maggioranza tre leggi che hanno cambiato la società italiana e hanno posto il nostro paese all’avanguardia nel campo dell’assistenza socio-sanitaria: la creazione del Servizio sanitario nazionale, la riforma delle regole sulla psichiatria e le norme che consentono l’aborto. Giovanni Berlinguer, come studioso e parlamentare, è stato uno degli artefici di questo vasto disegno di riforme che ha consentito di attuare l’articolo 32 della Costituzione che definisce la salute un diritto fondamentale di ogni essere umano. Fabrizio Rufo, docente di Bioetica presso Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Biologia ambientale, per molti anni è stato collaboratore di Giovanni Berlinguer. Nel 2017 è stato co-curatore della mostra Dna - Il grande libro della vita da Mendel alla genomica, record di visite al Palazzo delle esposizioni di Roma. Tra le sue ultime pubblicazioni: Etica in laboratorio (Donzelli, 2017); Il codice della vita. Una storia della genetica tra scienza e bioetica (Donzelli, 2017), insieme a Bernardi no Fantini; Scienziati, Politici, Cittadini (Ediesse, 2014); ha inoltre curato il volume Il valore democratico della conoscenza (Ediesse, 2019) CONTRIBUTI DI Giorgio Caredda | Mattia Della Rocca | Bernardino Fantini | Maria Grazia Giannichedda | Chiara Giorgi | Alessandra Gissi | Luciano Governali | Carmela Morabito | Ilaria Pavan | Fabrizio Rufo | Paola Stelliferi | Ketty Vaccaro.
  • La nuova malattia da Coronavirus 2019 (Covid-19) rappresenta una sfida globale senza precedenti dal dopoguerra, causando rilevanti perdite di vite umane e determinando trasformazioni di grande impatto su economia e società. I sistemi sanitari hanno dovuto affrontare una duplice sfida, ovvero da una parte fare fronte ad una crescente domanda di cure per i pazienti affetti da Covid-19 e dall’altra mantenere la continuità delle cure per i pazienti con patologie croniche o condizioni acute gravi e sostenere la tradizionale emergenza sanitaria. La pandemia ha colpito l’organizzazione dei servizi sanitari, le prestazioni di prevenzione secondaria come i programmi di screening e l’assistenza per i pazienti affetti da malattie croniche bisognosi di controlli periodici ed eventuali cure tempestive. L’Italia è stato il primo paese occidentale a sperimentare l’emergenza Covid-19 e uno di quelli con una più alta numerosità di casi e di decessi. L’articolo presenta dati preliminari disponibili sull’impatto diretto dell’epidemia di Covid-19 e quello indiretto sull’accesso alle terapie farmacologiche, al pronto soccorso e ai ricoveri ospedalieri. Ai dati si accompagnano riflessioni e considerazioni sulla necessità di rafforzare l’intervento pubblico nella sanità.
  • Da parecchi anni, la sanità pubblica italiana si sta indebolendo, complice l’indifferenza nei confronti di restrizioni economiche che, accolte con rassegnato distacco rispetto al diritto fondamentale alla tutela della salute, aggravano le difficoltà di accesso alle cure di molti cittadini. In tale contesto, paradossalmente, il tema più dibattuto non è quello delle diseguaglianze che ne conseguono bensì quello della inefficienza della spesa sanitaria privata e della presunta necessità di una maggiore intermediazione. Su tale tema, molte affermazioni discendono da luoghi comuni incapaci di mettere a fuoco il vero quesito cui dovremmo dare risposta: quali soluzioni sono praticabili nell’interesse dell’individuo e della collettività? L’analisi indaga i fattori che giustificano il comportamento degli italiani poco inclini ad acquistare una copertura assicurativa o a partecipare a fondi sanitari.
  • Cento giorni vissuti davanti ai cancelli di una fabbrica. E cento notti. D’inverno, in montagna. Per difendere il proprio lavoro. Attraverso il diario tenuto quotidianamente sui social media e le foto che l’hanno accompagnato, il libro racconta la resistenza di una comunità di 220 persone – in gran parte donne – attorno cui si è stretta una comunità più ampia, a partire da quella dei paesi e borghi dell’Appennino bolognese per i quali la SaGa Coffee rappresenta una risorsa economica irrinunciabile. È la storia emblematica di una lotta per la sopravvivenza, contro la decisione di chiudere lo stabilimento e portare altrove macchinari e produzioni, che coinvolge tutto il territorio e trascina con sé anche le istituzioni civili e religiose. Alla fine, le operaie e gli operai della SaGa vincono e conquistano un futuro produttivo per la loro fabbrica. Con l’introduzione di Maurizio Landini e, tra gli altri, i contributi del cardinale Matteo Maria Zuppi e del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
  • La schiavitù

    14.00 
    Il libro si propone di indagare la storia della schiavitù da una prospettiva giuridica che, rispetto agli aspetti sociali, politici ed economici, è rimasta maggiormente nell’ombra. Eppure, il rapporto che permetteva di considerare un individuo proprietà di un altro e pertanto privo di ogni diritto o limitato nel suo esercizio era il frutto di una costruzione eminentemente giuridica. Sia il commercio degli schiavi che la loro condizione si basarono su un’attenta disciplina consuetudinaria e legislativa che, dietro le parvenze della neutralità e del rispetto, seppur minimale, dei diritti degli schiavi, manteneva e perpetuava una situazione di dominio di un uomo su un altro uomo. Il volume dunque, partendo dall’epoca classica, attraverso le servitù medievali, la schiavitù mediterranea e lo sviluppo del commercio atlantico, arriva fino alle nuove forme di schiavitù, che in maniera più subdola, ma non meno drammatica, caratterizzano la realtà contemporanea.