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L’articolo analizza la Relazione al Parlamento 2018 mettendo in evidenza come, nonostante i limiti dei disegni di ricerca usati e centrati sul modello della patologia e della pericolosità intrinseca delle droghe, una lettura critica dei dati permetta di comprendere alcuni aspetti dei cambiamenti intervenuti nel fenomeno dei consumi di droghe negli ultimi anni in Italia. In particolare si sviluppa un’analisi critica delle categorie interpretative di «problematicità e consumo ad alto rischio». L’autore riporta l’esempio dei modelli di ricerca centrati sui setting naturali realizzati a livello internazionale e in Italia, che rappresenterebbero un valido supporto per una visione del fenomeno più vicina alla realtà e per una valutazione dell’efficacia delle politiche pubbliche. A essere analizzati sono i dati dei servizi pubblici, degli interventi di riduzione del danno e delle comunità terapeutiche facendo emergere le inadeguatezze dei dati riportati. Sono evidenziate, infine, alcune contraddizioni e carenze nell’analisi dei dati della Relazione utili per individuare indirizzi innovativi nei modelli organizzativi e culturali dei servizi e per superare l’intreccio tra cura e pena prescritto dalle leggi vigenti.
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Le Relazioni del governo al Parlamento sulle droghe non hanno mai corrisposto al compito istituzionale di fornire un reale strumento di valutazione della politica sulla droga, a iniziare dalla legge antidroga. La Relazione 2018 testimonia inoltre il progressivo ritiro della politica da un tema «scomodo» come quello delle droghe. Ne derivano ritardi a valutare l’impatto penale e carcerario dell’applicazione della legge e a prendere atto di fenomeni attuali, quali la crescita di nuove sostanze psicoattive e l’emergere di nuovi modelli di consumo che si dispiegano lungo un continuum di differenti livelli di rischio e di danno (oltre la vecchia dicotomia uso ricreazionale/ dipendenza). La riduzione del danno, la strategia più in grado di rispondere alle odierne tendenze, è sottovalutata, con conseguente difficoltà ad adeguare la rete dei servizi. Alle carenze delle Relazioni ufficiali, supplisce la società civile: da oltre dieci anni, i Libri bianchi sulle droghe costituiscono Rapporti ombra, con una valutazione puntuale delle politiche penali, degli orientamenti nella ricerca, dei modelli operativi dei servizi, offrendo linee per l’innovazione. Il tema della valutazione delle politiche antidroga è centrale anche a livello internazionale
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La crescente attenzione a innovare il volontariato, in termini di riorganizzazione dell’azione volontaria, di minore centratura per la funzione di advocacy e per la dimensione della gratuità, avrebbe come diretta conseguenza la perdita della dimensione morale ed etica del fare volontariato. Come recentemente affermato, verrebbe meno la capacità del volontariato organizzato di contribuire «to more just and caring world». In questo contributo cercheremo di mettere a punto alcuni strumenti concettuali, quello di tensione di ruolo e quello di cura, che permettano di leggere da una prospettiva differente i cambiamenti in atto.
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Dopo l’iniziativa di Napoli del settembre 2015, che abbiamo raccolto nel volume Bilateralità: quali prospettive? e che si proponeva di avviare un percorso di riflessione su un argomento come la bilateralità, che non aveva visto fino a quel momento una discussione organica, abbiamo proseguito la riflessione nel 2016 affrontando con un nuovo seminario alcuni temi specifici quali: il ruolo della bilateralità in Europa, i fondi sanitari, i fondi previdenziali, il welfare contrattuale. Un bilancio di cui, ad un anno dal seminario di Napoli, viene dato conto in questo nuovo volume e che è stato utile anche per cimentarsi su quanto sta avvenendo in questa fase di avvio della definizione di nuovi modelli di relazioni sindacali con le controparti, in cui la bilateralità viene assunta come uno degli elementi di riferimento della contrattazione. L’obiettivo è rimasto quello di provare a rappresentare un progetto di riflessione sistemica sull’argomento, continuando a far confrontare la Cgil e le sue federazioni di categoria, nel quadro delle proprie peculiarità, per migliorare la qualità della contrattazione nella consapevolezza della sua stretta correlazione con la bilateralità.
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Nel presente testo sono riuniti gli atti del seminario Bilateralità tra welfare e modelli contrattuali che si è svolto a Roma il 22 maggio 2018. Si tratta del più recente del ciclo di eventi che la Cgil nazionale, in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Di Vittorio, ha voluto dedicare all’approfondimento dei diversi aspetti che caratterizzano la bilateralità, con lo scopo di evidenziarne la pluralità di sfaccettature e di punti di osservazione e per cercare di leggerne, prospetticamente, lo sviluppo. Al seminario hanno partecipato, in qualità di relatori, esperti provenienti dal mondo della ricerca e della formazione, dirigenti sindacali, segretari generali di alcune importanti categorie, segretari confederali, segretari di altre sigle sindacali e rappresentanti delle parti datoriali. I temi affrontati sono stati: il futuro della bilateralità fra norma contrattuale e norma legislativa, il fenomeno del welfare contrattuale e i fondi sanitari, l’analisi delle prestazioni degli Enti bilaterali. L’evento è stato occasione per approfondire le dimensioni politiche, organizzative e formative connesse a tali tematiche, e si è dimostrato uno spazio discorsivo e di elaborazione utile a sviluppare confronto, orientamenti condivisi e apprendimento.
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- Sindacato e innovazione
- Il lavoro precarizzato
- L’Italia tra Europa e trasformazione degli Stati nazionali
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Qualche mese fa è scomparso Aris Accornero. Molti lo hanno ricordato giustamente come un grande maestro delle ricerche sul mondo del lavoro. In questo numero pubblichiamo due ricordi della sua personalità: uno, di Carlo Ghezzi, dedicato all’analisi di un momento di svolta delle vicende della Cgil (ormai lontano nel tempo), cui Accornero aveva partecipato; l’altro, che proviene dall’Archivio storico della Confederazione, ed è curato da Ilaria Romeo, consiste in una sua riflessione inedita, che qui editiamo solo parzialmente, intorno all’elezione della Commissione interna alla Riv.
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Formatosi a partire dagli anni immediatamente successivi alla ricostituzione della Cgil unitaria, l’Archivio storico della Confederazione generale italiana del lavoro riceve nel 1980 dalla Sovrintendenza archivistica per il Lazio una prima dichiarazione di notevole interesse storico. Riceve una integrazione alla dichiarazione di notevole interesse nel 1998 ed un’ulteriore ed ultima integrazione nel 2011.
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L'articolo ripropone alcuni dei passaggi più delicati che hanno caratterizzato quella militanza di Aris Accornero nella Cgil che ha segnato così profondamente la sua vita da quando, entrato quindicenne in fabbrica, alla Riv di Torino, come operaio era stato poi licenziato per rappresaglia dalla direzione della Fiat nel 1957 a causa della sua militanza comunista mentre era componente della Commissione interna eletto nelle liste della Fiom.
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Fra il 23 e il 26 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Un appuntamento al quale, da mesi, si guarda con forte apprensione, per l’inedita configurazione politica che potrebbe scaturirne, con conseguenze imponderabili per i destini dell’Ue. Negli stessi giorni, la Confederazione europea dei sindacati (Ces) terrà a Vienna il suo 14° Congresso, disponendosi ad affrontare il nuovo tornante storico che attende il mondo del lavoro e la società nel prossimo quinquennio.