• L’ambiente familiare, e in particolare la responsività genitoriale, svolge un ruolo determinante sullo sviluppo cognitivo e socio-relazionale del bambino, in particolare nei primissimi anni, e ai genitori vanno offerte opportunità di rafforzare le proprie competenze se si vuole garantire a tutte le bambine e tutti i bambini eguali opportunità di piena realizzazione delle proprie potenzialità e prevenire l’insorgere precoce di diseguaglianze nello sviluppo. Sulla base di una revisione delle prove di efficacia e dei requisiti di programmi di sostegno alle competenze genitoriali, si sottolinea la necessità che questi programmi, attualmente limitati a situazioni di forte fragilità, abbiano carattere universale e costituiscano un complemento necessario delle politiche per garantire alle famiglie con bambini risorse economiche sufficienti e servizi che consentano la conciliazione tra occupazione e cure familiari. Il contributo fornisce un quadro di riferimento per la realizzazione di tali programmi che tiene conto anche delle esperienze condotte in Italia.
  • Il saggio fa il punto sullo stato dei diritti socio-educativi alla prima infanzia e di quelli educativi nel sistema italiano, mostrando come, da un lato, nel corso dei decenni si siano accumulati molti problemi complessi, dall’altro, sia in atto negli ultimi anni un processo di forte innovazione potenziale almeno sotto il profilo della programmazione. In particolare, a partire dalla seconda parte del decennio passato e, in maniera più decisa, a partire dall’inizio di quello attuale, l’Italia sembra voler investire molte risorse in tali servizi e nei diritti educativi dei minori. Allo stesso tempo a fronte di obiettivi ambiziosi e condivisibili, riportati soprattutto in atti di programmazione come Pnrr e Pangi, il saggio mette in luce quali sono i motivi per cui vi è il serio rischio di mancare tali obiettivi.
  • La casa è uno dei pilastri fondamentali per le chances di inclusione sociale degli individui. Per i minori, la mancanza di una sistemazione abitativa adeguata influisce sulle opportunità e sulle traiettorie educative, sulla vita relazionale e sulle dinamiche di sviluppo fisico e mentale così come sulla salute in senso lato. Il presente contributo, attraverso un’analisi secondaria di dati e di documenti, esplora le dimensioni della povertà abitativa dei minori in Italia, identificando le soluzioni abitative non adeguate in cui i minori sono coinvolti maggiormente e le conseguenze sulle loro chances di inclusione sociale.
  • In Italia le persone minorenni con background migratorio sono più di 1,3 milioni. Nella stragrande maggioranza sono nate e nati nel nostro paese e più di 300 mila di loro hanno già acquisito la cittadinanza italiana. Vivono in tutto il territorio, ma si concentrano soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, nelle grandi città e nelle aree periurbane. Affrontare il tema del loro accesso ai sistemi di welfare significa distinguere tra il piano formale e quello sostanziale: sul piano formale l’Italia ha assunto gli obblighi di tutela dei diritti dei minori con background migratorio derivanti dalle convenzioni internazionali, mentre sul piano sostanziale si registrano ancora elementi critici riconducibili a volontà politiche, a orientamenti e atteggiamenti della società, alle concrete condizioni economiche e sociali. L’accesso ai sistemi di welfare è affrontato in modo particolare per quanto riguarda il diritto alla salute e il diritto all’istruzione.
  • La povertà alimentare minorile è oggetto di crescente attenzione. Si tratta di un fenomeno complesso che vede, da un lato, l’assenza di un framework regolatorio nazionale che riconosca il diritto a un’alimentazione adeguata e, dall’altro, il ruolo marginale del settore pubblico nell’attuare politiche sistematiche e integrate di aiuto agli indigenti. Più recentemente, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la versione definitiva del Piano di azione nazionale della Garanzia Infanzia (Pangi). Il documento – redatto in ottemperanza a quanto previsto dalla Raccomandazione europea sulla Child Guarantee – si rivolge alla povertà alimentare dei minori e, nello specifico, ai temi inerenti al servizio di refezione scolastica, la previsione del tempo pieno a scuola e le azioni contro la dispersione scolastica. L’articolo intende dunque approfondire l’eterogeneità delle politiche nazionali di contrasto alla povertà alimentare minorile ed esplorarne le lacune, identificando così – in prospettiva – i possibili gap nell’attuazione del Pangi.
  • L’articolo ha due obiettivi principali. Il primo consiste nel descrivere la dinamica dell’incidenza della povertà tra i minori in Italia per classe di età negli ultimi due decenni, il secondo è valutare, con strumenti di microsimulazione, l’impatto dei trasferimenti monetari del sistema di welfare italiano sull’incidenza della povertà tra i minori, concentrandosi in particolare sugli effetti dei due schemi recentemente introdotti e destinati alle famiglie a basso reddito. Nel confronto internazionale, l’Italia è uno dei paesi europei in cui è più alta la quota di minori in povertà, ma negli ultimi anni sono emersi alcuni significativi miglioramenti nell’insieme degli strumenti politici disponibili contro la povertà. Il risultato è che oggi, rispetto a due decenni fa, l’efficacia del sistema fiscale e previdenziale italiano nel contrastare la povertà infantile è sicuramente migliorata.
  • RPS N. 2/2023

    22.00 
    I diritti sociali di bambini e adolescenti in Italia  
    • Minori: quali bisogni e quali sfide
    • Il Servizio sanitario nazionale tra crisi e diritto alla salute
    • Osservazioni sul disegno di legge «Calderoli» di attuazione dell’autonomia differenziata