• Le tematiche sociali, economiche, sindacali ovviamente sono uno dei pilastri del ragionamento sull’Europa che oggi vanno inserite nel mutato scenario politico e geo-economico dell’Europa. Solo così è possibile sperare di superare le evidenti difficoltà che ha incontrato da Lisbona in poi la dimensione sociale dell’Europa, come fattore di stabile integrazione e omogeneizzazione delle diversità strutturarli di questo spazio.
    • Il principio di eguaglianza tributaria e il diverso trattamento tra pubblico e privato per il riscatto di pensione complementare
    • La Cassazione su presunzione della natura ritorsiva del licenziamento e limiti alla restituzione dell’indennità di disoccupazione
    • La Corte di Appello dell’Aquila e il Tribunale di Bologna su non imputabilità e insussistenza del fatto ai fini della reintegra nel posto di lavoro
    • I criteri di valutazione della maggiore rappresentatività nelle sentenze dei Tribunali di Genova e Torino
    • La Corte di Giustizia sulla durata massima del contratto a termine nei rapporti di lavoro a tempo parziale
    • Il diritto all’oblio secondo i provvedimenti dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali
  • Tutti ne parlano in maniera diversa, cosa sia davvero nessuno lo sa. Le esperienze passate non consentono di avere una concezione univoca della politica industriale. Invocarla ora senza specificare obiettivi, percorsi, modalità e governance rischia di essere un esercizio sterile. Dopo una breve rassegna delle esperienze più significative del secolo passato e delle trasformazioni socio-economiche portate dalla crisi, si ritiene necessario ripartire dai bisogni per individuare le linee più efficaci di politica economica. In particolare dai bisogni sociali e del territorio. Su questi declinare gli strumenti e le modalità di una nuova politica di sviluppo e innovazione economico-sociale.
  • Dopo STORIA D'ITALIA Cortissima. 1860-2010: 150 anni, realizzato in occasione dei 150 anni del l’Unità d’Italia, lo stesso autore presenta una nuova proposta comunicativa-in formativa-didattica dedicata questa volta alla storia del popolo italiano. Una nuova pubblicazione simile alla precedente per le sue caratteristiche (una breve sintesi storica con decine di piccole illustrazioni in ogni capitolo, un linguaggio non specialistico semplice e chiaro), rivolta nuovamente ad un pubblico misto e vario per età e formazione, cittadini italiani e stranieri. Un libro pensato per condividere una memoria specifica relativa alle origini preistoriche e storiche del «popolo italiano», per vivere e affrontare la realtà delle nuove immigrazioni con una conoscenza-coscienza alternativa al rifiuto, al razzismo, alla xenofobia, che vada anche oltre la tolleranza, l’accoglienza, l’integrazione per una convivenza civile più matura. Un libro semplice e piacevole per ricordare e forse riscoprire che noi, italiane e italiani di oggi, siamo il risultato genetico e storico di iniziali e continue mescolanze fra decine di popolazioni con culture diverse, grazie alle progressive immigrazioni da quasi tutto il mondo verso la nostra penisola. Dieci capitoli di storia sintetica illustrata e un’Appendice con altri quattro capitoli brevi: uno sull’origine del nome Italia, uno sulle origini miste di alcune personalità della storia e del presente d’Italia, una scheda sulla popolazione italiana di oggi e infine una piccola biblio-sitografia.
  • L’articolo esamina l’adeguatezza del sistema pensionistico italiano a fronte delle diseguaglianze sociali in salute, in particolare concentrandosi sull’aspettativa di vita, un indicatore omnicomprensivo in grado di sintetizzare le diseguaglianze che si sperimentano e cumulano lungo tutto il corso della vita. Si presentano e si discutono i più recenti studi sui differenziali di mortalità fra gruppi sociali in Italia e sulle loro implicazioni in termini di equità del trattamento pensionistico, inquadrando il tema nella più generale cornice delle diseguaglianze sociali in salute e di come queste vengono affrontate dal dibattito politico corrente.
  • L’articolo esamina l’adeguatezza del sistema pensionistico italiano a fronte delle diseguaglianze sociali in salute, in particolare concentrandosi sull’aspettativa di vita, un indicatore omnicomprensivo in grado di sintetizzare le diseguaglianze che si sperimentano e cumulano lungo tutto il corso della vita. Si presentano e si discutono i più recenti studi sui differenziali di mortalità fra gruppi sociali in Italia e sulle loro implicazioni in termini di equità del trattamento pensionistico, inquadrando il tema nella più generale cornice delle diseguaglianze sociali in salute e di come queste vengono affrontate dal dibattito politico corrente.
  • In questo articolo si ragiona, dapprima, su quanto sia effettivamente fondato il luogo comune in base al quale in Italia, col sistema contributivo, tutti riceveranno pensioni di importo molto limitato e, successivamente, si presentano alcune evidenze sull’effettiva accumulazione di contributi nella prima parte della carriera da parte delle giovani generazioni. Infine, si discute di possibili misure per migliorare le prestazioni future e si sottolinea come nel contributivo una «pensione di garanzia» di carattere previdenziale, tarata cioè sulla storia lavorativa individuale, sarebbe preferibile a una prestazione meramente assistenziale.