• Si ripercorrono i vari passaggi attraverso cui si è compiuta quella viene considerata una demolizione del sistema delle regole, compiuta durante questa legislatura, dalla legge 150 al blocco dei contratti, alla recente legge di stabilità e alla spending review, attraverso la stagione degli accordi separati. La necessità, per l'A., di una nuova fase del lavoro pubblico, caratterizzata da un "disegno strategico di riforma, che non si limiti al mero ripristino di ciò che il Governo ha travolto, ma che ridefinisca i contenuti di una stagione di riforme che rimettano al centro il lavoro pubblico.
  • Le storie di unsolomondo è una raccolta di racconti su immigrati in Italia e non solo. L’opera nasce dall’esigenza di dare una voce e un volto all’«altro», allo straniero, per colmare la distanza tra le persone favorendo l’incontro, poiché il pregiudizio e la paura spesso nascono dalla scarsa conoscenza di realtà considerate troppo lontane dalle nostre. I racconti inducono ad una riflessione sul concetto di alterità soprattutto per alcuni esiti inattesi: scoprendo l’esistenza delle paure dell’altro nei nostri confronti la prospettiva può cambiare, e allora l’«altro» non è più lo straniero ma siamo noi.
  • Il mutualismo sta ritornando di moda. Le difficoltà emerse nel settore sanitario hanno pro- gressivamente portato alla convinzione di dar vita a fondi integrativi che, sviluppati dap- prima a livello di azienda (welfare aziendale), stanno ormai affermandosi a livello di con- tratti nazionali. Questi fondi sono stati istituiti modificando la legge sulle Società (operaie) di mutuo soccorso del 1886. Invece di limitarsi a rivendicare non sarebbe ora di rilanciare una pratica mutualistica, come solidarietà tra lavoratori? E in questi tempi di scarsa cresci- ta, accanto alla rivendicazione non è bene sviluppare anche la prospettiva mutualistica?
  • Da qualche anno l’organizing model sviluppato dai sindacati americani è visto come una promessa di rinnovamento per le organizzazioni sindacali. Tuttavia, fino a poco tempo fa questo modello era considerato appropriato solo per quei contesti in cui i sindacati godono di scarsi sostegni istituzionali e sono fortemente dipendenti dalla propria base associativa per esercitare influenza. L’interesse suscitato da questo modello d’azione fra i sindacati tedeschi è stato, quindi, accolto con sorpresa. Perché le organizzazioni sindacali in Germania, inserite in un sistema istituzionale molto forte e favorevole, stavano guardando alle strategie dei sindacati americani come a un modello da imitare? L’articolo sostiene che la risposta a questa domanda vada cercata nelle trasformazioni che hanno avuto luogo nel sistema di relazioni industriali tedesco e nella consapevolezza maturata dalle organizzazioni sindacali del fatto che, in un contesto sempre più ostile, fosse necessario rafforzare le proprie risorse autonome di potere. Attraverso un’analisi del dibattito e della traduzione pratica del modello organizing in due organizzazioni sindacali tedesche, sosterremo che queste trasformazioni hanno reso sempre più difficile per i sindacati esercitare influenza attraverso i canali tradizionali, spingendo verso un rinnovamento strategico.
  • Una riflessione sul sistema economico dell’Emilia-Romagna che intende superare la sterile contrapposizione tra tesi del declino e tesi della trasformazione. Ciò può essere utile per varie ragioni, non ultima il fatto che questa regione è stata spesso indicata come uno di quei casi importanti che hanno visto coniugare con successo una forte competitività del suo tessuto produttivo con robusti connotati di coesione sociale di medio-lungo periodo.
  • Il volume di Salvo Leonardi esamina un aspetto delle relazioni industriali che ha avuto negli ultimi anni un notevole sviluppo, anche se alcune esperienze erano già avviate da molto tempo. Il tema è quello degli enti bilaterali, nel volume sono contenuti una serie di saggi relativi a questo fenomeno sia a livello nazionale sia in altri contesti. Per l’Italia ci sono poi approfondimenti settoriali dedicati al settore edile, all’artigianato, all’agricoltura e al commercio, turismo e servizi (questi ultimi due capitoli sono di Giuseppe D’Aloia). Il tema della formazione è esaminato...
  • L’era delle tecnologie emergenti sta comportando un costante cambio di paradigma nelle relazioni sociali e pone sfide senza precedenti. Tali tecnologie rappresentano però uno strumento a disposizione della lotta alle disuguaglianze e all’affermazione dei diritti fondamentali. La strategia europea in materia di dati consentirà all’Unione di sfruttare l’enorme valore dei dati non personali come risorse in continua espansione e riutilizzabili nell’economia digitale, ma anche utili a sostenere un rapporto sempre più trasparente tra cittadini e pubbliche amministrazioni. Anche le Nazioni unite hanno evidenziato come la tecnologia, grazie ai dati, sia strumento utilizzato dagli Stati per automatizzare, prevedere, identificare, sorvegliare, colpire e punire, ma sottolineano come si debba invece usarli prioritariamente per sostenere sistemi di protezione e assistenza sociale e assicurare benessere. L’articolo intende fornire una prospettiva su come le grandi organizzazioni intergovernative, in particolare l’Unione europea, possano accelerare un processo di coscientizzazione verso l’uso delle tecnologie emergenti e dei dati a favore dell’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
  • L’articolo analizza le traiettorie dei sistemi «mediterranei» di relazioni industriali, identificando due tendenze comuni: l’unilateralismo del governo e il decentramento in deroga della contrattazione collettiva. Dopo avere preso in esame l’efficacia dei cambiamenti imposti in Spagna e in Italia, l’autore si concentra sul caso francese. Qui la vitalità della contrattazione collettiva e della consultazione tripartita ha attenuato il tradizionale predominio della regolazione pubblica. Tuttavia è ancora il governo a fissare le scadenze della consultazione, che dal 2000 si basa sulla richiesta di decentramento in deroga da parte dei datori di lavoro. Dopo il fallimento del 2015, il governo cerca di imporre un’iniziativa legislativa unilaterale.
  • L’articolo analizza le traiettorie dei sistemi «mediterranei» di relazioni industriali, identificando due tendenze comuni: l’unilateralismo del governo e il decentramento in deroga della contrattazione collettiva. Dopo avere preso in esame l’efficacia dei cambiamenti imposti in Spagna e in Italia, l’autore si concentra sul caso francese. Qui la vitalità della contrattazione collettiva e della consultazione tripartita ha attenuato il tradizionale predominio della regolazione pubblica. Tuttavia è ancora il governo a fissare le scadenze della consultazione, che dal 2000 si basa sulla richiesta di decentramento in deroga da parte dei datori di lavoro. Dopo il fallimento del 2015, il governo cerca di imporre un’iniziativa legislativa unilaterale.