• Rosso rosso

    10.00 
    Dopo il fortunato esordio narrativo Mannaggia la miserìa, che denunciava le condizioni di lavoro e di sfruttamento della comunità marocchina del ghetto di San Nicola Varco di Eboli molto prima dello sgombero, e il successivo Graziemila, che racconta dal di dentro i tormenti degli ottocento braccianti africani cacciati con violenza dalla polizia, Anselmo Botte chiude con Rosso rosso la sua trilogia nelle terre dove Levi scrisse il suo memoriale civile. Anche questo nuovo libro, che ha la forma del romanzo, usa lo stesso travestimento formale, dove l’autore utilizza le storie e l’esperienza sul campo di sindacalista per raccontare la condizione umana delle operaie stagionali del pomodoro, quelle 12.000 donne che «come formiche, correvano verso un nuovo giorno di lavoro, in molteplici fabbriche dell’Agro Nocerino-Sarnese, sotto il Vesuvio, a due passi da Salerno». Nella capitale mondiale del pomodoro pelato, terra di caporali e caporale, in una fabbrica dove si spettegola e si lotta per la sopravvivenza quotidiana, vive e racconta in un registro a volte comico-grottesco, in altre sentimentale, la protagonista-narratrice di Rosso rosso, cioè l’operaia Lucia. Parla e straparla del suo bell’Antonio e dell’amore nella terra dei pommarolari, spietati padroni avvezzi a rapporti di lavoro feudali, dove «la mezzadria e la colonia apparivano gli unici criteri di valutazione dell’economia», nel contesto desolato e barbarico della Statale 18, territorio di pomodori e camorra. È proprio lì che il suo amore, nato in quelle fabbriche, diventa metaforicamente esistenziale «come il pomodoro: quando è fresco ti offre tutta la sua fragranza e il suo profumo ti inebria, quando viene conservato nei barattoli, scade inesorabilmente dopo qualche anno e se lo assapori ti inguai la vita per sempre».
  • I millenni trascorsi non sono stati sufficienti ad affrancare l’uomo dalla schiavitù. Essa assume ancora forme camaleontiche tali da nascondersi persino tra le pieghe del diritto e dei principi di libertà e solidarietà su cui poggiano le proprie basi le moderne democrazie. Il filo conduttore dell’argomento affrontato nel volume ruota attorno al concetto di massimo utilizzo di oggetti, di animali, di piante e di esseri umani fin da quando ne viene percepita l’utilità da parte dei possessori a qualsiasi titolo. Sparita la percezione di utilità, con vari sistemi si pone in essere un’attività finalizzata all’unico obiettivo di disfarsi dell’inutile. Sia esso oggetto, pianta, animale od essere umano, schiavo per l'occasione nella migliore delle ipotesi. L’autore non ha la presunzione di proporre soluzioni universali. Si limita ad un invito a riflettere e ad acquisire consapevolezza circa i pericoli che corre l'umanità se si continuano ad esasperare le tendenze al dominio di pochi su tanti.
  • RPS N. 1/2018

    16.00 
    La sezione monografica di questo numero di RPS esplora vari aspetti del welfare state italiano, mostrando e riflettendo sulle sue connotazioni e implicazioni di genere. Lo fa attraverso tre blocchi di contributi, ognuno dei quali si concentra su uno dei nodi sollevati dal dibattitto su genere e welfare. Il primo blocco si rivolge al nodo del diritto al lavoro, quello retribuito, come canale di indipendenza delle donne (e degli uomini), che per essere raggiunta richiede innanzitutto politiche di sostegno alla conciliazione. Il secondo blocco di contributi guarda al nodo del diritto alla cura, sia data che ricevuta, e sia per donne che per uomini. Il terzo blocco, sul diritto all’autonomia e alla diversità, sposta l’attenzione dalla questione della conciliazione e della cura per ragionare sui rischi di povertà (la cui struttura di genere è connessa alla questione della conciliazione e della cura ma non solo), o per concentrarsi su un’altra fase del corso di vita o su altri tipi di famiglia. La sezione Attualità affronta il tema dell’alternanza scuola-lavoro mente il Dibattito si concentra sul Bes e il rapporto tra benessere e politiche.
  • RPS N. 1/2019

    22.00 
    Alla innovazione sociale e al ruolo dell’attore pubblico è dedicato il focus monografico del n. 1 2019 della Rivista delle Politiche Sociali. In particolare i contributi pubblicati ragionano sul confine tra integrazione e sostituzione nei rapporti con gli attori auto-organizzati e su quanto e in che misura si sia di fronte a risposte che innalzano la qualità dell’azione pubblica, e a quali condizioni. Da angolature diverse e con prospettive di analisi differenti i contributi esaminano esperienze di innovazione sociale in Italia e in alcuni paesi europei su diversi ambiti di policy. Senza pretese di esaustività (dato anche l’oggetto di analisi) essi forniscono chiavi di lettura utili a mettere a fuoco il rapporto tra la dimensione dell’innovazione, quella organizzativa e l’implementazione, spesso trascurata nel policy design. In questa ottica le pratiche esaminate contribuiscono a definire un ambito di ricerca-azione, che può dare spunti per l’analisi delle politiche pubbliche. Di Europa e di rilancio delle infrastrutture sociali si discute invece nella sezione Attualità con tre contributi sul tema, mentre, a partire dall’ultimo Rapporto Oxfam, la sezione Dibattito ospita due articoli da cui emerge evidente la fotografia di una Italia che non va, stretta tra disuguaglianze crescenti, impoverimento, sfiducia. Chiude il numero un articolo che torna a occuparsi di giovani generazioni e del ruolo delle politiche pubbliche nel ritardo italiano.
  • RPS N. 1/2021

    22.00 
    Anziani: diritti e libertà nella crisi Covid e oltre
    • Ripensare le politiche di assistenza sociosanitaria
    • Il rapporto Stato-Regioni alla prova dell'emergenza
    • La pandemia e il sistema penitenziario, tra salute e sicurezza
  • RPS N. 1/2022

    22.00 
    L’azione sociale oggi in Italia
    • Volontariato, cooperazione, movimenti sociali e mobilitazione civile
    • Assegno unico e universale tra equità e sostegno alla natalità
    • Quale Riforma per il sistema previdenziale
  • RPS N. 1/2023

    22.00 
    Gli immigrati in Italia: tessere di una realtà in cambiamento
    • L’evoluzione delle politiche immigratorie
    • Pensioni: superare i «miti» previdenziali e allargare la riflessione
    • I paradossi del mercato del lavoro italiano
    • Autonomia differenziata. Rischi e conseguenze di una riforma