• Tra crisi economica e cambiamento climatico vi sono relazioni evidenti: l’influenza positiva della riduzione dell’attività economica sulle emissioni inquinanti e la presenza, nei pacchetti anti-crisi adottate da diversi governi, di misure a favor dell’economia verde. L’articolo esamina questi aspetti e si sofferma sulle relazioni che riguardano l’inadeguatezza delle istituzioni del capitalismo contemporaneo. Centralità della tempestiva valutazione del rischio e soluzione dei problemi distributivi
  • Si analizzano le caratteristiche dei lavoratori temporanei, a tempo determinato e parasubordinati, con un particolare focus sul livello di istruzione. Nell’articolo si evidenziano alcune criticità del sistema italiano di formazione continua, anche al fine di suggerire possibili indicazioni di policy finalizzate a rafforzarne il ruolo di leva per facilitare la transizione dei lavoratori temporanei verso un impiego permanente.
  • Una disamina aggiornata del sistema sindacale della rappresentanza nel settore pubblico, a partire dalla riforma tracciata da Massimo D'Antona nel 1997, col d.lgs 396. Quale "manutenzione" di quell'impianto oggi, fra criticità vecchie e nuove.
  • Un ricordo di Giacomo Brodolini a 40 anni dalla sua scomparsa. Il dirigente della Cgil, il politico socialista, il ministro al quale rimane legato il nome dello Statuto dei lavoratori, malgrado la sua morte gli impedirà di vedere il coronamento di quella successo, a cui tanto intensamente si era dedicato.
  • Alla legalità come bene pubblico l'autore dedica una serie di conversazioni con esponenti autorevoli della società civile, quali Rita Borsellino, Francesco Alì, Marcelle Padovani, Raffaele Bruno e Alessandro Pecorato. L'idea che accomuna questi contributi è l'importanza dell'esercizio consapevole della responsabilità da parte dei cittadini. Un lessico democratico, fatto di legalità, partecipazione, regole, responsabilità, sia dei cittadini che delle loro classi dirigenti.
  • La legalità come questione di etica pubblica, come valore fondante della convivenza civile. L’esercizio consapevole della responsabilità rappresenta oggi una chiave essenziale per rispondere, in maniera credibile perché efficace, alla crisi identitaria, legale, morale che investe il Paese ad ogni livello.
  • Pubblichiamo l’intervento col quale l’Associazione Universitaria Britannica per le Relazioni Industriali (fra gli altri studiosi della fama di Richard Hyman e John Kelly) – in contrasto con alcuni indirizzi neo-manageriali che si vanno diffondendo nelle accademie anglo-sassoni – ribadisce la specificità e il valore delle relazioni industriali come ramo delle scienze sociali critiche.
  • Due visioni a confronto: quella di chi considera gli enormi squilibri accumulati come la causa prima della crisi e quella che collega quegli eccessi all'enorme indebitamento derivante proprio da quegli squilibri. Un'attenta lettura critica a partire dalle scelte dibattute al G20 di Pittsburgh, lo scorso anno.
  • L'Autore, che ha curato la monografia tematica di questo numero della rivista, introduce i temi e i contributi sviluppati in questa sezione. In particolare, la crisi in corso viene interpretata e declinata dal punto di vista di una sinistra in grado di raccogliere la sfida sul terreno strategico cruciale dell'innovazione.
  • L’articolo elabora un’interpretazione schumpeteriana della crisi del 2008, sottolineando l’instabilità come tratto caratteristico del funzionamento del sistema capitalistico. Si dimostra come la comprensione dei ritmi e della direzione del cambiamento tecnologico sia determinante per comprenderne
  • Come è cambiato il lavoro postindustriale: insieme all’organizzazione fordista sono finite anche l’identità e il senso di appartenenza. Attraverso il racconto della vita lavorativa di quattro impiegati di un’azienda di servizi informatici si cerca di ricostruire la vicenda di una generazione che aveva partecipato ad un movimento di grande cambiamento della società e del lavoro. Sono cambiati i modi, i valori, gli obiettivi, e un intero mondo di significati, e con essi l’intera società.
  • Un ricordo di Gino Giugni, da parte di un altro grande maestro del diritto del lavoro italiano ed europeo. La prospettiva adottata ne iscrive l’opera nell’alveo della grande scuola giuridica weimariana di cui – secondo la tesi di Romagnoli – Giugni fu l’ultimo grande interprete.