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Molto spesso, nei dibattiti sulle migrazioni contemporanee, sentiamo parlare di «nuove cittadinanze» con allusione a una condizione sociale e culturale – pluriappartenenza, mobilità, transnazionalismo, ibridazione – che sembra surdeterminare (Althusser, 1969) la vita dei migranti nelle metropoli europee. Come è noto, nella maggior parte dei casi si fa appello all’emergere e al consolidarsi di queste nuove cittadinanze – di queste nuove pratiche di cittadinanza – allo scopo di mettere in luce sia il multiculturalismo, il transculturalismo o la globalità che in modo ormai irreversibile...
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All’alba del 2008 il fenomeno del lavoro dei minori rappresenta ancora un grande e drammatico problema. La ricerca dell’Ires e di Save the Children Italia ha realizzato un confronto tra le tipologie di lavoro precoce dei minori italiani e alcune specificità delle attività lavorative svolte dai minori migranti. Si è messo così in luce che i lavori precoci dei minori stranieri si caratterizzano come esperienze «forti» nei contenuti, nelle modalità di svolgimento e nei significati loro attribuiti dai minori stessi, che per tali ragioni risultano quindi maggiormente esposti a rischi di marginalità e di esclusione. In tale quadro generale è stata poi integrata una micro-analisi di tipo monografico su una serie di caratteristiche del lavoro dei minori migranti, in particolare di quelli non accompagnati, in alcune aree del Lazio. Infine Save the Children ha approfondito le condizioni di lavoro dei minori stranieri a Roma attraverso una ricerca partecipata, basata sul diretto coinvolgimento di un gruppo di minori migranti lavoratori che hanno condotto l’indagine in prima persona. La ricerca ha rappresentato sia un’occasione di partecipazione diretta dei minori, sia un’opportunità per far emergere particolari sfaccettature del fenomeno, cogliendo il punto di vista e i significati che i minori migranti attribuiscono al loro lavoro e a quello dei ragazzi e delle ragazze che hanno coinvolto nella ricerca.
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I minori che giungono da soli nel nostro paese rappresentano una realtà in costante aumento negli ultimi anni. Parliamo di soggetti fortemente a rischio, identificati dalla legislazione come «minori stranieri non accompagnati», vulnerabili e possibili prede della criminalità proprio per l’assenza di figure adulte di riferimento. Garantire la protezione e la tutela effettiva dei diritti di queste persone costituisce una priorità assoluta. La ricerca presentata nel volume ha approfondito il modo in cui il «sistema Italia» di accoglienza risponde a tali esigenze di tutela, attraverso un’analisi che a livello nazionale riflette le molte voci di chi si occupa di rendere effettiva la protezione sociale di questi ragazzi. Il testo approfondisce la rilevanza quantitativa del fenomeno, gli aspetti legislativi e il profilo dei minori con cui i servizi territoriali entrano in contatto, e propone un focus sui sistemi di risposta di cinque tra le principali città meta di questi flussi. Conclude la ricerca una serie di raccomandazioni rivolte alle istituzioni competenti, affinché si dia attuazione in modo omogeneo a una legislazione che garantisce i diritti fondamentali di questi minori.
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Il saggio affronta il tema dell’organizzazione della Pubblica amministrazione (Pa), criticando tanto l’idea che l’organizzazione da sola sia elemento sufficiente per il suo rilancio, tanto quella per cui la leva organizzativa non costituisca una dimensione essenziale per la rigenerazione della Pa. L’idea-forza è che il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori e il potere di agire sono i due elementi organizzativi che le migliori imprese private mettono al centro della gestione del personale ed è dunque paradossale che la Pa non faccia altrettanto, calibrando questi elementi sulle finalità proprie della Pa: i diritti di cittadinanza delle persone e il valore pubblico associato ai servizi erogati. Elementi e finalità, queste, negate tanto dal cosiddetto new public management quanto da una visione meccanicistica dell’organizzazione. Questa tesi viene supportata dai risultati di un’esperienza di consulenza strategica e formazione presso la Pa di una grande città italiana.
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La valutazione dell’azione pubblica, oggi al centro di un intenso dibattito e di iniziative legislative in parte convergenti, da destra e da sinistra, acquista rilievo particolare nell’ambito delle politiche per l’impiego e dei servizi destinati al mercato del lavoro. Su questo terreno nel nostro Paese si sono registrati, negli ultimi tre decenni, i tassi più alti di «ineffettività» dell’azione pubblica. Questa situazione fallimentare ha potuto protrarsi così a lungo perché sono mancate quasi del tutto – in questo come in altri settori – la cultura e la capacità tecnica della valutazione e della misurazione. La valutazione si è appuntata assai di rado sui soggetti erogatori dei servizi al mercato del lavoro (i Centri per l’impiego), che dovrebbero costituire l’architrave delle politiche pubbliche in questo campo. Questo libro vuole contribuire a radicare la cultura della valutazione in Italia, e in particolare nel campo delle politiche del lavoro, attraverso lo studio delle esperienze straniere più significative svoltesi negli Stati Uniti, in Australia, in Gran Bretagna, in Svezia. Per mostrare che, sebbene tecnicamente complessa, la via della valutazione è percorribile e può realmente contribuire al miglioramento dell’azione pubblica sul mercato del lavoro.
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La Seconda Repubblica ha ormai concluso la sua parabola con un bilancio peggiore di quello che aveva trovato al suo esordio. Nato con l’intento di risollevare le sorti della politica dopo gli eccessi «partitocratici» degli anni Ottanta, il nuovo sistema politico ha finito per scontrarsi con le sue stesse innovazioni. Doveva essere la Repubblica dei cittadini, investiti del potere di eleggere direttamente i propri rappresentanti scegliendoli nella società civile, al riparo dal controllo degli apparati politici. È stato invece il ventennio di Berlusconi, caratterizzato da una degenerazione istituzionale senza precedenti. Mai come in questi anni, infatti, si è assistito ad un attacco così forte alle istituzioni, alla Costituzione e ai valori sui quali, pur con difficoltà e contraddizioni, si era retta la politica italiana. Questo saggio raccoglie le riflessioni di politologi, filosofi, storici, giuristi e politici che si sono confrontati su questo tema. Hanno contribuito: Marco Almagisti, Claudio De Fiores, Elisabetta De Giorgi, Domenico Fruncillo, Andrea Guiso, Michela Manetti, Oreste Massari, Fortunato Musella, Gianluca Pini, Michele Prospero, Giovanni Rizzoni, Alessandra Sardoni, Pasquale Serra, Bruno Tabacci, Luciano Violante, Mauro Volpi.
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Il codice civile e le leggi sul lavoro, oltre al mobbing, fanno riferimento specifico al cosiddetto straining. Il termine, derivato dall’inglese, significa «mettere sotto pressione»; il fenomeno è similare ma distinto dal mobbing. Gli aggressori, o strainers, possono essere esclusivamente il datore di lavoro e i superiori gerarchici. Le azioni tipiche dello straining sono spesso le stesse del mobbing, di regola non ad alto contenuto vessatorio o persecutorio ma piuttosto orientate a determinare discriminazione creando situazioni di stress forzato nel posto di lavoro. Si tratta soprattutto di isolamento sistematico e di cambiamento di mansioni, con il ricorso, in particolare, all’assegnazione a mansioni «prive di contenuto» o «irrilevanti»; al demansionamento; al confinamento in postazioni lavorative isolate, alla sottrazione degli strumenti di lavoro. Consiste sempre in una sola azione, ma con efficacia ed effetti perduranti. Lo straining è sanzionato da norme che consentono una difesa più puntuale degli specifici diritti lesi dei lavoratori. È inoltre regolato dagli stessi strumenti normativi applicabili anche al mobbing. La guida, nelle prime due sezioni, indirizza in primo luogo il lettore a riconoscere i fenomeni di mobbing e di straining, fornendo poi un’articolata disamina dei diversi strumenti di tutela contro di essi. Nella terza sezione della guida, l’insieme di tali indicazioni viene poi sistematizzato e raccolto in trenta tavole sinottiche di grande chiarezza e utilità.