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Molti pregi e un difetto
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Disuguaglianza, lavoro e capitale
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Il fenomeno sindacale nell’Italia contemporanea: declino «politico» e ascesa di «mercato»
In apparenza non sembra esserci alternativa al declino sindacale: calo degli iscritti, scarsa influenza politica, messa in discussione del peso della contrattazione nazionale di settore. Eppure, se prendiamo in considerazione le variabili organizzative, i sindacati italiani non sembrano così in difficoltà. Anzi, con ogni probabilità, registrano in questi anni il massimo storico di fatturato e di dipendenti. Il sindacato, come profetizzato da Bruno Manghi quarant’anni fa (1977), continua ancora oggi a «declinare crescendo». Nell’articolo vengono fornite evidenze empiriche originali per documentare tanto il declino della sindacalizzazione quanto l’ascesa di un nuovo e diverso «sistema di offerta» (Normann, 1984) che ha come baricentro i servizi individuali invece della contrattazione collettiva. In un’ottica di lungo periodo, viene di conseguenza avanzata un’interpretazione in termini di «ciclo di vita» del sistema di offerta sindacale contemporaneo, suggerendo una sua possibile adeguatezza e coerenza rispetto alla composizione della forza-lavoro, alle domande dei lavoratori, alle conseguenze in termini di «diritti» e di «diritto» che derivano dai successi dell’azione sindacale svolta nei decenni passati.
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L’Ue del dopo-elezioni europee del 2014
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«Passaggi di stagione». Diario privato di un sociologo tra ricerca e politica
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Emigrare… immigrare… È un processo che ricopre quattro tempi
Emigrare-immigrare. Questo processo ricopre quattro tempi: lasciare, diventare straniero o straniera, poi, entrare e circolare. Le questioni contemporanee che vi ruotano intorno sono tante e l’Autrice nel saggio enuclea alcune analogie e alcune differenze tra le migrazioni del presente e quelle del passato. Inoltre, a partire da un’analisi delle migrazioni – che si impongono come un fattore essenziale dello sviluppo umano, del progresso nei luoghi e negli ambienti di accoglienza e in quelli di partenza – l’Autrice si pone alcune questioni cruciali: il migrante è una figura sociale della modernizzazione in Europa e qual è il ruolo delle donne? In questo XXI secolo dei migranti come pensare al diritto a emigrare e a essere immigrati? Un altro elemento centrale è legato al tema delle frontiere: sono da rafforzare per difendersi o da indebolire in un mondo più aperto? Infine, il tema viene analizzato a partire dalla dimensione europea e dei processi di integrazione: l’Europa sa ancora integrare i nuovi migranti? Che cosa bisogna intendere per integrazione, dalla visuale dell’immigrazione: è un contratto giuridico o un processo?
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Le sfide per la rappresentanza del lavoro e la contrattazione dentro e oltre le imprese. Presentazione
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La contrattazione di sito negli outlet: uno scenario di rivitalizzazione all’italiana?
La contrattazione di sito è una risposta innovativa alle sfide poste alla rappresentanza del lavoro dalla frammentazione delle attività produttive. La dimostrazione arriva dagli outlet in Italia, dove alla figura tradizionale del datore di lavoro, qui il commerciante, si aggiunge quella di chi detiene e gestisce la proprietà della struttura in cui si svolge l’attività lavorativa, qui la direzione dell’outlet. L’articolo approfondisce il caso in tre fasi. Primo, individua le condizioni necessarie per la realizzazione della contrattazione di sito, a partire dalla regolazione del tema cruciale delle aperture domenicali. Secondo, discute le alternative a disposizione del sindacato per arrivare a risultati simili, prendendo in considerazione sia le strategie conflittuali che quelle partecipative. Terzo, inquadra tale sperimentazione nel contesto economico e politico. Nel complesso, l’analisi problematizza uno degli scenari possibili per la rivitalizzazione del sindacato e delle relazioni industriali in senso lato.
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Via dall’iceberg. Anatomia di un processo di innovazione dell’azione sindacale
L’articolo presenta l’analisi del mancato successo di un’innovazione «dal basso» dell’azione sindacale, a partire cioè da un’iniziativa promossa da un sindacato confederale a livello territoriale. Il progetto, impostato in termini di «ricerca-azione», prevedeva lo svolgimento di un’attività di ricerca empirica, propedeutica alla sperimentazione di pratiche organizzative e negoziali inclusive, con particolare riferimento alla contrattazione «di sito», in un centro commerciale con sede in Toscana. Dopo aver ricostruito il quadro di opportunità e vincoli entro cui l’iniziativa ha avuto avvio, gli autori ne prendono quindi in esame i fattori di insuccesso, soffermandosi sulle forme di resistenza al cambiamento riconducibili all’organizzazione e all’attività ordinaria del sindacato.
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La contrattazione coordinata in Europa: da un’erosione incrementale a un attacco frontale?
La possibilità di applicazione dei contratti collettivi coordinati multi-employer, caposaldo della regolamentazione del mercato del lavoro nei paesi dell’Europa occidentale, è stata ulteriormente indebolita con l’avvento della crisi. La spinta continua al decentra- mento aveva già nel tempo ridotto la capacità degli accordi di settore di definire stan- dard universali applicabili a livello aziendale. I meccanismi procedurali di articolazio- ne tra i due livelli di contrattazione sono, infatti, divenuti progressivamente più deboli e incerti. Con l’avvento della crisi, nei paesi dell’Europa settentrionale questo processo si è spinto ulteriormente avanti; nell’Europa meridionale è invece in corso un vero e pro- prio attacco – sostenuto dalle istituzioni europee – nei confronti degli accordi di contrattazione multi-employer. Le misure di rafforzamento della governance economica europea indotte dalla crisi rendono più urgente la necessità di un coordinamento transnazionale della contrattazione; tuttavia l’indebolimento delle capacità di coordinamento effettivo dei sistemi nazionali di contrattazione indebolisce questa prospettiva.
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Negoziare gli effetti dell’incertezza? In discussione la capacità di governance della contrattazione collettiva
Questo articolo si basa su quattro argomentazioni. In primo luogo la contrattazione collettiva è in grado di mitigare gli effetti negativi generati dalla volatilità del mercato e dal processo di adattamento alle sue regole, attraverso la definizione di intese che garantiscono certezza sostanziale e procedurale sia ai lavoratori sia ai datori di lavoro, e una maggiore sicurezza ai lavoratori. In secondo luogo le intese contrattuali multi-employer sono più idonee a svolgere questa funzione rispetto a quelle single-employer. In terzo luogo vi sono differenze istituzionali fra le intese contrattuali multi-employer relative alla governance della contrattazione aziendale che influenzano in misura notevole la loro capacità di promuovere certezza e sicurezza del lavoro. In quarto luogo la pressione dovuta alla crisi sta accelerando l’adattamento al mercato della contrattazione collettiva multi-employer, con effetti potenzialmente dannosi sulla sua capacità di attenuare le spinte negative.
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Le traiettorie dei sistemi «mediterranei» di relazioni industriali, tra convergenze e divergenze
L’articolo analizza le traiettorie dei sistemi «mediterranei» di relazioni industriali, identificando due tendenze comuni: l’unilateralismo del governo e il decentramento in deroga della contrattazione collettiva. Dopo avere preso in esame l’efficacia dei cambiamenti imposti in Spagna e in Italia, l’autore si concentra sul caso francese. Qui la vitalità della contrattazione collettiva e della consultazione tripartita ha attenuato il tradizionale predominio della regolazione pubblica. Tuttavia è ancora il governo a fissare le scadenze della consultazione, che dal 2000 si basa sulla richiesta di decentramento in deroga da parte dei datori di lavoro. Dopo il fallimento del 2015, il governo cerca di imporre un’iniziativa legislativa unilaterale.
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