• La nostra ricerca sul rapporto tra sindacati e lavoratori immigrati mostra che, al di là di qualche differenza sulle modalità operative, le due principali organizzazioni sindacali condividono funzioni, strategie, obiettivi e difficoltà. Pur dedicando molto spazio alla fornitura di servizi agli immigrati, i sindacati si impegnano sempre di più anche nella difesa dei diritti individuali e collettivi, nella lotta alla discriminazione e nella promozione della partecipazione attiva degli immigrati all’attività sindacale, favorendo percorsi di mobilità interni al sindacato, nonché la creazione di organi consultivi che incentivano il coinvolgimento della componente straniera. Tuttavia, mentre i servizi e la tutela individuale rappresentano prassi da tempo consolidate nell’ambito dell’attività sindacale, la partecipazione attiva degli immigrati può e deve essere ulteriormente incentivata.
  • L’articolo presenta, insieme al successivo contributo su questa rivista, i primi risultati di un progetto Prin-Miur sui problemi della rappresentanza dei giovani professionisti a elevata qualificazione nell’area milanese. L’obiettivo è quello di ricostruire il pano-rama dell’offerta di tutela e rappresentanza verso una categoria di lavoratori in crescita, che sperimentano condizioni di lavoro spesso caratterizzate da insicurezza e isolamento professionale, ma che allo stesso tempo faticano a esprimere una domanda esplicita alle organizzazioni di rappresentanza. L’articolo si basa sull’analisi di 16 organizzazioni presenti sul territorio, descrivendone le caratteristiche organizzative, le strategie di mobilitazione e costruzione del consenso e i rapporti tra le organizzazioni stesse.
  • Questo contributo approfondisce la questione della domanda di rappresentanza dei giovani professionisti a elevata qualificazione, sulla base delle prime analisi delle interviste condotte nell’area milanese, integrando idealmente l’articolo precedente. Nel quadro di un’elevata frammentazione, gli intervistati fanno scarso riferimento a bisogni e diritti di carattere generale. Emerge un arretramento diffuso nella percezione e nella coscienza dei diritti, la questione delle tutele e della rappresentanza viene percepita in modo disomogeneo. L’articolo identifica profili diversi di professionisti: c’è chi concepisce i diritti come conquiste individuali, chi ambisce a forme di protezione e supporto all’interno del proprio settore professionale, chi rivendica più radicalmente diritti e tutele.
  • Le trasformazioni avvenute in Europa nel mercato del lavoro e nei sistemi di welfare, le politiche di bilancio restrittive e il rafforzamento delle tendenze neo-liberiste nei governi europei, hanno rafforzato il carattere di incertezza che già segnava i rapporti contrattuali di lavoro in Europa. In questa situazione i sindacati hanno avuto la necessità di sviluppare strategie per la rappresentanza e l’organizzazione dei lavoratori precari. L’articolo ha lo scopo di mettere in luce le differenze e di spiegare la varietà nelle strategie organizzative sindacali per la rappresentanza dei lavoratori precari in Italia e Spagna. Mentre i sindacati italiani hanno creato strutture ad hoc per organizzare e mobilitare i lavoratori atipici, in Spagna i principali sindacati confederali non hanno sviluppato strutture specifiche. Le differenze nella natura delle risorse da cui dipendono le organizzazioni sindacali in Italia e Spagna, in particolare di natura puramente istituzionale oppure legate alla membership, sono cruciali per comprendere le diverse strategie per il precariato sviluppate dai sindacati in questi due paesi.
  • I contributi che presentiamo sono il frutto di un lavoro preparatorio finalizzato alla realizzazione di una relazione presentata dalla Fondazione in occasione della Conferenza internazionale «Workers’ Participation at Plant Level. An International Comparison» (Bochum, 21-23 agosto 2013). Nei saggi vengono approfondite la storia della partecipazione in Italia ed alcune esperienze significative; il dibattito interno alle organizzazioni di rappresentanza sul tema e le attuali proposte; i cambiamenti indotti nella partecipazione a partire dall’applicazione dei nuovi modelli organizzativi nella fabbrica post-fordista; infine, i principali elementi di discussione, da un punto di vista giuridico, a livello comunitario sul tema della partecipazione.
  • I saggi qui raccolti sono contributi di ricercatori delle diverse istituzioni di ricerca che hanno lavorato nell’ambito del progetto Prin Nuovi soggetti del lavoro e forme della rappresentanza. Si tratta di due tematiche strettamente intrecciate che, tuttavia, spesso vengono affrontate in maniera autonoma anche in filoni di ricerca molti approfonditi. La prima concerne il mercato del lavoro e la struttura occupazionale, la seconda rientra nel campo delle relazioni sindacali.
  • Lo scopo di questo paper è analizzare i recenti cambiamenti nelle forme di rappresentanza di lavoratori e cittadini in una prospettiva storica e comparativa. Il tema dell’esclusione dalla rappresentanza è stato a lungo dibattuto tra gli scienziati sociali sia in riferimento ai diritti dei cittadini sia rispetto alla copertura sindacale insiders-outsiders. La questione è divenuta più importante negli anni recenti di crisi economica. Nel corso del tempo, in particolare dalla fine del XX secolo, le forme di rappresentanza dei lavoratori sono andate mutando e l’intreccio tra di esse è diventato più complesso. È emersa dunque una varietà di forme di rappresentanza che ricorda quelle che hanno avuto luogo nel XIX secolo, piuttosto che quelle istituzionalizzatesi nel XX. Se ciò è vero, può essere utile «guardare indietro per vedere (meglio) avanti». Questo articolo aspira a contribuire alla creazione di un nuovo filone di studi, che può essere battezzato «varieties of representation», con un riferimento esplicito alla nota letteratura sulle «varieties of capitalism»
  • Il testo propone una tipologia delle strategie di rappresentanza dei lavoratori non standard. Per fare ciò si sofferma su cosa vada inteso per rappresentanza e lavoro non standard. Nella tipologia vengono infine collocati i risultati di un’indagine nazionale sul tema.
  • Il saggio illustra alcuni aspetti dell'esperienza dell'autore come negoziatore nell'ambito delle relazioni industriali del settore pubblico. In particolare, esamina i rapporti tra il negoziatore e gli imprenditori, i collaboratori e i sindacalisti. Inoltre illustra alcuni aspetti del processo negoziale e le procedure formali e informali della contrattazione collettiva in Italia. Nella prima parte del saggio si esaminano le caratteristiche dei datori di lavoro e i loro rapporti con i negoziatori, non sempre caratterizzato dalla collaborazione. Successivamente si analizzano le caratteristiche dei rappresentati sindacali, le loro strategie, la composizione delle delegazioni al tavolo delle trattative. L’autore sottolinea la necessità che il leader della delegazione conosca bene tutti gli aspetti del negoziato, sia leale e pretenda dagli interlocutori un comportamento leale.
  • Il monitoraggio e l’analisi dell’evoluzione delle fonti dell’Unione europea in materia sociale rappresentano due aspetti a partire dal quale si è sviluppato e implementato l’Osservatorio trentino sui diritti sociali del lavoro. Il portale è uno strumento di mo- nitoraggio, elaborazione e divulgazione della ricerca sul tema dell’evoluzione delle fonti dell’Unione Europea in materia sociale e le ricadute giuridico-istituzionali a livello nazionale e provinciale, con particolare riferimento al contesto trentino. All’interno del portale viene monitorata e analizzata anche la contrattazione collettiva decentrata e le intese concertative sottoscritte a livello territoriale.